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 2009  gennaio 08 Giovedì calendario

Silvio e Umberto due federalisti per finta - Professor Luca Ricolfi, partiamo da un presupposto: l’attuale governo di centrodestra si sostiene grazie alla stretta alleanza tra Berlusconi e Bossi, di cui è garante il ministro dell’Economia Giulio Tremonti

Silvio e Umberto due federalisti per finta - Professor Luca Ricolfi, partiamo da un presupposto: l’attuale governo di centrodestra si sostiene grazie alla stretta alleanza tra Berlusconi e Bossi, di cui è garante il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Senza Lega in Parlamento non si fa nulla. Sì, è chiaro che per ora è così. Un "governo dei moderati" Pd-Pdl, senza Lega e Italia dei valori, non sembra digeribile per nessuno, anche perché la rottura non potrebbe che avvenire sul federalismo: difficile immaginare che Pd e Pdl si mettano insieme solo o principalmente per non fare il federalismo. In caso di rottura di questo accordo, quali conseguenza ci sarebbero a livello di governo e quali ricadute sugli assetti politici italiani? Intanto vorrei far notare un’asimmetria: salvare il governo conviene molto di più a Berlusconi che a Bossi, quindi è la Lega e non il Pdl a essere in una posizione di forza. In caso di elezioni anticipate, Berlusconi dovrebbe interrompere i suoi progetti di riforma della giustizia, repubblica presidenziale, mentre la Lega potrebbe ripresentarsi ai propri elettori anche da sola, accusando tutto e tutti di aver boicottato e fatto fallire il fedearalismo. Ricordiamoci che già nel 1996 la Lega si presentò da sola, e ottenne il miglior risultato della sua storia. Ma supponiamo per un attimo che la rottura ci sia e si arrivi ad elezioni anticipate. In questo caso, se la legge elettorale non cambierà, gli scenari-base ipotizzabili mi paiono tre: la Lega si presenta da sola; la Lega si allea con il Pd, riproponendo la famosa tesi del "federalismo con chi ci sta"; i giochi di tutti vanno a carte 48, perché qualcuno prova a fare una nuova forza politica, che prende le distanze dall’inconcludente stagione iniziata nel 1994 e protrattasi sotto i governi di ogni colore. Nel primo caso non si sa chi vince, nel secondo vince il centrosinistra, nel terzo perdono tutti perché la terza forza è decisiva al Senato, a meno che Pd e Pdl si alleino fra loro dopo il voto. Su quali basi poggia questa alleanza e quali ricadute può avere sul territorio padano, in Veneto e in Lombardia ad esempio, dove la Lega Nord è molto forte, ma deve pagare dazio, concedendo qualcosa al governo centrale? L’alleanza fra Bossi e Berlusconi poggia su un equivoco ben studiato. Entrambi fingono di essere federalisti, ma nessuno dei due vuole veramente il federalismo perché sanno perfettamente che, se il federalismo passasse sul serio, il centrodestra perderebbe l’elettorato del Sud. Il federalismo che stanno per propinarci sarà, in un primo tempo, una scatola vuota, di puri principi, che permetterà a Bossi di cantare vittoria e ai politici di stare due anni sulle pagine dei giornali a discettare di numeri e di decreti delegati, naturalmente con la piena complicità dei mass-media. In un secondo tempo, più o meno a partire dal 2010 o dal 2011, si proverà a trovare un equlibrio fra l’esigenza poetico-propagandistica di proclamare di aver finalmente «varato la riforma federalista dello Stato», e l’esigenza prosaico-contabile di evitarne le conseguenze più nefaste, ossia un simultaneo aumento della pressione fiscale e della spesa pubblica. Anch’io mi sono chiesto come mai la Lega, da qualche mese a questa parte, sia diventata così remissiva nella difesa degli interessi del Nord. Secondo me le ragioni principali sono due. La Lega non può rompere adesso, perché vuole portare a casa il federalismo e ormai ce l’ha a portata di mano. In secondo luogo, e questa mi sembra la causa più importante della sua remissività, al momento Bossi non ha concorrenti sul versante federalista. Il Pd è ancora attestato sulla linea romana di annacquare il federalismo, anziché su quella nordista di prenderlo sul serio, e questa scelta del Pd permette a Bossi di dormire fra due guanciali: nessuno può scavalcarlo, portandogli via voti. Al contempo Tremonti negli ultimi mesi pare aver parteggiato di più per gli interessi di Bossi e del Carroccio, tanto che alcuni fondi per il meridione sono stati ridistribuiti verso nord. Qual è il ruolo esatto di Tremonti secondo lei? Il ruolo di Tremonti è di evitare due sfasci: lo sfascio dell’alleanza di governo, il che gli impone di fare il federalismo, e lo sfascio dei conti pubblici, il che gli impone di non farlo. Soluzione: fingere di farlo. Filippo Penati ha definito la Lega un partito che sta a difesa degli amministratori locali. Nell’editoriale del Riformista di ieri si diceva che «la Lega Nord non è un partito, ma un sindacato». Sì, Penati ha ragione, aggiungerei solo una sottolineatura: la Lega difende i suoi amministratori in termini di risorse pubbliche, carriere, potere, ma si preoccupa sempre meno dei cittadini-elettori che a quei medesimi amministratori hanno dato il loro voto. Sì, la Lega è un sindacato sui generis, per la precisione è il sindacato che difende il segmento centro-settentrionale della "casta". Il Partito democratico può approfittare di questa fase di tensione politica e come può farlo? Al Nord il Pd fa da sponda alla Lega e sembra che Veltroni voterà a favore del federalismo. Il Partito democratico potrebbe approfittare della situazione in un modo solo: diventando più federalista della Lega. Ma questo lo costringerebbe a lasciar nascere un Partito democratico del Nord, con conseguente ridimensionamento del potere di Veltroni. Ovviamente non succederà mai. Alessandro da Rold