Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 17 Giovedì calendario

Domenico Zambelli. […] «Avevo conosciuto Simona a Milano, poi ci siamo rincontrati da amici comuni in Sardegna

Domenico Zambelli. […] «Avevo conosciuto Simona a Milano, poi ci siamo rincontrati da amici comuni in Sardegna. Ho fatto una battuta e lei è rimasta colpita da me. […] Le chiesi: ”Simo, ma perché tutti mi chiamano ricchione? Ho forse le orecchie troppo grosse?”. Feci colpo». *** Prima di iniziare a lavorare con Simona «Sei anni nella direzione marketing, diffusione e sviluppo del quotidiano economico Italia Oggi, una breve esperienza in un’azienda di allestimenti editoriali, collaborazioni col mondo della moda. Avrei voluto fare il giornalista di moda. All’inizio m’imbucavo alle sfilate, poi hanno iniziato a invitarmi. Ne vedevo anche 15-20 in quattro giorni. Ho lavorato con Carlo Orsi, il fotografo ufficiale di Bettino Craxi. Insomma, quando sono arrivato da Simona avevo esperienze dal marketing alle Pr, sapevo fare un po’ tutto. Lo dico sempre: fare l’assistente è una professione con tanti lavori. Dico sempre che in questo sono un autodidatta. Sono la Wanna Marchi degli assistenti, esuberante e un po’ naïf, ma a Simo piacevo forse proprio per questo. Pensi che mi sono convertito alla mail da meno di un anno. Io mando ancora i numeri a memoria. All’inizio, andavo da Dolce & Gabbana a scegliere gli abiti, perché lei allora vestiva solo da loro. Poi piano piano sono arrivate altre mansioni, altre responsabilità. Avevo anche le chiavi di casa sua, per organizzare spostamenti e vacanze. Mi ha dato fiducia. Certo, è stato faticoso: quello che per altri sarebbe solo divertimento, come andare ai Telegatti o in discoteca, per me era lavoro». E la sua vita privata? «Ho scelto di rinunciarci, per lei. Mi ha tolto tanto, ma non sono pentito. Simo è stata la mia famiglia. Andavo sempre in vacanza anche con lei, Stefano e i bambini. Sono sempre stato emotivamente appagato da tutto questo». *** «Simona sarebbe stata la donna della mia vita, se fossi stato interessato alle donne». *** «C’è un momento esatto in cui per la prima volta ho pensato: ”Amo questa donna”. Eravamo a Modena per il Pavarotti international, che lei presentava. Alla fine delle prove tutti andavano ossequiosi dal Maestro Pavarotti a rendergli omaggio. Simona invece aveva una serata in zona e andava di fretta. Passò vicino a Pavarotti e al capannello di adulatori e disse, andando via: ”Ciao Luciano, a domani”. Nessuna arroganza o eccesso di confidenza, solo la sua irresistibile naturalezza. L’ho adorata».