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 2015  aprile 10 Venerdì calendario

CI SONO VOLUTI 14 ANNI DI PETIZIONI, INSULTI, BATTAGLIE LEGALI PER INDURRE L’EUROPA A LASCIAR ACCOPPIARE I RIGATONI CON IL SUGO CHE PREFERISCONO

Questa rubrica va alla ricerca di «segnali deboli», spesso solo per capire come sta evolvendo l’Occidente ai tempi dell’Isis e del Quantative Easing (si coglie l’assonanza?). Eccone tre, divisi per area politico-geografica.
Italia-Europa.
L’Europa ha massacrato, giustamente, l’Italia, sulla vicenda della Caserma Diaz, sottolineando che pratichiamo la tortura (sic!) in dispregio di una legge sulla «tortura» che neppure abbiamo. Imperdonabile. Una notizia positiva, l’Europa si è rimangiata, dopo 14 anni di petizioni, insulti, battaglie legali, una sguaiata decisione che metteva «fuorilegge» l’intestino tenue della vitella mongana. Vi rendete conto? Questi idioti euroburocrati ci avevano vietato di mangiare l’intestino tenue della vitella da latte. Dopo 14 anni potrò così tornare al Testaccio, perché è qua che la pajata trova la sua sublimazione, col sugo tirato fino allo spasimo, i rigatoni al dente che più dente non si può, il pecorino romano grattugiato alla bruta. Quattordici anni di vita buttati, in nome di seghe mentali di eurocrati dal sesso non risolto (sono i peggiori), anni nei quali i poveri rigatoni non hanno saputo con chi accoppiarsi. Una tortura.
Svizzera.
Alcuni mesi fa, il Governatore della Banca Nazionale Svizzera (un individuo senza volto che puoi incontrare su uno dei tanti tram che percorrono la Bahnhofstrasse di Zurigo, direzione lago) decise improvvisamente di abbandonare il cambio fisso del franco svizzero, lasciandolo fluttuare liberamente. L’euro perse di colpo il 15%, imminente la parità euro-franco. Chi l’avrebbe mai detto che il superbo euro, moneta di 500 milioni dei cittadini più colti del pianeta, in una decina d’anni perdesse il 60% nei confronti di un franco «contadino» di 7 milioni di individui che, orrore, si fanno dettare il tempo da un cucù.
Ciò ha comportato, per l’industria svizzera e il mercato interno, un pesante processo di ristrutturazione, perdita di posti di lavoro, riposizionamento dei prezzi e così via. Anche in Svizzera la genìa dei banchieri e dei supermanager è identica a quella euro-americana, cioè il peggio del peggio dell’umanità, costoro sognano che la Svizzera si suicidi aderendo alla losca Europa, al suo osceno sistema elettorale, e altrettanto osceno modello economico (che di «liberale» ormai ha solo più lo scheletro).
Ora nel riposizionamento dei prezzi, in Svizzera la lattina di birra locale costa 0,45 franchi, contro gli 0,55 di prima, meno dell’acqua minerale. Si dice che quando le spese per la difesa sono inferiori al costo degli interessi sul debito pubblico, il declino del Paese è irreversibile, quando la birra costa meno dell’acqua cosa succede?
Stati Uniti.
Prosegue l’inarrestabile marcia della filosofia Uber, ora ha raggiunto pure il mondo canino, seppur di fascia alta. A San Francisco (e dove sennò?) è nata un «App» che ho amato fin dal primo momento. Questa non ha connotati nazisti, non fa azioni di lobbying assessoriale (stile Coop), non vuole andare contro le leggi e i regolamenti del servizio pubblico, non butta sul lastrico dei poveracci sostituendoli con altri poveracci per prendersi una tangente (solo wasp schiavisti potevano concepire un business basato sull’«arbitraggio» fra schiavi, neppure il mitico Lincoln, che pure non si faceva mancare nulla, era arrivato a tanto).
Invece, onore e gloria alla «App Wag». Questa sostituisce, a pagamento, una Signora alto borghese, impossibilitata o disgustata non sappiamo, con un poveraccio, pagato per rapportarsi con il suo cane in un momento topico della giornata. Il compito del poveraccio non è così banale come appare: porta il cane a passeggio, con il solo scopo di osservarlo, per poi riferire alla Signora, nei suoi contorcimenti per liberarsi dei croccantini che, alfine, si palesano nella classica forma a scultura fallica. I croccantini sono autentiche bombe di proteine animali e vegetali, sali, additivi di ogni specie, costosissimi, per capirci, il cibo che mangeremo pure noi (non cani), quando passerà l’accordo Ttip. Questa fase, meglio se viene ripresa dallo smartphone del cane stesso (esistono, esistono) manovrato dal poveraccio, inquadrando la «scultura fallica canina» prodotta e poi allocata con destrezza negli appositi contenitori rosa pallido (riciclabili of course) politicamente corretti. Il processo si chiude quando il poveraccio riconsegna, sgravato, cane, report e relativo smartphone all’occhiuta Signora. Nel frattempo Wag ha già incamerato i 20 dollari pattuiti, trattenuto per sé il 40% (sic!), il poveraccio si ritrova sul conto 12 dollari, ci paga le tasse, le spese, le assicurazioni pensionistiche, sanitarie e ci deve pure campare.
Di Wag mi è tutto chiaro, sociologicamente come potremmo definire vite come quelle della Signora, del Cane, del Poveraccio?
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 10/4/2015