Moreno Pisto Riders n.15 dicembre 2008 gennaio 2009, 8 gennaio 2009
Niccolò Canepa Più ci parli e più ti convinci che Niccolò Canepa è troppo educato e troppo gentile per essere uno che va veloce in moto
Niccolò Canepa Più ci parli e più ti convinci che Niccolò Canepa è troppo educato e troppo gentile per essere uno che va veloce in moto. Basta citare un episodio. Questa intervista era stata programmata due mesi fa. Ma tre giorni prima dell’appuntamento, in prova al Mugello, Niccolò cade e si frattura i due malleoli, un gomito e si rompe i legamenti di una caviglia. Dopo un’ora dall’incidente, direttamente dal letto d’ospedale, ci chiama per scusarsi e rimandare il servizio. Un gesto banale. Ma quale altro pilota l’avrebbe fatto? Pochi, fidatevi. Forse nessuno. L’aneddoto svela chi è la promessa di casa Ducati, 20 anni, il più giovane esordiente della prossima MotoGP (nel team satellite Pramac) e l’unico a frequentare l’Università (Ingegneria): un bravo ragazzo. E quindi «un perdente» direbbe Carl Fogarty, quattro volte campione del mondo in Superbike proprio con la Ducati. Perché, secondo Fogarty, «i bravi ragazzi non vincono mai». Vale la pena conoscerlo meglio allora, questo ragazzino a cui hanno già affidato lo sviluppo della 1098 e della Desmosedici. E lo facciamo chattando su Facebook, una comunità online con milioni e milioni di iscritti (vedi pagina 118) in cui anche Niccolò ha la sua pagina personale. E 1.956 amici... Riders Ha ragione Fogarty? Canepa Lo smentirò. Io quando sono fuori dalla pista sono un ragazzo educato, è vero. Ma quando indosso il casco divento uno stronzo come gli altri. Non mi frega di niente e non ho rispetto per nessuno. Riders Oltretutto arrivi da una città senza cultura motociclistica come Genova. Canepa Mio padre ha scoperto la moto a 40 anni e quando sono nato, invece di fare il regalo a mia madre, si è comprato una BMW K100. Il pezzo forte, però, era il nonno: faceva le gare in salita con uno pseudonimo. Riders Come hai iniziato? Canepa A tre anni mio padre mi ha fatto salire su una minimoto. D’istinto ho aperto il gas e mi sono capottato. Un altro si sarebbe spaventato, io non volevo più scendere. A 10 anni la prima gara di velocità. Ma dopo un po’ mi sono stufato. Era un brutto ambiente, vedevo genitori che tiravano le moto addosso ai figli. Così, a 13 anni, siccome avevo già il 44 di piede ed ero troppo grosso anche per le 125, ho provato una 600. Riders Una follia. Canepa Sì. Sono stato il primo ragazzino a scegliere una 4 tempi. Erano moto pesanti, potenti. Ma mi sono piaciute subito. Il limite d’età per partecipare a una gara era 14 anni. A 14 anni e tre giorni ho fatto la prima e nel 2005 sono entrato nel Ducati Junior Team. A 17 anni sono passato al mondiale Superstock 1000 e l’ho vinto subito, incominciando a sviluppare la 1098 di Troy Bayliss. Infatti, in più occasioni, Troy si è complimentato per come l’ho fatto. Una soddisfazione. Tra l’altro con la 1098 il record al Mugello è ancora mio. Nemmeno lui è riuscito a batterlo. Infine l’anno scorso dovevo salire in Superbike ma hanno preferito farmi fare esperienza come collaudatore. Riders In Formula Uno anche Lewis Hamilton con la McLaren ha fatto un percorso simile. Canepa Sì, sono stato il primo anche a fare il salto da collaudatore a pilota nella MotoGP. Il paragone mi affascina. Riders La Ducati prevede una guida muscolare. La tua com’è? Canepa A volte sono fin troppo irruente. Mi butto fuori dalla moto. In America mi hanno chiamato elbows, gomiti, perché in piega li tocco per terra. Riders A cosa è servito un anno senza gare? Canepa Ho imparato a spiegare bene cosa sento sulla moto, ho acquistato sensibilità, ho preso confidenza con l’elettronica e tutte le varie regolazioni. Riders A proposito: oggi l’elettronica è troppa? Canepa No. E non è vero che queste moto sono più facili da guidare. Adesso bisogna avere una sensibilità più fine, ci sono molte più cose da resettare. Prima ti concentravi sulla ciclistica, sulle sospensioni, magari sulla carburazione, ora devi pensare anche al freno motore, al traction control, alla sensibilità sul gas. Riders Cosa ti aspetti dalla prossima stagione? Canepa Per me è come andare a scuola. Cinque piste non le conosco. La nuova moto, la GP9, l’ho provata solo poche volte, e devo riprendere confidenza con la bagarre. Quest’anno ho girato sempre da solo, è stato faticoso soprattutto mentalmente perché mi dovevo inventare gli avversari, far finta di andarli a prendere. In più ho avuto due sfighe: la caduta al Mugello e la rottura di una caviglia, a causa di un incidente stupidissimo. Riders Cosa ti è successo? Canepa Ero sulle strisce pedonali. Un’auto si è fermata, un motorino che arrivava da dietro no. Mi hanno fatto anche un trapianto di pelle, dolorosissimo. Riders Oltre a tutto questo, c’è lo studio. Canepa dura. Per dare gli esami c’è l’obbligo di frequenza, quindi vado a rilento. Riders Quanti ne hai dati? Canepa Quattro. Sistemi organizzativi, chimica, informatica e disegno tecnico. I più facili. Riders Media voto? Canepa Ventisei. Riders I maligni dicono: ma a cosa serve studiare se poi devi solo andare forte in moto? Canepa Serve eccome. Sono più competente: parlo la stessa lingua degli ingegneri e so leggere e interpretare la telemetria. Poi serve come allenamento psicologico: ti dai un metodo, ti abitui alla costanza e alla disciplina. Riders Chi era il tuo mito? Canepa. Bayliss. Quando avevo dieci anni mio padre fu premiato come migliore cliente Ducati della Liguria. Quel giorno c’era anche Troy. Mio padre lo riaccompagnò in auto a Montecarlo. Sul cruscotto c’era una mia foto con una 125. Bayliss la firmò scrivendo Try hard, good luck (lavora duro, buona fortuna). L’anno scorso gliel’ho portata: «Ricordi questa?». Lui se la ricordava. Un grande. Riders Chi ti è antipatico? Canepa Oltre a Gibernau? Riders Ultimo libro letto? Canepa Un thriller di Tom Clancy. Riders Allenamento? Canepa Corsa, nuoto, palestra. Il mio allenatore, per migliorare i miei riflessi, si mette i guantoni e mi fracassa di botte. Io devo parare i suoi colpi. Riders Genova significa Fabrizio De André. Canepa La sua canzone che preferisco è Creuza de mar. L’inizio è meraviglioso: «Umbre de muri, muri de maine’ (Ombre di facce, facce da marinaio)». Riders Genoa o Sampdoria? Canepa Genoa. Riders Parliamo di Facebook. Un mese fa i tuoi amici erano 516, una settimana dopo 680, nel giro di un giorno sono schizzati a 760. Adesso sfiorano i duemila... Canepa Ammetto che mi è scappata un po’ la mano. Riders Tra i tuoi amici figurano Anna Falchi... Canepa Se è per questo c’è anche Arafat. Ma sono identità false. Riders La campionessa di scherma Margherita Granbassi. Canepa Lei, forse, è quella vera. Riders Il nostro collaboratore/Iena/comico Luca Bizzarri. Canepa L’ho aggiunto perché è tra gli amici di tutte le più grandi gnocche di Facebook, così le posso conoscere anch’io. Riders Il tuo motto su Facebook è If better is possible, good is not enough (Far bene non basta, se puoi dare di più). Canepa Me la ricamò mia madre su un cuscino che ho ancora sul letto. Questa frase la leggo tutte le sere prima di addormentarmi. Riders. Cosa guardi in una donna? Canepa La mia preferita è Elisabetta Canalis. Guarda lei e datti una risposta. Riders Sulla tua pagina di Facebook qualcuno ha definito Sete Gibernau un «gabibbo iberico». Canepa Davvero? Lo sai che in genovese gabibbo significa terrone? Ormai è diventata una parola comune, in realtà è nata per essere un’offesa. Riders Auto? Canepa Z4. Riders Su Facebook c’è una foto del tuo contachilometri che tocca i 260. Canepa Lasciamo perdere che è meglio. Riders Canzoni nell’iPod? Canepa Ascolto di tutto. Bleed it out dei Linkin Park mi manda di traverso appena la sento. Riders Da dove scarichi la musica? Canepa Da iTunes. Riders. Sul serio la scarichi legalmente o l’hai detto solo per fare il bravo ragazzo? Canepa L’ho detto solo per fare il bravo ragazzo.