Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I consiglieri della Regione Lazio hanno approvato all’unanimità i tagli per 20 milioni di euro pretesi da Renata Polverini e quest’ultima ha dunque “sospeso” le sue dimissioni, avendo oltre tutto ottenuto, come scrivevamo ieri, l’uscita di scena del nuovo capogruppo pidiellino Francesco Battistoni. Il Pdl ha anche un nuovo capogruppo nella persona della giovane Chiara Colosimo, ex An, 26 anni, accusata peraltro da Fiorito di essersi intascata 50 mila euro per manifestazioni con la Meloni e Rampello. La sua prima dichiarazione: «Sarò la paladina anticasta».
• In che consistono questi tagli?
Si deve ammettere che sono tagli veri: dimezzamento delle commissioni permanenti, passate da 16 a 8, e azzeramento di quelle speciali…
• In che consiste il risparmio?
Quando un consigliere si trovava a capo di una di queste commissioni percepiva un’indennità che si andava ad aggiungere agli altri soldi intascati con i mezzi più vari. Stiamo parlando di pratiche ammesse dalle leggi che gli stessi consiglieri s’erano votate e di cui usufruivano tutti. Abolire le commissioni, oltre a far risparmiare tempo e intoppi burocratici, comporta dunque un risparmio reale. Ma ci sono altri tagli: sono stati aboliti i gruppi unici, cioè quelli formati da un solo consigliere.
• Esistevano in Regione gruppi formati da un solo consigliere?
Era un’escamotage molto conveniente per pigliar soldi. I gruppi consiliari vengono finanziati dalla stessa Regione, con criteri non del tutto comprensibili, ma insomma, grosso modo, in proporzione alla consistenza di ciascuno (anche se l’Idv, con soli cinque consiglieri, prende un milione e 217 mila euro e il Pd, che ne ha 14, prende poco più di due milioni). Se uno fa gruppo da solo, si intasca da solo i soldi del contributo: 180 mila euro circa. E questi gruppi erano otto. Aver ammesso l’impossibilità di gruppi monoconsiglieri semplificherà la vita dell’assemblea e della giunta, ma in termini finanziari cambierà poco: gli altri gruppi, a meno di un taglio ulteriore, avranno una torta più grande da spartirsi. Altri provvedimenti approvati ieri: sono state azzerate tutte le spese, compresa quella relativa alla costruzione di una nuova palazzina, è stata revocata l’assegnazione delle auto blu e creato un «impianto razionalizzazione dei fondi» il cui senso capiremo – spero – in seguito. Polverini ha anche promesso che verranno accorpate due Asl e che a ottobre presenterà una proposta di legge per tagliare il numero di consiglieri e di assessori. Sempre che a ottobre la giunta stia ancora in piedi.
• È ancora in bilico?
Dipende da quello che troverà la magistratura. Fiorito accusa tutti e sostiene che il Pd adopera gli stessi sistemi del Pdl, cioè uso di fondi pubblici per far festa, comprarsi macchine o ville. Il Pd ha chiesto che la Polverini si dimetta e che si vada di nuovo a votare: per un partito all’opposizione, di fronte a uno scandalo come questo, è il minimo. Un’altra incognita è l’Udc, che qui è alleata con i berlusconiani. Potrebbe essere questo partito a mollare la Polverini. L’anno scorso ha incassato 887 mila euro. Inervistato dal Corriere sull’uso di questi fondi, il capogruppo Francesco Carducci Arteniso ha dato risposte non troppo convincenti. In particolare, alla domanda: sa dirci come i suoi colleghi hanno usato questi denari?, ha risposto: «Non ne ho la minima idea». La sensazione che i dodici milioni distribuiti a tutti i gruppi dal presidente Abbruzzese – altro bersaglio della governatrice, per ora sopravvissuto alla sua ira – siano serviti soprattutto a tenere allegra la compagnia appare piuttosto fondata.
• Questa storia ha avuto importanti ripercussioni sul Pdl a livello nazionale. Che novità ci sono su questo?
A livello nazionale, i dirigenti del partito sono convinti che sia stato fatto tutto quello che doveva essere fatto. Così si sono espressi personaggi del calibro di Quagliarello e La Russa («il caso è chiuso»). Lo stesso La Russa ieri ha escluso ogni possibilità di scissione. Ma questo è comprensibile: non si sa ancora come sarà la prossima legge elettorale, in questa condizione è meglio star fermi per non sbagliare mossa. Esiste persino la possibilità che il Porcellum resti in piedi. Specie se Berlusconi continuerà a recuperare nei sondaggi.
• Ho sentito alla televisione che anche altre regioni sono nei guai.
La Guardia di Finanza s’è presentata negli uffici del Centro Direzionale di Napoli, dove tengono le loro carte i partiti. Si sono portati via proprio la documentazione relativa al finanziamento dei gruppi, lo stesso capitolo che ha messo in croce la Regione Lazio. Ecco quello che ha riportato ieri un’agenzia: «Dai primi accertamenti compiuti dal nucleo regionale di polizia tributaria emergerebbe che denaro destinato ai gruppi regionali presenti in Consiglio in Campania era finito attraverso bonifici nella disponibilità di singoli consiglieri. Sono in corso accertamenti per verificare se e in che modo il denaro sia stato successivamente speso». Il presidente del Consiglio regionale campano, Paolo Romano, nega tutto. Ma è un fatto che prima o poi questo o il prossimo governo dovrà mettere mano a un sistema che con la scusa dell’autonomia e del federalismo ha in realtà proceduto, a quanto pare, a un vero e proprio saccheggio.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 22 settembre 2012]
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