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 2009  gennaio 08 Giovedì calendario

GIACOMO AMADORI PER PANORAMA 8 GENNAIO 2009

Romeo e gli affari last minute. Ancora pochi giorni prima della tempesta giudiziaria l’imprenditore riusciva a vincere appalti del Comune di Napoli. E anche con la Regione Campania...
Il 28 novembre 2008 il Vesuvio giudiziario che ora rischia di seppellire la politica napoletana non aveva ancora eruttato. Ma i lapilli erano già nell’aria. Nei corridoi di Palazzo San Giacomo, sede della giunta partenopea, le indiscrezioni sull’inchiesta Magnanapoli volteggiavano come cenere. Diventa poi di dominio pubblico la presunta tangentopoli collegata agli affari dell’imprenditore Alfredo Romeo, che verrà arrestato 20 giorni dopo con le accuse di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. La fuga di notizie fa dimettere l’assessore alle Risorse strategiche Enrico Cardillo. Meno di 24 ore dopo il collega Giorgio Nugnes si suicida. Eppure, nonostante tutto questo, l’attività comunale non cambia registro. «Proprio il 28 novembre c’è chi ha provato ad accelerare la conclusione di un affare con Romeo» sostiene Andrea Santoro, 32 anni, consigliere comunale di An. «Ho le carte che provano quanto dico». Documenti che Panorama può anticipare in esclusiva. Il più importante è un’annotazione di servizio del 29 novembre firmata da quattro assistenti capi della polizia municipale. In quelle ore i tg rilanciano la notizia della morte di Nugnes e Aldo Carriola, dirigente del settore legale dei vigili, chiede conto per iscritto di una vicenda che gli è appena giunta all’orecchio. Il giorno precedente i tenenti Luca Scognamiglio e Alfredo Barone si erano presentati negli uffici di via Raimondi, «supportati da documento a firma del Generale comandante (Luigi Sementa, ndr) che attestava che gli stessi erano i nuovi responsabili del Centro elaborazione dati». Alla polizia municipale sono sorpresi. Il tenente Giovanni Selvaggi, sino ad allora direttore del Ced, apprende la novità al telefono e ne discute animatamente con i successori. Il primo atto di Scognamiglio è l’esecuzione di un ordine che sembra particolarmente urgente: installare i dati dei verbali in via di prescrizione presso un ufficio esterno. Il database viene trasferito su un cd e poi, come si legge nell’annotazione, «alle ore 11 circa il tenente Scognamiglio, il tenente Barone e l’assistente capo Piero Olmo si recavano presso la Romeo. Dopo i consueti convenevoli si procedeva all’installazione del programma (di proprietà della Sapignoli srl di Rimini, ndr) su uno dei pc della società». Un lavoro, quello di gestione dei verbali, che la Romeo avrebbe dovuto svolgere «temporaneamente e a titolo gratuito». Una settimana dopo l’assessore alla Legalità Luigi Scotti, magistrato, ex ministro della Giustizia del governo Prodi e da sette mesi baluardo del sindaco Rosa Russo Iervolino contro la corruzione, rispondendo a un’interrogazione di Santoro scrive che la decisione di affidare il servizio di digitalizzazione dei verbali e il relativo imbustamento è particolarmente urgente, vista la scadenza del contratto con la società che se ne occupava precedentemente. Per questo, afferma, non è necessaria alcuna gara, ma basta una procedura negoziata e «la scelta è ricaduta sulla società Romeo gestioni spa in quanto in possesso di adeguati requisiti tecnici maturati per analoghi servizi prestati nell’ambito del contratto relativo al patrimonio immobiliare». Insomma, il Vesuvio sta per eruttare ma la migliore scelta possibile resta Romeo, l’imprenditore che, secondo la procura, era il vincitore annunciato di un appalto pilotato da 400 milioni di euro per la manutenzione delle strade. «Se le gare non sono state fatte, si vede che qualcuno si è accorto e le ha fermate» si è difesa Iervolino nei giorni scorsi davanti ai pm. A maggio il sindaco aveva tolto alcune importanti deleghe agli assessori sotto osservazione. Gli stessi dubbi non hanno assalito i suoi collaboratori, neppure Scotti. Insomma, nel rapporto con Romeo da una parte il comune frena, dall’altra accelera. Un doppio binario confermato dalla gara per la riscossione delle multe: nel febbraio 2007 la vince proprio Romeo, ma il contratto, dopo quasi due anni, non è ancora stato firmato. Se il motivo sono i dubbi di Iervolino, perché il 28 novembre i vigili consegnano alla società dell’imprenditore i file con i dati dei verbali, ovvero le affidano uno dei servizi previsti dalla gara e fermi da mesi? «Secondo noi per sbloccare il contratto» ipotizza Santoro. La Romeo si era già aggiudicata l’appalto nel 2004, ma tar e Consiglio di Stato avevano annullato la decisione, dopo il ricorso di una società concorrente. Nel 2006 i tecnici del comune preparano un nuovo capitolato sotto la guida dell’assessore Cardillo (dimessosi a novembre). La base d’asta è di 16.755.000 euro, iva esclusa, da moltiplicare per i nove anni del contratto. Un appalto da circa 180 milioni. Il calcolo viene fatto ipotizzando 1,5 milioni di verbali ogni 12 mesi, cifra molto superiore alla media degli ultimi anni e che innalza i requisiti economici necessari per poter gareggiare. Alla fine presentano un’offerta solo la Romeo gestioni in cordata con la banca Monte dei Paschi di Siena e le Poste italiane con la Gestline. Nel frattempo il colonnello Claudio Cappuccio, responsabile del settore legale della polizia municipale, in una relazione inviata al comandante dei vigili Carlo Schettini e ai due assessori competenti, Cardillo e Gennaro Mola, sottolinea l’inutilità dell’esternalizzazione del servizio, avendo trovato il modo di raggiungere gli stessi obiettivi «con il minimo sforzo e una spesa contenuta». Dopo poco tempo Cappuccio viene sostituito e declassato. La gara procede e la commissione di valutazione che deve decidere il vincitore è selezionatissima. Forse troppo. Il presidente è Carriola, lo stesso che aveva già preferito Romeo nel 2004. Garanzia di trasparenza dovrebbero essere i consulenti esterni. Il sindaco Iervolino chiede di nominarli al rettore dell’Università Federico II, Guido Trombetti. Si legge nella delibera che «la busta chiusa con i nomi viene inoltrata con nota riservata (...) dell’onorevole signor Sindaco al direttore della Direzione centrale risorse strategiche e da questi tenuta riservata e chiusa sino alla scadenza del termine di presentazione delle offerte della gara». Alla fine i due consulenti prescelti sono Paolo Stampacchia, ordinario di economia aziendale, e Giuseppe Zollo, professore di economia gestionale, gli stessi che avevano sancito il successo di Romeo due anni prima. Il risultato non cambia e nel febbraio 2007 la sua società viene proclamata vincitrice per la seconda volta. Santoro presenta un esposto in procura. Che sino a oggi non ha prodotto risultati.Ma gli affari «last minute» di Romeo non finiscono qui. E coinvolgono anche la Regione Campania, sebbene l’imprenditore nelle telefonate intercettate dalla procura si lamenti di non riuscire a ottenere appalti dall’amministrazione campana. La prova è la deliberazione della Asl 1 (la più grande e indebitata d’Europa, con diversi miliardi di deficit). Un documento, datato 3 novembre 2008, con cui il direttore generale Giovanni Di Minno proroga di un anno l’affidamento in appalto dei servizi di gestione del patrimonio immobiliare dell’azienda sanitaria alla Romeo gestioni, che aveva vinto la gara nel 2004. Il motivo del prolungamento del contratto? Alla scadenza la Soresa (la società regionale per la sanità con il compito di catalogare e cedere le proprietà delle asl per coprire il debito della sanità campana), smentendo le previsioni, non è in grado di subentrare alla Romeo. Con una precedente delibera l’azienda sanitaria aveva già liquidato a quest’ultima 150 mila euro per sei mesi di lavoro aggiuntivo. Sul tema ha presentato un’interrogazione urgente Enzo Rivellini, 53 anni, capogruppo di An: «Ma non ho ancora ottenuto risposta. Comunque questa vicenda dimostra che non è vero che Romeo non abbia fatto affari con la regione. Infatti che cosa sono le asl se non emanazione di questa istituzione?». Di certo l’opposizione non si è stupita quando Romeo è stato preferito alla Soresa. Infatti l’imprenditore, un mese prima del suo arresto, è ancora ritenuto da comune e regione la soluzione alle emergenze dell’ultimo minuto.