
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Berlusconi ha visto i vertici di Cai – cioè della compagnia che ormai bisogna chiamare Alitalia – e non ha sollevato obiezioni all’ingresso nel capitale dell’azienda di Air France. Ma oggi andrà a pranzo con Bossi e con Letizia Moratti, che di sicuro gliene canteranno quattro: non vogliono Air France e insistono per Lufthansa.
• Perché?
Il commento di Bossi al via libera per i francesi è stato: «È una stupidata». Però l’altra sera, a Sky, aveva detto: «Ma con Berlusconi poi ci si mette sempre d’accordo». Colaninno e Sabelli, ieri, hanno ribadito al Cavaliere quello che il Cavaliere avrebbe già dovuto sapere. Air France pagherà 300 milioni per il 25% della compagnia, cioè ha valutato la nuova Alitalia un miliardo e due. Cai aveva comprato la cosiddetta polpa dal commissario Fantozzi per un miliardo e 52 milioni. Quindi, in pochi giorni, la valutazione di Alitalia s’è incrementata del 15 per cento. Come mai? Perché nel frattempo Cai ha comprato Air One – sia pure a un prezzo spropositato – e grazie a questo acquisto è diventata monopolista, soprattutto sulla rotta Milano-Roma. In teoria in Italia i monopòli sono vietati. E per questo Berlusconi ha fatto approvare dal Parlamento una legge che, limitatamente alla vicenda Alitalia, sospende per tre anni le regole antimonopolistiche. Quindi, tutto a posto.
• Come mai alla Lega questa soluzione non piace?
Perché Air France farà perno a Fiumicino e non a Malpensa. Stiamo parlando dell’hub. Si ricorda? L’hub è idealmente il centro di una ruota di bicicletta, i cui i raggi rappresentano le rotte aeree. Tutto il sistema regionale o nazionale converge sull’hub e dall’hub poi partono i voli in direzione del resto del mondo. Qual è l’hub di Air France? Parigi. Che fine farà quindi Malpensa? Più o meno a remengo. Su quale aeroporto italiano punterà invece monsieur Spinetta? Fiumicino. Infatti nel tira-e-molla infinito di Alitalia è stata anche rimessa in scena la polemica Milano-Roma, con la strana coppia Alemanno-Marrazzo a difendere la Capitale da una parte, e la meno strana coppia Formigoni-Moratti a battere i pugni sul tavolo per Malpensa.
• Chi ha ragione?
Lufthansa non ha mai presentato un’offerta e quindi gli strepiti leghisti non stanno in piedi. Lufthansa non ha interesse a comprare Alitalia, oltre tutto perché ai 300 milioni di Air France dovrebbe aggiungere 200 milioni di penale per permettere ad Alitalia di lasciare Sky Team. Sky Team è un’alleanza tra varie compagnie aeree, promossa nel 2000 da Aeromexico, Air France, Delta Air Lines e Korean Air. Via via si sono aggregate parecchie altre compagnie e a questo punto il sistema ha a disposizione una rete di 684 destinazioni in 133 paesi e più di 15.200 voli giornalieri. Non si esce senza pagare pegno.
• Ma non si potrebbe dare Malpensa a Lufthansa… stavo per dire: «e fare tutti contenti». Solo che: in senso uno potrebbe dare Malpensa a Lufthansa? Di chi è Malpensa?
Malpensa è dello Stato e infatti non è che si può dare Malpensa a qualcuno. Nella trattativa di aprile, monsieur Spinetta aveva posto come condizione inderogabile di depotenziare Malpensa. Non solo Air France l’avrebbe adoperata poco o niente, ma non doveva essere consentito all’aeroporto di mettere i suoi slot a disposizione di qualche altra compagnia. Cioè, dal punto di vista francese lo scalo varesino andava praticamente distrutto. Un elemento che si scorda sempre troppo facilmente quando si rimpiange quell’offerta.
• Che cos’è uno slot?
E’ una finestra di tempo entro il quale un aereo ha il permesso di decollare. Alitalia è ancora in possesso degli slot per un mucchio di voli internazionali, che non adopera e che quindi l’Ente preposto – l’Enac – assegna a chi ne fa richiesta, come prevede la regola. Solo che queste assegnazioni sono temporanee, cioè si mette lo slot a disposizione della compagnia che vuole fare scalo a Malpensa solo per un mese. E nessuna compagnia, col permesso di un mese, può investire sull’aeroporto. Bossi e la Moratti vogliono che il governo metta gli slot sul mercato, compresi quelli per il collegamento con Roma, in modo che Alitalia debba patire una qualche concorrenza. Su questo punto i leghisti hanno già detto che sono pronti a far squadra col Partito democratico, il che segnerebbe un passaggio politico cruciale. Il Pd, infatti, è pronto a fare asse con Bossi. Intanto però le Ferrovie spagnole, con una politica commerciale di sconti e offerte assai aggressivi (rimborso del 100 per 100 del biglietto per cinque minuti di ritardo!) ha sottratto il 15% dei passeggeri all’Iberia appena privatizzata. Forse il vero pericolo, per Alitalia, non viene dai tedeschi… [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/1/2009]
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