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 2012  settembre 21 Venerdì calendario

NEL 2030 L’INDONESIA SARÀ LA SESTA ECONOMIA MONDIALE

Nel 2030 l’Indonesia sarà la sesta economia mondiale.

Secondo uno studio realizzato da McKinsey, questo arcipelago e i suoi 250 milioni di abitanti, metà dei quali hanno meno di 29 anni, forte di una crescita superiore al 6% l’anno, potrebbe superare in meno di vent’anni paesi come la Germania e il Regno Unito.

Il prodotto interno lordo indonesiano, stimato l’anno scorso in 846 miliardi di dollari, passerà secondo McKinsey a 1.800 miliardi nel 2017, data nella quale i pil tedesco e britannico raggiungeranno rispettivamente 3.900 e 3.200 miliardi di dollari.

Dopodiché li supererà ed entro i prossimi 18 anni solo Cina, Stati Uniti, Giappone, Brasile e Russia saranno davanti all’Indonesia.

Questo paese di quasi 2 milioni di chilometri quadrati che conta non meno di 17.500 isole dispone di un numero impressionante di materie prime (petrolio, gas naturale, olio di palma, caucciù) che assicurano la metà delle sue esportazioni. Ma, contrariamente agli altri paesi asiatici, è poco esposto alle fluttuazioni della domanda esterna.

Il governo, che prevede una crescita compresa tra il 7 e il 7,7%, scommette su investimenti e consumi: è per questo che moltiplica le spese per le infrastrutture che passeranno dal 3,5 al 5% del pil entro i prossimi due anni.

Sempre secondo McKinsey, il numero di indonesiani con un reddito superiore a 3.600 dollari esploderà dai 45 milioni del 2010 a 170 milioni nel 2030. Una manna per gli investitori stranieri. La Germania, per esempio, intende raddoppiare entro il 2015 gli scambi con l’Indonesia e la Francia a dicembre vi invierà una missione commerciale. Mentre nel 2010 i flussi di investimenti diretti nel paese sono aumentati del 163% rispetto all’anno precedente, a 12,8 miliardi di dollari.

Ad attirare gli stranieri è anche la relativa stabilità interna del paese. Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono, eletto nel 2004 e riconfermato nel 2009, conduce una lotta risoluta contro il terrorismo islamico in un paese per il 90% musulmano.