
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Claudio Giardiello, di 57 anni, beneventano ma da un pezzo in Brianza, dove faceva il piccolo costruttore e il piccolo furbacchione (fondi neri da spartirsi, intrecci probabilmente inutili di società eccetera), però bella presenza, però anche carattere incazzoso e prepotente («ingestibile»)... Ieri alle 9.19 del mattino questo tizio è arrivato al Palazzo di Giustizia di Milano, ha parcheggiato lo scooterone Suzuki in via Manara, quindi s’è presentato all’ingresso della medesima via Manara, ingresso secondario riservato agli avvocati, dove dunque non ci sono controlli particolari né metal detector, basta mostrare ai custodi un tesserino e Giardiello ha mostrato infatti un tesserino - come si vede dalle telecamere - ed è tranquillamente entrato portandosi dietro la sua 7.65 più due caricatori pieni. Poi è salito al terzo piano, s’è sistemato tra il pubblico e ha seguito la causa che lo riguardava, una causa penale per bancarotta fraudolenta della società Magenta. Fino alle 11 non è successo niente, ma a quell’ora il pubblico ministero Luigi Orsi s’è messo a controinterrogare un testimone e a un tratto si sono sentite delle grida tra il pubblico, un litigio?, quindi s’è alzato in piedi questo Giardiello e ha sparato due colpi contro il giovane avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani che a suo tempo aveva rinunciato ad assisterlo e ieri mattina avrebbe dovuto rendere testimonianza sulla vicenda della bancarotta fraudolenta (le sue ultime parole sono state: « Non ho nessun problema a testimoniare, nella vita bisogna essere coraggiosi»). Le pistolettate hanno penetrato il cuore di Claris Appiani, 37 anni, che è morto sul colpo. Giardiello s’è quindi fatto largo tra il pubblico già in fuga, ha tentato di esplodere qualche colpo contro Orsi, che s’era buttato per terra, ma l’arma s’è inceppata, quindi ha sparato un proiettile contro Giorgio Erba, 60 anni, imputato con lui nel processo, uccidendolo, e nove colpi contro il nipote e socio Davide Limongelli, ferendolo molto gravemente in pancia. È poi fuggito dall’aula del tribunale, ha incrociato nella corsa il commercialista Stefano Verna e gli ha sparato alle gambe, quindi è sceso al secondo piano, ha raggiunto la stanza 510, spalancato la porta e sparato ancora: seduto dietro la scrivania, attorniato da un gruppo di cancelliere, c’era il giudice Fernando Ciampi, 71 anni e prossimo alla pensione. I colleghi accorsi dalle stanze vicine hanno trovato il magistrato senza vita riverso e le donne in lacrime.
• E Giardiello era intanto fuggito?
Sì, nessuno è riuscito a fermarlo. Il Palazzo è stato evacuato, si sono chiuse tutte le porte, ma inutilmente. L’uomo ha continuato a inguattarsi in quel labirinto che è Palazzo di Giustizia, e che evidentemente conosceva assai bene. Lo hanno cercato per un’ora. Poi hanno capito che era riuscito a imboccare una porta e ad andarsene. Ha infatti ripreso lo scooterone ed è scappato.
• Dove è andato?
L’hanno acchiappato meno di mezz’ora dopo, a trenta chilometri di distanza, a Vimercate, presso un centro commerciale che si chiama Torri Bianche. Secondo i carabinieri era andato fin lì con l’intenzione di uccidere un altro compare. Ma si dovrà vedere: in generale forze dell’ordine e servizi di sicurezza non hanno fatto in questa storia una gran bella figura, l’ipotesi che volesse uccidere ancora qualcuno è almeno servita al ministro dell’Interno Alfano per dichiarare: «Siamo stati bravi, lo abbiamo fermato in tempo…». Mentre il presidente della Repubblica Mattarella ha cercato di tranquillizzare: «Gli inquirenti faranno piena luce e si prenderanno i dovuti provvedimenti perché simili fatti non si ripetano».
• Che cosa ha detto quando l’hanno preso?
Dicono le stesse fonti che avrebbe mormorato: «Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato». Durante il primo interrogatorio s’è sentito male, hanno dovuto trasferirlo al Pronto soccorso di Vimercate. Lì hanno continuato a fargli domande. Ma la storia è ancora tutta da capire. Giardiello era in società con alcuni di questi che ha ammazzato, in qualche modo avevano costituito una riserva nera, che poi si spartivano. Ma Giardiello voleva di più. (Spieghiamo tutto meglio nel pezzo a piè di pagina ).
• Ci sono un mucchio di domande…
Sì, le questione aperte sono almeno quattro. Come ha fatto Giardiello a entrare con la pistola e come ha fatto a uscire dopo il blocco del Palazzo. Perché ha ammazzato il giudice Ciampi, il cui legame con le società dell’assassino non è chiaro, e perché ha gambizzato il commercialista Stefano Verna. Bisogna poi capire tutto il meccanismo della premeditazione, e che cosa l’ha scatenato (forse la rinuncia ad assisterlo dell’avvocato Claris Appiani).
• Per non parlare della fuga a Vimercate: chi stava cercando?
Eh sì, sono cinque (non quattro) le questioni ancora aperte. Se davvero a Vimercate cercava una quarta vittima, bisogna capire chi è e che ruolo aveva nei fallimenti e nei giri di soldi di Giardiello.
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