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 2012  settembre 22 Sabato calendario

INDAGINE SUI FONDI CAMPANI. ECCO GLI SPRECHI DELLE REGIONI

Documenti relativi al bilancio degli ultimi anni sono stati acquisiti ieri mattina dalla Guardia di finanza negli uffici del Consiglio regionale della Campania. Perché anche a Napoli, così come a Roma, c’è un’indagine sul presunto dirottamento per scopi privati di denaro pubblico dai gruppi politici ai quali era destinato, a singoli consiglieri. Il pm Giancarlo Novelli, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, ha incaricato il Nucleo di polizia tributaria di raccogliere in particolare tutti gli atti relativi alla ripartizione dei fondi per i vari gruppi, e anche la relazione della presidenza del Consiglio sulle modalità di rendicontazione. Si procede quindi per peculato, e sicuramente ci sono già i nomi di uno o più esponenti politici iscritti nel registro degli indagati.
L’inchiesta è la diretta prosecuzione di quella che agli inizi di luglio portò lo stesso pm Novelli a indagare per corruzione e abuso di ufficio il consigliere regionale dell’Udeur Ugo De Flaviis, al quale furono pure perquisiti sia l’abitazione che l’ufficio e sequestrati sette computer e numerosi documenti. In quel caso l’interesse della Procura era mirato a chiarire i rapporti tra De Flaviis e alcuni imprenditori (i titolari di una società di elaborazione dati e realizzazione di software che avevano assunto la sua ex cognata) e con la società Arpac Multiservizi, di cui l’esponente Udeur è stato consigliere d’amministrazione tra il 2008 e il 2010.
Scenario ben diverso, quindi, da quello che ha portato al provvedimento eseguito ieri e che è emerso in particolare grazie a intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito della precedente indagine. Gli investigatori avrebbero già raccolto elementi certi su bonifici attraverso i quali circa 6 milioni di euro destinati ai gruppi sarebbero finiti nella disponibilità di alcuni consiglieri. L’esame del materiale appena acquisito consentirà ora di approfondire l’ipotesi di peculato, incrociando quelle somme con le tre voci di spesa che il bilancio prevede per i consiglieri: comunicazione, indennità per le attività politiche e funzionamento dei gruppi.
Prima di qualunque sviluppo investigativo, arrivano però le prese di posizione politiche. Paolo Romano, presidente dell’assemblea regionale, sottolinea che in Campania è stato «intrapreso un percorso di rigore, che ha portato a tagliare di 21 milioni di euro i costi della politica». E altrettanto fa il governatore Stefano Caldoro, ricordando che sotto il suo governo «per la prima volta dalla costituzione della Regione Campania, è stata avviata una concreta opera di risanamento dei conti e di forte riduzione dei costi, che quest’anno, solo per la parte relativa al Consiglio, ha portato il bilancio da oltre 83 a 69 milioni di euro».
Nel Lazio, invece, le spese a disposizione dei gruppi sono lievitate in maniera esponenziale: dal milione di gennaio 2010, siamo arrivati — adeguamento dopo adeguamento — ai 13,9 milioni attuali (e che ora verranno azzerati). Una serie di interventi decisi da tutti i gruppi politici, passati in assestamento di bilancio e votati all’unanimità dal consiglio di presidenza dove siedono il presidente Mario Abbruzzese (Pdl), Raffaele D’Ambrosio (Udc), Isabella Rauti (Pdl), Bruno Astorre (Pd), Claudio Bucci (Idv) e Gianfranco Gatti (Lista Polverini). Tutti sapevano, a tutti andava bene. La prima «manovra» è di settembre 2010: al milione previsto sotto l’amministrazione Marrazzo, se ne aggiungono 4,4. Il presidente Abbruzzese informa la giunta e poi ratifica l’accordo politico: senza di quello, il Pdl minacciava di non votare il Bilancio. La Polverini, già allora, minacciò le dimissioni e a sedare gli animi, in consiglio regionale, arrivano i dirigenti pidiellini. Nel 2011 ci sono tre aggiustamenti: 3 milioni il 5 aprile, altri 3 il 19 luglio e 2,5 l’8 novembre.
Fulvio Bufi
Ernesto Menicucci