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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

C’ERA UNA VOLTA IL BUON CALCIO AFRICANO Vabbè tanto lo so che poi il Sudafrica ieri sera avrà giocato contro l’Uruguay la partita della vita, ma poiché il Riformista chiude prima del match delle 20

C’ERA UNA VOLTA IL BUON CALCIO AFRICANO Vabbè tanto lo so che poi il Sudafrica ieri sera avrà giocato contro l’Uruguay la partita della vita, ma poiché il Riformista chiude prima del match delle 20.30, al termine dei primi incontri dei gironi si impone un bilancio. E quello delle squadre sudafricane è deprimente: tre sconfitte, due pareggi e una sola vittoria (quella del Ghana sulla Serbia, su rigore). Insomma, il tanto decantato calcio africano proprio non s’è visto. Se una sorpresa c’è stata, come ha sottolineato lo stesso Marcello Lippi, l’hanno offerta le nazionali asiatiche, con le vittorie di Corea del Sud e Giappone e l’ottima prestazione dei nordcoreani contro il Brasile. Le squadre del continente nero, invece, hanno sin qui profondamente deluso. Del magnifico Camerun del 1990 sembra non essere rimasto più nulla. Di quella squadra che giocava in allegria, e che solo per ingenuità e inepserienza gettò alle ortiche la sfida nei quarti di finale contro l’Inghilterra, non c’è traccia. Lo stesso discorso vale per la Nigeria che nel 94 consentì agli azzurri di Sacchi e Baggio di riprendere una partita già persa. Erano sprovvedute le squadre africane, ma almeno giocavano a calcio. E anche bene. Erano dotate di ottime individualità e non si attenevano ai classici schemi degli europei. Ora, invece, poiché la gran parte dei loro calciatori milita in Europa, anche le nazionali africane esprimono un gioco sparagnino: stanno lì a metà campo, continuo fraseggio e ogni tanto un cross. Una noia mortale che sta caratterizzando questo Mondiale, come del resto anche quelli in Germania e in Corea. Oggi, comunque, torna in campo l’Argentina, alle 13.30 proprio contro la Corea del Sud. Ieri, in conferenza stampa, Diego ha dato spettacolo rispondendo per le rime a Pelè e a Platini. Il primo, ha detto, «è pronto per il museo»; a proposito del secondo, ha dichiarato: «Abbiamo sempre avuto un rapporto poco amichevole. Al massimo ci dicevamo ciao e arrivederci... lui è francese e pensa di essere migliore di tutti gli altri». Come al solito, Maradona non le ha mandate a dire. Anche per questo lo amiamo.