Selvaggia Lucarelli, Libero 10/4/2015, 10 aprile 2015
LILLI GRUBER SCOPRE IL GOSSIP SU SALVINI, MA SE QUALCUNO SI AZZARDA A INTROMETTERSI NELLA SUA VITA PRIVATA LEI QUERELA (CHIEDERE A NOVELLA 2000)
«Lei è stato più volte paparazzato con la conduttrice Elisa Isoardi, è la fine di un giallo?». La domanda di Lilli Gruber a Matteo Salvini durante l’ormai famosa puntata di Otto e mezzo è, a dire il vero, l’inizio di un giallo. Ed è un giallo che non ha nulla a che fare con le lenzuola di Salvini o con l’opulenza del suo pelo. Ha a che fare con il senso e il pulpito della domanda, oltre che con uno scoop che non è uno scoop.
Per chi si fosse perso la puntata, Matteo Salvini se ne stava in collegamento con la sua consueta, agghiacciante felpa blu «Finale ligure» abbinata a una camicia azzurrina e appoggiato a uno sfondo che pareva un pannello di faggio chiaro o forse la spalliera del divano letto su cui s’accascia durante gli spot nelle sue consuete 72 ore di diretta tv al giorno, non è chiaro. Fatto sta che fino a quel momento aveva discusso con la Gruber e la Serracchiani della sua frase sui campi rom da radere al suolo (a causa della quale era stata rimossa la sua pagina fb) e del problema immigrazione. Ai più probabilmente il problema della chiusura della pagina fb di Salvini sembrerà poco importante, ma va detto che se dovesse accadere contemporaneamente anche la sventurata chiusura dell’account twitter di Gasparri, si verificherebbe un crollo verticale di risse social e il crack di facebook e twitter a Wall Street. E capirete che per la Gruber, assidua frequentatrice delle gite fuoriporta del gruppo Bilderberg, la questione è di una certa rilevanza.
Terminate le domande sul tema caldo del giorno, con un triplo carpiato con avvitamento degno di Barbara D’Urso quando deve passare dall’omicidio di Meredith alle corna di Alex Belli, Lillismack si rivolge al felpato con aria sorniona e gli pone la fatidica domanda “Lei è stato più volte paparazzato con la conduttrice Elisa Isoardi, è la fine di un giallo?”, con la fondamentale premessa “La questione non ha nulla a che fare con i temi trattati fino ad ora”. Premessa indispensabile perché in effetti c’è il rischio che da casa qualcuno pensi che la IsOardi sia una zingara o che quelli da radere al suolo siano gli studi Rai in cui lavora. Ci sarebbe anche da far notare che in realtà non esiste nessuna precedente paparazzata di Salvini e la Isoardi insieme ma solo una vaga ammissione di lei su una loro “frequentazione”, per giunta poco probabile visto che per frequentare Salvini tocca essere o un cameraman o un fruttarolo al mercato di Treviso.
Matteo Salvini la ascolta infastidito, la Serracchiani abbassa lo sguardo e comincia a fissare la scrivania come se nel plexiglass potesse leggere le prossime percentuali del pd in Friuli. Intanto sul maxischermo appare la gigantografia della pruriginosa copertina di “Chi” in cui da giorni si spaccia per bacio una foto in cui lei sta di spalle e lui le sta in piedi di fronte senza che si vedano le facce, per cui per immaginarsi un limone bisogna essere Rocco Siffredi dopo tre mesi di astinenza sull’isola.
Dopo un silenzio imbarazzato in cui Lillismack forse si aspetta un sorrisino, uno di quei no che sembrano un sì o magari quel nì che le regali l’apertura sul Corriere, parte l’inatteso, sonoro, fragoroso cazziatone di Salvini. Senza alcun timore reverenziale nei confronti della conduttrice, il segretario della Lega la invita a farsi beatamente i fatti suoi e tante care cose. Lilli si irrita, gonfia le labbra come il pesce palla quando si incazza e con un sorriso tirato risponde seccamente: “È qualche decennio che i politici devono rendere conto della loro vita privata”. La vecchia volpe Salvini ribatte che avrebbe preferito leggere le intercettazioni sul Monte dei Paschi, che quelle sulla vita privata dei politici. Lillismack comincia a vacillare. “Perché non ci vuole dire nulla? In fondo non ci sarebbe niente di male”. “Non capisco perché dovrei venire a raccontare a lei una cosa del genere”.
Ed è un peccato che l’impavido felpato in quel momento non abbia il guizzo. Non ricordi a Lillismack che nel 1992 la rossa conduttrice fece causa a Novella 2000 per delle foto di lei nuda spaparanzata al sole (causa che le fece ottenere svariati milioni di lire di risarcimento). Certo, fu fotografata nel suo giardino, ma all’epoca tuonò furiosa: “Fino a prova contraria nessuno è tenuto a rendere conto dei comportamenti in casa propria”. In pratica, se lei se ne sta senza mutande in giardino sono fatti suoi, se Salvini si limona la Isoardi nel salotto di casa sua sono fatti nostri. “I politici devono rendere conto”, dice.
Una perentorietà che a me spaventa pure, perchè l’idea che Salvini debba rendermi conto dei suoi accoppiamenti, francamente, genera in me un certo raccapriccio. Preferirei non sapere nulla. Preferisco immaginarlo barzotto ai primi sondaggi su Zaia in Veneto che davanti alla Isoardi in lingerie. E mi auguro che la Gruber, dopo questa parentesi dursiana, ritorni la vecchia Lilli di una volta, anche perché se va avanti così, rischia di trasformare il Matteo felpato in un moderato: da ieri, infatti, gli unici gommoni che vorrebbe affondare Salvini sono le labbra di Lillismack.