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 2012  settembre 21 Venerdì calendario

UN CAMPUS DEL BENESSERE IN FABBRICA: «CHI SI ALLENA PRODUCE MEGLIO»

La pista per correre, il campo da basket, la spa. Le sale riunioni progettate per ospitare incontri in piedi (e quindi favorire il movimento), gli uffici dotati di wellness ball — una sedia che garantisce l’equilibrio ottimale fra muscoli addominali e lombari. Un programma — volontario — personalizzato di attività fisica per ogni dipendente, il ristorante aziendale che serve solo piatti a basso contenuto di sale e senza grassi saturi.
Non siamo in un centro benessere, ma in un’azienda. Di più, la nuova sede della Technogym, a Cesena: stabilimento produttivo e, insieme, campus votato alla ricerca e all’innovazione. E, naturalmente, centro wellness. «Perché il benessere abbatte lo spread. E se i lavoratori sono in forma, è in forma anche il bilancio». Nerio Alessandri, patron e fondatore dell’azienda che negli Anni 90 ha coniato il termine wellness («prima c’erano solo fitness e well being», spiega), ne è così convinto da averne fatto uno slogan: «Star bene, conviene». «Conviene allo Stato — chiarisce Alessandri —, perché con la prevenzione si abbatte la spesa per le malattie dovute a cattivi stili di vita, e alle imprese: i lavoratori in forma sono più produttivi e più creativi e la creatività, nel futuro, sarà la vera nuova tecnologia».
Dalle parole ai fatti: progettato da Antonio Citterio, il Technogym Village — 17 ettari, 65 mila metri quadri coperti — è il primo esempio di Wellness campus al mondo. Si inaugura ufficialmente tra pochi giorni, il 29 settembre, con una giornata di studi che vedrà riunite 900 persone da 74 Paesi. Ospiti d’onore il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i ministri Passera e Balduzzi e, dagli Usa, l’ex presidente Bill Clinton, chiamato a chiudere i lavori: «La sua Fondazione ha molto a cuore il problema dell’obesità infantile e lui stesso ha avuto due infarti, conosce i rischi di uno stile di vita non sano».
Nel Technogym Village non ancora inaugurato lavorano già mille persone — la metà dei dipendenti del gruppo, leader nel settore del fitness e, da cinque edizioni, fornitore ufficiale delle Olimpiadi —: per loro ci sono una palestra di ultima generazione, una biblioteca, un ristorante «a km 0». Tutto il centro — in vetro, acciaio e legno — è costruito secondo i criteri della bio-architettura e dell’ecosostenibilità: è orientato a nord, per sfruttare il naturale scambio termico e ridurre al massimo l’impiego della climatizzazione. «Tutto è declinato sul concetto di benessere», spiega Alessandri. Un’idea, quella di creare una cittadella del wellness, partita da lontano — «dieci anni fa, è un sogno che si realizza» —, e che si è fatta in tre: «Un’università del benessere che attragga medici, scienziati, architetti, un centro di ricerca e un luogo di produzione, uno stabilimento, pensato per il benessere dei nostri collaboratori». L’obiettivo è attrarre a Cesena 25 mila persone l’anno tra ricercatori, operatori del settore, clienti, dipendenti. Un’idea legata stretta a quella, lanciata da Alessandri, della Romagna Wellness Valley: «Nel Dna del nostro territorio abbiamo forte l’attenzione agli stili di vita: la Romagna potrebbe diventare un vero e proprio distretto del benessere. E, se funziona, l’esperimento si può allargare a tutta Italia».
Questione di business, ma non solo: «Per noi — continua il presidente — il wellness è una missione sociale: l’Italia è ai primi posti nel mondo per la spesa sanitaria legata ai cattivi stili di vita e alla mancanza di prevenzione, lo stesso per l’obesità infantile. Da anni collaboriamo con le istituzioni per promuovere progetti di educazione nelle scuole e per gli anziani, per educare le persone a difendere la qualità della vita». L’ultima tappa su questa strada è il campus di Cesena: «Un laboratorio e un’icona, che sia di ispirazione per chi deve innovare. E anche un segno di speranza in un momento in cui, nel Paese, le fabbriche chiudono». Business, ma con un po’ di sogno: «Nel 1983 abbiamo cominciato in un garage — chiude Alessandri —, il campus, in qualche modo, è un nuovo garage. Per una nuova era».
Giulia Ziino