Roberto Giardina, Italia Oggi 21/9/2012, 21 settembre 2012
I PARAURTI TEDESCHI NON PERDONANO
Finiscono le vacanze, e i miei amici tedeschi mi raccontano le loro esperienze in Italia, che loro continuano ad amare. «Nonostante tutto», aggiungono. Gli insulti alla loro Angela, i prezzi cari, i tassisti di Roma, i gondolieri sul Canal Grande. Due di loro hanno trovato l’auto graffiata nel parcheggio.
Una vendetta per lo spread, sospettano. Anche se lo spiegano con altre parole. Sospetto che sia sempre avvenuto. Ma ora danno la colpa al risentimento contro la Merkel. Magari hanno ragione loro, tuttavia ritengo che semplicemente l’arte del parcheggio sia diversa in Arcadia, come la chiamava Goethe e nella Germania di Tacito.
I palermitani sono bravi, buoni, generosi, dice Benigni nel film Johnny Stecchino, ma non toccategli le banane. Anche i tedeschi, ma, a loro, non toccate i paraurti. Rischiate la galera. A Madrid o a Roma, si parcheggia giocando in pochi centimetri, con manovre che esaltano l’automobilista di metropoli. Colpo d’occhio e maestria, si conquista il parcheggio usando il volante come Barnard impugnava il bisturi per operare al cuore. A Parigi si lascia l’auto in folle in modo che possa essere spinta con piccoli urti da chi cerca un varco.
I tedeschi non si azzardano in una manovra in retromarcia se non hanno un paio di metri di spazio davanti e dietro. E sono loro ad aver introdotto sulle auto radar che cinguettano appena vi avvicinate troppo, e tv sul sedere dell’auto per mostrarvi il vostro spazio vitale.
In Nord Renania Westfalia, leggo, ogni anno 100 mila criminali della strada si danno alla fuga, e ne viene rintracciato il 40%. Una cifra enorme, in media 300 al giorno, uno ogni cinque minuti, che lascia dubitare della moralità dei guidatori nella Repubblica federale. Io confesso: sono uno di loro. Non in Nord Renania Westfalia, ma a Berlino. Ma temo di deludere quanti già gongolano pensando male. Di quei 100 mila, sono sicuro, più d’uno mi assomiglia.
Una sera di giugno, dopo aver vagato di strada in strada, infine scorgo un varco, quasi su misura per la mia station wagon. Troppo su misura. Al primo tentativo salgo con la ruota posteriore destra sul marciapiede. Ritento, una coppia mi sta a guardare. Mi irritano, mi allontano. Al termine della strada trovo un posto più adatto. Un’ora dopo due agenti si presentano a casa, e mi accusano di aver danneggiato un’auto e di essere fuggito. Perché mai?, se sono assicurato. Lei potrebbe essere ubriaco, mi accusano. Pretendo la prova del palloncino, che ora è una specie di aggeggio elettronico. 0,00 il risultato. Meglio per lei, mi spiegano, guardi che la cosa è grave, vada da un avvocato. Seguo il consiglio e mi attendo che il legale si metta a ridere. Invece è serio: rischio di perdere la patente per un anno. Ho danneggiato un lampeggiatore, valore 10 euro, con il mio paraurti di gomma e non me ne sono accorto. La coppia mi ha denunciato. È lo stesso se ho ucciso un passante o graffiato un paraurti. Sono un criminale della strada. A fatica, poi, sono riuscito da solo, senza avvocato, a dimostrare la mia buona fede.
Dopo un mese mi arriva la multa, 20 euro, una sciocchezza. Un mio collega, del tutto innocente, ancor più di me, pagò 1.500 marchi, 750 euro. Alcuni furbi si parcheggiano a bella posta accanto ad auto non immacolate, e poi sostengono di essere stati urtati. E quasi sempre l’hanno vinta. A me è andata bene.
Ma adesso parcheggio nell’angoscia. Un buffetto all’auto davanti o dietro, e sono un recidivo. Se sfiorate un’auto non siete mai sicuri che qualcuno non vi stia spiando da una finestra e comunichi i vostri dati alla polizia: Fahrerflucht. Non basta lasciare un biglietto sul parabrezza del danneggiato: dovete chiamare la polizia, e attendere. Una volta ho trovato un foglietto sul mio parabrezza. Non era del pirata, ma di un testimone: «Ho visto chi ha danneggiato la sua auto. Se vuole mi chiami e sono a sua disposizione». Per dieci minuti ho esaminato la carrozzeria, non certo immacolata. Non trovai alcun danno recente. Lasciai perdere. Ma se invece di un furbo italiano, fossi stato un probo prussiano, avrei rimesso a nuovo la mia vetusta carrozzeria. Noi esageriamo in un senso, loro nell’altro. Mi chiedo quanto costino tutti questi casi di Fahrerflucht alla polizia tedesca.