Poveri DS di Elisa Calessi, Libero, 8/1/2009, 8 gennaio 2009
POVERI DS
Nessuno lo dirà mai pubblicamente. Al massimo si fa qualche battuta: «Il giorno che ce ne andiamo...». Non è un mistero, però, dalle parti dell’ex Margherita, specie in zona Rutelli, ci sia chi sogni o non escluda, prima o poi, un divorzio dagli ex Ds. Sentimenti contraccambiati, visto che in zona D’Alema sono in molti a sognare un partitone socialdemocratico. Scelte che spettano alla politica. Quelle, invece, che riguardano i soldi, ma che si intrecciano con le prime, sono già state fatte. In particolare le ha fatte Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, blindando tutto il patrimonio mobiliare, immobiliare e perfino simbolico dei Ds. Un tesoro che non solo resterà intatto anche quando Ds e Margherita cesseranno anche giuridicamente di esistere (ora è solo sospesa l’attività politica, ma si dovranno sciogliere, così almeno si era detto, nel 2011). Soprattutto, è un tesoro che non finirà nelle casse del nuovo partito. Da uomo accorto qual è (si deve a lui il quasi totale ripianamento dell’immenso debito diessino), Sposetti ha infatti creato oltre 50 fondazioni. A loro è stato conferito il patrimonio immobiliare che era di proprietà delle federazioni o sezioni della Quercia. Si parla di 2.400 edifici o appartamenti, alcuni di valore storico. Molte sono ex sezioni dove sono subentrati i circoli del Pd (dietro pagamento dell’affitto). Si tratta di fondazioni a tutti gli effetti, con tanto di cda, comitato di indirizzo, bilancio. E che non dovranno rispondere in alcun modo al Pd. La scelta di creare le fondazioni, spiega a Libero Ugo Sposetti, risale al 2004-2005. Ma in questi giorni si sta completando, non senza i mugugni degli ex Margherita.
Accanto a questo, è in corso un gigantesco lavoro di archiviazione di tutti i documenti e cimeli che dal 1991 a oggi si sono accumulati nelle sedi del Pds-Ds. Il dettagli curioso è che il progetto lo sta seguendo Linda Giuva, archivista, ma anche moglie di Massimo D’Alema. La tesoriera della Quercia ha inviato nei mesi scorsi una serie di circolari ai segretari delle ex federazioni o sezioni per spiegare il progetto e come procedere (sono state indicate le «modalità» di raccolta del materiale, i criteri). Ora si tratta di trasferire in digitale tutti i documenti, di «realizzare», come si legge in un documento della Tesoreria, «un archivio multimediale e uno delle opere d’arte», di integrare «archivio nazionale con locali». Si tratta di documenti, verbali di riunioni, filmati, bandiere e persino quadri anche di valore. In alcuni casi, la documentazione è andata a istituzioni già esistenti, gli Istituti Gramsci o il Cespe, il Centro studi voluto da Giorgio Amendola. In altri, si stanno creando archivi locali che saranno di proprietà delle fondazioni. I Ds, insomma, si tengono ben stretti il proprio tesoro materiale e immateriale. Nulla di strano, spiega a Libero Sposetti, «un conto è la politica, un conto il codice civile. Il Pd è un soggetto nuovo, politicamente e giuridicamente distinto da Ds e Margherita. Le fondazioni servano a conservare meglio un patrimonio di valore inestimabile». A togliere i gioielli di casa dalle mani del Pd? «A fare in modo che quel patrimonio anche storico non sia legato a scelte politiche». Perché, poi, non si sa mai... Sposetti nega risolutamente che ci siano retropensieri. «Guardi: se salta il Pd, andiamo tutti a vendere noccioline, io per primo...». Vedremo.