Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 21 Venerdì calendario

MONTI TORNA AL MERCATO DEL LAVORO

I sindacati sono avvertiti: Mario Monti non molla. Aggiornando al ribasso, ieri in Consiglio dei ministri, le stime sulla crescita e sui conti pubblici per il triennio 2012-2015, il presidente del consiglio ha voluto fissare i «pilastri fondamentali» su cui si dovrà fondare la crescita economica futura. E al primo posto c’è l’indicazione che si dovrà, a pochi mesi dall’approvazione della riforma Fornero, rimettere di nuovo mano al settore del lavoro. «Il miglioramento dei meccanismi del mercato del lavoro», infatti, viene prima degli interventi sulla concorrenza e le liberalizzazioni, sulle semplificazioni, a favore della ricerca e dell’istruzione, dell’accelerazione delle infrastrutture e «dell’efficientamento della giustizia civile» (all’ultimo posto). Monti aveva detto che gli sarebbe servito dare un segnale all’estero sulle relazioni sindacali entro un mese. Domani l’esecutivo incontrerà i vertici della Fiat ed è facile immaginare dove si andrà a parare in termini di produttività.

L’Italia non cresce ora, ma si spera che lo farà nel 2013

Intanto, rispetto alla nota dello scorso 18 aprile «a causa del peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro», nel 2012 il governo prevede una contrazione del Pil del 2.4 per cento, mentre nel 2013 «la crescita dovrebbe essere leggermente negativa», ossia sarà recessione: è previsto una contrazione dello 0,2 per cento «a causa dell’effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012». ma la variazione trimestrale del Pil per il governo tornerebbe positiva «già a partire dal primo trimestre». Nel 2014-2015, poi, è prevista una crescita rispettivamente dell’1,1 per cento e dell’1,3 per cento «grazie all’ aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l’economia». Insomma, Monti nonostante i guai che l’Italia sta passando, punta sui pochi dati in cui si segna un miglioramento, come per esempio il fabbisogno di cassa del settore statale che si è ridotto di 13.6 miliardi di euro attestandosi a 33.5 miliardi di euro, per continuare ad intravvedere la luce in fondo al tunnel. L’indebitamento netto strutturale della pubblica amministrazione è fissata allo 0,9 per cento del Pil nel 2012 «in riduzione di 2,8 punti percentuali rispetto al 2011». Una progressione che fa dire a Monti che sarà centrato l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Anno in cui anche il debito pubblico scenderà di un primo punto a 122,3%.

Sul caso Fiorito irrompe l’avvocato Taormina

Occorre prepararasi ai fuochi d’artificio: via della Pisana diverrà, come Cogne, teatro di effetti speciali. Sul caso dei fondi ai gruppi della regione Lazio, che ha messo in ambasce il Pdl a livello nazionale, ha fatto irruzione Carlo Taormina, avvocato difensore dell’ex capogruppo Franco Fiorito indagato per aver utilizzato denaro pubblico per spese personali. La nuova linea difensiva ha imposto che Fiorito smentisse la teoria del sistema di malversazione (centomila euro a ogni consigliere più un’ulteriore cifra in base all’incarico ricoperto e che Renata Polverini non poteva non sapere) per sostenere la legittimità di tutto anche se disgustoso agli occhi dei cittadini. «Purtroppo è vero ed è vergognoso che noi utilizziamo somme di quel genere», ha dichiarato Fiorito a Bruno Vespa ispite di Porta a Porta, «ma le abbiamo usate secondo quanto prevede la legge».