Gianandrea Gaiani, Il Sole 24 Ore, 8/1/2009, 8 gennaio 2009
Nonostante la mini-tregua umanitaria di tre ore e le voci di un possibile negoziato per il cessate il fuoco, l’operazione "Piombo Fuso" sembra in procinto di allargarsi e investire i maggiori centri urbani di Gaza, finora solo lambiti dalla penetrazione delle colonne di Tsahal
Nonostante la mini-tregua umanitaria di tre ore e le voci di un possibile negoziato per il cessate il fuoco, l’operazione "Piombo Fuso" sembra in procinto di allargarsi e investire i maggiori centri urbani di Gaza, finora solo lambiti dalla penetrazione delle colonne di Tsahal. Il Governo di Gerusalemme ha approvato infatti l’estensione delle operazioni militari, mentre il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha ordinato all’esercito di «prepararsi per la terza fase del piano», potenzialmente la più sanguinosa. Ieri l’aeronautica israeliana ha raggiunto le 1.200 sortite e superato i mille obiettivi attaccati dal 27 dicembre. Nel mirino dei Het le rampe per il lancio dei razzi, che anche ieri hanno colpito il Negev con 22 ordigni, e la zona di Rafah, dove sono stati distrutti una quindicina di tunnel utilizzati per i rifornimenti clandestini di armi ad Hamas. Dopo aver intimato alla popolazione di allontanarsi, nella serata sono scattate nuove incursioni contro i tunnel alcuni dei quali sarebbero stati fatti saltare dai genieri di Tsahal. Le unità del Genio sono protagoniste del conflitto, impegnate ad accompagnare la fanteria in tutti i principali centri per individuare e neutralizzare mine e bombe improvvisate collegate a edifici o a semplici oggetti domestici. Le cinque brigate israeliane penetrate finora nella Striscia hanno individuato chilometri di tunnel, bunker scavati sotto le case e utilizzati dai cecchini, depositi di armi, vie di fuga e trappole. Nei quartieri orientali di Gaza City e nel Nord della Striscia i militari hanno neutralizzato alcuni kamikaze che cercavano di farsi esplodere tra le truppe, mentre alcuni rapporti riferiscono di tentativi dei miliziani di isolare singoli soldati per catturarli. Le scarse perdite israeliane premiano la prudente tattica che vede l’impiego congiunto di carri armati in appoggio alla fanteria, genieri dotati di bulldozer ed elicotteri da combattimento. Strumenti che consentono di isolare e controllare ogni singola area e demolire edifici pericolosi.