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 2015  aprile 10 Venerdì calendario

La Cina vuola bucare l’Everest per unire Lhasa (Tibet) a Kathmandu (Nepel) tramite un tunnel ferroviario passando sotto al tetto del mondo. Questo il progetto avveniristico di Xi Jinping per aprire a Pechino una «comoda» finestra sul mercato indiano, più a valle

Il Celeste Impero non ha mai avuto timore di costruire l’impossibile. Dalla Grande Muraglia, confine fisico tra la «civiltà» e la «barbarie» lungo oltre ottomila chilometri e realizzato a partire dal terzo secolo a. C., alla grande diga sullo Yangzi, il Fiume Azzurro, che dal 2006 ha cambiato l’orografia della Cina centro-orientale.
Ora Pechino prova a rilanciare l’epoca dei «progetti avveniristici», destinati a entrare nella Storia come eredità del presidente Xi Jinping, il nuovo Timoniere di una Cina che vuole tornare in vetta al mondo. In questo caso, letteralmente: l’idea è quella di unire Lhasa, capitale del Tibet, a Kathmandu, in Nepal, attraversando con un tunnel ferroviario il massiccio dell’Everest, ovvero, appunto, il tetto del mondo, con le sue cime oltre gli ottomila metri. Fantascienza? Chissà.
L’annuncio è stato fatto sulle pagine del China Daily, quotidiano in lingua inglese e verbo del governo centrale, da Wang Mengshu, considerato in Cina il massimo esperto in ingegneria dei tunnel. «La ferrovia – ha dichiarato al giornale il tecnico, che è membro dell’Accademia cinese di ingegneria – dovrà con ogni probabilità attraversare il Chomolungma (così i tibetani chiamano l’Everest, ndr ), dunque i nostri operai dovranno scavare tunnel davvero molto lunghi». Non solo: considerate la differenza di altitudine tra Lhasa (3650 metri sul livello del mare) e Kathmandu (1355 metri), ma soprattutto i passi da attraversare (alcuni sui cinquemila metri), le difficoltà da affrontare saranno davvero al limite delle risorse tecnologiche attuali. E, spiega Wang Mengshu, i treni difficilmente potranno superare i 120 chilometri orari.
Un limite che oggi, in Cina, è considerato con un sorriso, vista l’estensione della rete ad alta velocità che consente di attraversare in poco tempo l’immenso Paese: 9.300 chilometri di binari dove i treni corrono fino ai 300 l’ora. Attualmente, Pechino è già unita a Lhasa da una ferrovia (la Qinghai-Tibet) che è stata costruita tenendo conto di terreni la cui consistenza è influenzata dalle stagioni e da bruschi salti di temperatura. In progetto c’è già di allungare la linea fino a Xigaze e al confine tra Cina e Nepal entro il 2020. Il passo successivo, secondo il China Daily, è già stato discusso dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, durante una recente visita nel Paese himalayano: un tunnel extra lungo (anche centinaia di chilometri) per sbucare dall’altra parte della catena montuosa, collegare le due città, che in linea d’aria distano solo 603 chilometri, e aprire a Pechino una «comoda» finestra sul mercato indiano, più a valle.
Il progetto, davvero avveniristico, è per ora ancora a livello di idea, insieme con altri avanzati dalla dirigenza del Celeste Impero, ovvero linee che portino passeggeri e merci sempre più a sud, unendo con la strada ferrata il Sud-Est asiatico e capitali come Bangkok e Singapore al grande vicino in continua espansione. Visioni di questo genere ovviamente hanno una ricaduta politica altrettanto importante. Per ora New Delhi si limita a osservare. Non sappiamo se con interesse o con timore.