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 2015  aprile 10 Venerdì calendario

Nunzia De Girolamo avvelenata con Renzi e con Alfano: «Il premier ha avuto la mia testa, se ora ci alleiamo con lui lascio subito il partito. Se all’Ncd preferiscono essere zerbini, auguri»

La bestia nera di Nunzia De Girolamo si chiama Matteo Renzi. Dopo aver criticato il premier, è stata ghigliottinata da Angelino Alfano. E non l’ha presa bene.
Rimpiazzata per volere del premier. Come fa a dirlo?
«L’ho letto sui giornali e non ho visto smentite. Anche se mi auguro che Renzi si occupi di altro, nella vita: le famiglie, gli agricoltori, i precari, le partite Iva».
Non è normale che l’abbiano sostituita? Contestava la linea del Ncd.
«Veramente ho appreso della mia sostituzione ben prima di assumere posizioni così critiche verso Renzi. Ero in tv, mi hanno notificato le dimissioni con un lancio d’agenzia. Decidono come fossimo quattro amici al bar».
Cosa è successo, ritrovandosi faccia a faccia con Alfano?
«Sono stati momenti intensi. Ma preferisco mantenere il segreto istruttorio».
Pensa che Lupi le abbia fatto uno sgarbo, accettando di sostituirla?
(Lungo silenzio) «Gli faccio un grande in bocca al lupo».
A proposito: alla fine non avete votato la sua sostituzione, vero?
«Gli imperatori romani prima del pollice verso si rivolgevano al popolo per sentirne il parere. Nel Ncd non si conoscono neanche le regole dell’arena. Spero le imparino».
Sia sincera: come Berlusconi, pensa che Alfano non abbia il “quid”?
«Il problema è il dna del partito. Ci siamo trasformati in una costola di Renzi. Si può stare al governo, ma da posizioni critiche. Se invece preferiamo essere zerbini, auguri».
Non ha mai rotto con l’ex Cavaliere. L’ha chiamata?
«Sì, l’ho sentito. Ma succede spesso, con lui ho un buon rapporto. In questi giorni ho sentito anche Salvini, Meloni, Tosi: parlo con tutti quelli che sono alternativi a Renzi».
Esclude categoricamente di tornare in FI?
«Resto nel partito che ho fondato, ma ora ho più tempo e girerò l’Italia per ascoltare la base. Non so se sono così minoranza, come nel palazzo. Lo scopriremo vivendo...».
Eppure sembra già fuori l’Ncd. Si è data un tempo per decidere?
«Non nego che le Regionali saranno un banco di prova importante. Si vota anche in Campania: se faremo accordi con la sinistra io sono incompatibile. Comunque in famiglia non è che se uno litiga deve per forza andarsene, no?».
Esiste anche il divorzio, onorevole.
«Se smarriremo la nostra identità prendendo ancora di più ordini da Renzi, ecco: andrò via, perché resto alternativa al premier. Intanto penso a un partito unico o federato, sul modello dell’Ump. Lasciamo da parte i personalismi e i rancori».
È possibile mettere d’accordo Berlusconi e Alfano?
«Io ci provo da un anno e mezzo. E ci eravamo anche riusciti. I due si incontrarono e si accordarono, finché noi non votammo Mattarella. Abbiamo trattato con Berlusconi e poi l’abbiamo lasciato solo. Il mio lavoro è svanito».
L’unità non passa dal pensionamento di Berlusconi?
«La leadership non si archivia perché lo decide qualcuno. Possono farlo solo i cittadini. Si faranno le primarie».
Ha pensato di traslocare nella Lega o con Tosi?
«Non si va nei partiti per amicizia, ma perché si crede nei valori e nelle idee. Quanto a Tosi, è una risorsa – come altri – per ricostruire l’area alternativa alla sinistra».
Con Boccia formate una coppia ad alto tasso di antirenzismo. Quanto ha inciso?
«Sto con lui dal 2009, quando essere berlusconiani e antiberlusconiani era il massimo del conflitto. Non confondo mai la sfera personale con quella politica, non cominceremo certo a farlo dopo il patto del Nazareno. E poi, scusi: che c’entra mio marito?».