Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport 10/4/2015, 10 aprile 2015
MAURESMO, CHE SORPRESA: «SARO’ MAMMA AD AGOSTO»
L’annuncio su Facebook e Twitter, corredato dalla foto assai tenera di un paio di scarpettine da tennis blu accanto a un identico paio, ma da adulti: «Il bambino arriverà in agosto! Incinta! Sono così felice». Lei è Amelie Mauresmo, ex numero uno del mondo e vincitrice di due Slam, una delle giocatrici più eleganti e talentuose del primo decennio del secolo, oggi allenatrice di Andy Murray. E lesbica dichiarata dal 1999, quando lo rivelò al mondo prima della finale persa contro la Hingis agli Australian Open.
FIDANZATA? La brevità del messaggio, che al di là della pura notazione di cronaca non fa alcun riferimento ad un’eventuale paternità, ha subito scatenato il popolo della rete. Inseminazione artificiale da single? Addirittura un fidanzato, come sostenuto da qualche sito di gossip che avrebbe intravisto la coppia acquistare un anello con diamanti in una gioielleria parigina? Oppure il suggello della scienza all’amore ritrovato con la compagna storica Sylvie Bourdon, che era al suo fianco in quel fatidico 1999 e con la quale ruppe nel 2003, ripromettendosi da allora di non parlare più della propria vita privata? Secondo queste voci incontrollate, le due si sarebbero anche sposate in segreto.
ESEMPIO In attesa che sia proprio Amelie, se lo vorrà, a rivelare la vera storia della gravidanza, non si può che applaudire, una volta di più, al coraggio della francese, che non ha mai avuto paura di metterci la faccia. Quando annunciò l’omosessualità (e aveva solo 19 anni), forte dei monumentali esempi di Billie Jean King e Martina Navratilova, i genitori in pratica la disconobbero e, alla morte del padre, lei soffrì profondamente per non essere riuscita a recuperare per intero il rapporto. Ha vissuto la sua condizione con grande tatto e discrezione, passando sopra le critiche delle colleghe, arrivate a definirla «un mezzo uomo» (così la Hingis) e ancora «una giocatrice che dovrebbe fare i tornei con i maschi» (così la Davenport), anche se poi la svizzera tentò di smentire la frase, ma venne inchiodata da un nastro registrato. E la reazione della Mauresmo quale fu? Un aplomb regale, di raffinata educazione: «Sono solo parole di piccola stupidità».
ALLENATRICE Controcorrente, sempre con eleganza, anche quando nell’estate dell’anno scorso ha accettato di allenare Andy Murray, prima donna della storia a seguire all’angolo un vincitore di Slam. Una scelta che ha sollevato più di un mormorio, subito stoppata dallo scozzese e soprattutto dalla di lui mamma Judy, che ha sempre considerato Amelie il tecnico ideale per il figlio. Certo, alla luce della rivelazione di ieri, assume altre sfumature la decisione di Murray di un mese fa di farsi affiancare anche dall’ex campione svedese Bjorkman, che avrebbe dovuto solamente occuparsi del servizio. Andy, sembra dunque quasi certo, conosceva la novità. La Mauresmo, che è anche capitana di Fed Cup della Francia e in febbraio ci ha rifilato la pesante delusione di Genova, la settimana prossima sarà regolarmente in panchina nella semifinale di Ostrava contro la Repubblica Ceca. La nascita del bebé, però, la costringerà ad allontanarsi da Murray per la lunga campagna estiva sul cemento americano. New York val bene una mamma.