Guido Ruotolo per La Stampa di giovedì 8 gennaio 2009, 8 gennaio 2009
IL CARCERE PIEGA ROMEO
NAPOLI - L’ idea di prolungare la sua permanenza nella cella dell’«hotel Poggioreale» lo fa soffrire molto. E’ comprensibile, è uno stato d’animo generalizzato tra il popolo dei detenuti. Alfredo Romeo proprio non ce la fa più e ieri qualche segnale - una disponibilità alla trattativa - l’ha inviato alla Procura di Napoli: vuole essere nuovamente interrogato. Eufemisticamente, il suo legale, l’avvocato Bruno Von Arx, parla di ricerca di una «soluzione concordata» e della necessità di «stabilire un canale di dialogo con il gip». Insomma, Romeo potrebbe decidere di «chiarire», anzi di «collaborare». Un po’ se l’aspettano in Procura, anche se frenano gli entusiasmi, e del resto c’è un precedente che depone a favore. Quando fu arrestato nel ”94 per la mazzettopoli sotto il Vesuvio, Alfredo Romeo al terzo giorno di Poggioreale iniziò a parlare.
E, dunque, se davvero Romeo decidesse di «collaborare», insomma se non si limitasse a confermare quello che è già emerso, c’è da scommettere che le novità potrebbero essere tante, e il quadro indiziario raccolto dalla Procura si rafforzerebbe ulteriormente. Romeo potrebbe chiarire, per esempio, le sue relazioni pericolose con Renzo Lusetti e Italo Bocchino, i due parlamentari del Pd e del Popolo delle libertà nei confronti dei quali la Procura ha chiesto l’autorizzazione all’arresto. Lunedì scorso, Bocchino si è presentato in Procura per chiarire la sua posizione. Un monologo, il suo, che non è entrato nel merito delle intercettazioni che lo coinvolgono se non per chiarire i suoi rapporti amicali con l’immobiliarista finito a Poggioreale e ribadire la sua estraneità al «sistema Romeo». Ma, allo stato, per i pm napoletani rimangono diverse «zone d’ombra» nella sua autodifesa.
Ieri sera, a «Porta a Porta», sia Lusetti che Bocchino hanno proclamato la loro innocenza. Il vicepresidente del gruppo alla Camera del Popolo delle libertà, ha ribadito di avere avuto con Romeo «un normale rapporto di un politico con un imprenditore». Renzo Lusetti ha parlato di «equivoco molto grosso»: «Nelle conversazioni intercettate di Romeo, c’è un tono molto discorsivo, scherzoso, sul piano di un rapporto ironico tra noi due». E nel merito dei colloqui intercettati, Lusetti si è difeso: «Escludo categoricamente di essermi attivato presso chicchessia, anche verso alti magistrati del Consiglio di Stato, per poter influenzare in qualche modo una decisione. Non l’ho mai fatto, non l’avrei mai fatto e non lo farò mai. Romeo è un imprenditore di valenza nazionale ed era vicino alla Margherita come ad altri partiti, aveva rapporti buoni con noi ed anche con altri».
Sarà, ma per la Procura, la posizione di Lusetti si è aggravata all’indomani dell’interrogatorio di Romeo, che ha confermato che l’esponente della Margherita «si interessava» di fargli vincere gli appalti.
Ieri, intanto, il gip ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’ex assessore del comune di Napoli, Giuseppe Gambale, e l’ex provveditore alle opere pubbliche, Mario Mautone. Nelle motivazioni, il gip rileva che «permangono immutati i gravi indizi di colpevolezza», anche «a seguito degli interrogatori di garanzia e delle ulteriori attività d’indagine (in particolare, le dichiarazioni del sindaco Rosa Iervolino e del consigliere regionale Pasquale Sommese)». Il sindaco aveva spiegato che nel maggio scorso aveva proceduto con un «rimpasto» di giunta, facendo fuori tra gli altri l’assessore Gambale proprio perché aveva avuto «notizie sull’esistenza delle indagini». Nelle motivazioni, il gip, a proposito di Gambale e Mautone, afferma: «Il supino ripiegare le funzioni pubbliche di ciascuno e la rete di personale conoscenze a favore del Romeo», è altamente sintomatico della «pericolosità sociale» dei due.
La Procura di Napoli - in attesa dell’udienza preliminare nella quale il gip dovrà decidere se inoltrare in Parlamento la richiesta di utilizzazione delle intercettazioni telefoniche dei due parlamentari coinvolti, Lusetti e Bocchino, (i pm chiedono che si pronunci la Corte Costituzionale) - continua a svolgere attività investigativa, in particolare approfondendo il filone delle fughe di notizie (e non è escluso che depositerà nuovi atti quanto prima al Tribunale del Riesame, che dovrà discutere il ricorso presentato da Gambale). Ma la prossima settimana potrebbero anche essere sentiti Ciriaco De Mita e Giuseppe Fioroni.