Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I fatti politici della settimana sono sostanzialmente due: uno è il documento Fiat per Pomigliano di cui ci siamo occupati ieri e l’altro ieri; l’altro è la levata di scudi delle Regioni contro il governo per la manovra economica che il Parlamento sta esaminando adesso. Le norme della manovra sono già in vigore, perché si tratta di un decreto-legge che Camera e Senato devono convertire entro 60 giorni. Ed è ampiamente stata lodata dall’Unione europea. Ma raggiunge i 24,9 miliardi di risparmi con un taglio di 10 miliardi alle Regioni, e le Regioni hanno perciò firmato all’unanimità un documento per dire che il sacrificio richiesto è eccessivo e che in questo modo salta ogni ipotesi di riforma federalista. La presa di posizione – ripetiamo: unanime, cioè senza distinzione tra Regioni governate dal centro-destra e Regioni governate dal centro-sinistra – ha spaventato il governo. Ieri Gasparri ha fatto capire che qualcosa verrà fatta: «Vedremo nell’esame in Commissione e nel confronto con il governo quali spazi ci siano». Nel pomeriggio poi Berlusconi ha incontrato una delegazione, guidata da Formigoni. Dopo l’incontro, Formigoni ha detto: «Berlusconi ha confermato la sua impostazione: la cifra totale della manovra non può mancare, anche perché è stata concordata con l’Unione europea. Ma sarà rivista la ripartizione delle voci e dei sacrifici».
• E Tremonti che dice?
Zaia, il governatore del Veneto, parlando a Castelnuovo del Garda, ha assicurato ieri che Tremonti «è disponibile a ragionare». I fatti straordinari di questa vicenda sono due: il primo è che le Regioni sono tutte d’accordo, cosa che non ricordo tanto frequente in passato; il secondo è che la lotta è guidata da Formigoni – un big del Pdl, governatore della Lombardia – e da Vasco Errani, un big del Pd che governa l’Emilia-Romagna. C’è un terzo fatto che dà da pensare: Lombardia ed Emilia sono le Regioni più virtuose d’Italia. Quelle cioè che amministrano meglio i loro territori.
• Beh, non è strano che siano proprio loro le più arrabbiate. Se sono quelle che amministrano meglio, saranno anche quelle che hanno meno sprechi da tagliare.
Proprio così. Formigoni s’è spinto al punto di dire che la manovra, nella parte che li riguarda, è incostituzionale perché la Consulta ha sentenziato che deve esserci un rapporto tra funzioni conferite e risorse messe a disposizione. Per esempio, «la manovra riduce di un terzo il contributo per il trasporto pubblico locale: noi abbiamo dei contratti con Trenitalia e Trenitalia, sapendo di questi tagli, probabilmente taglierà un terzo dei treni e magari licenzierà anche un terzo del personale. E potrebbe persino farci causa e vincerla, visto che noi non saremo in grado di onorare i nostri contratti». Idem per i fondi della famiglia in Lombardia: 130 milioni tagliati via. tutto giusto, ma c’è un punto che ha illustrato bene lo stesso Zaia, governatore del Veneto, nel discorso di ieri.
• Quale?
«Propongo una novità» ha detto Zaia «quella di introdurre i costi standard, il che significa che se si deve tagliare si cominci da chi spreca. Se in Veneto una radiografia costa 100 euro e da qualche altra parte ne costa 500, non si taglino i 100 euro di chi è virtuoso, ma i 400 che, per strani meccanismi e filosofie, costano di più altrove».
• E quale sarebbe questo altrove?
Questo ”altrove” – non detto – è il Sud. Le faccio notare che a parlare finora sono stati Formigoni, Errani e Zaia, tre governatori del Nord. al Sud che un pacemaker può costare quattro o cinque volte rispetto al Nord e senza alcuna ragione. Ieri la Finocchiaro ha detto di volere incontrare Gasparri «per capire se sia possibile costruire un’azione comune per riequilibrare la manovra». Ma come reagirà, lei siciliana, se dovesse venire fuori che gli emendamenti si propongono di fare quello che dice Zaia? Sergio Rizzo, uno dei due autori del celebre La casta, ha portato qualche esempio: «In Lombardia c’è un dipendente regionale ogni 1.800 abitanti in età lavorativa? Ebbene, in Campania sono il quadruplo (uno ogni 472) e in Molise addirittura otto volte più numerosi (uno ogni 226)». Inoltre la Regione Calabria spreca otto miliardi per sponsorizzare la Federcalcio e in Molise pagano «4 milioni l’anno di pigioni per gli uffici della Regione a Campobasso e hanno due sedi di proprietà a Roma». E poi: «Tutte, ma proprio tutte le Regioni hanno una sede a Bruxelles». Senza contare il capitolo delle consulenze, che sarebbe davvero da studiare.
• Come mai di questo punto – cioè la distinzione tra Regioni virtuose e Regioni viziose – finora Formigoni ed Errani non hanno parlato?
E come avrebbero potuto tenere insieme tutti quanti se avessero fatto la lista dei buoni e dei cattivi? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/6/2010]
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