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 2009  gennaio 08 Giovedì calendario

FIAT, DA FEBBRAIO VANNO IN "CASSA" 2 MILA IMPIEGATI


La cassa integrazione alla Fiat arriva anche per gli impiegati. Scatterà a partire dal 2 febbraio, per le prime due settimane del mese, e riguarderà circa 2 mila «colletti bianchi» dell’area torinese di Fiat Group Automobiles e Powertrain. La cig interesserà 1.200 dipendenti Fiat Auto (prevalentemente impiegati, ma ci sono anche operai) degli enti centrali - per la prima volta dall’inizio della crisi - e delle costruzioni sperimentali, vale a dire il settore che si occupa dei prototipi, in attività nei centri di Mirafiori, Volvera e Orbassano. Altri 800 sono occupati nei comprensori di Mirafiori e Stura della Powertrain.
Il provvedimento è strettamente legato alla «gelata» dei mercati, e dunque, delle vendite, e segue quella già decisa per le tute blu, dipendenti per la quale la cig è in atto dal settembre scorso. La notizia della nuova tranche di cassa integrazione è stata comunicata ieri dal Lingotto ai sindacati. Immediata la reazione. «La cassa integrazione si estende anche ai colletti bianchi e questo conferma che la crisi è ben lungi dall’essere conclusa e sotto controllo» dice Giorgio Airaudo, il segretario generale della Fiom torinese. « indispensabile conoscere su quali prodotti si sta lavorando per rilanciare la Fiat e capire in che relazione sia la cassa integrazione degli impiegati con il proposito di nuove alleanze. In una situazione europea frammentata, dove ogni Paese fa la propria strategia auto, è urgente l’intervento del governo a tutela del patrimonio italiano dell’autoveicolo. L’auto si può salvaguardare puntando su innovazione e mobilità sostenibile».
Un tavolo di confronto lo chiede anche Vincenzo Aragona, il responsabile auto della Fismic piemontese. «La situazione è preoccupante perché la cig è estesa anche agli enti centrali. Per questo crediamo sia opportuno che le istituzioni locali aprano al più presto un tavolo di confronto con il governo per fronteggiare la crisi del settore delle quattro ruote e per trovare soluzioni finalizzate a contenere le perdite già pesanti sul salario dei dipendenti». La Fismic ha annunciato manifestazioni nazionali, che indirà nei prossimi giorni, e l’intenzione di chiedere un incontro con le altre organizzazioni sindacali «per chiamare in causa il governo per i necessari interventi a sostegno dell’auto».
Intanto, è prevista per il 19 gennaio la ripresa produttiva nella maggior parte degli stabilimenti della Fiat Auto. A Melfi l’attività riprenderà il 12, ma ci sarà di nuovo cassa integrazione dal 26 al 30 gennaio e dal 2 all’8 febbraio. La fermata più lunga è a Pomigliano, dove si producono i modelli Alfa Romeo 147, 159, Sw e Coupé, chiusa due mesi, dall’8 dicembre al 30 gennaio e dal 2 all’8 febbraio. Torneranno al lavoro il 19 gennaio gli operai di Mirafiori, Cassino e Termini Imerese (ma un nuovo stop è previsto dal 2 all’8 febbraio e, per la fabbrica siciliana, dove si costruisce la Lancia Ypsilon, anche dal 26 al 30 gennaio).
La Sevel (Fiat Ducato) è ferma fino al 13 gennaio e lo sarà di nuovo dal 26 al 30 gennaio e dal 2 all’8 febbraio. Si sono invece riaperte ieri per mille lavoratori, dopo un mese di cig, le porte dello stabilimento di Termoli, dove entro la fine del mese dovrebbero rientrare al lavoro tutti i 2600 operai. La cassa integrazione coinvolge complessivamente fino a un massimo di 28 mila lavoratori della Fiat Group Automobiles per un totale di 48 mila del gruppo (inclusi anche Iveco, Powertrain, Magneti Marelli e altre società). Ai quali vanno aggiunti i 2 mila di ieri. E l’indotto: 200 mila lavoratori, secondo la Fiom.
Il Lingotto, nel frattempo, tiene in Borsa. A Piazza Affari ieri Fiat ha chiuso a -0,37% (5,4 euro), nonostante la prima battuta d’arresto nel 2009 fatta registrare dal listino milanese.