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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

PIANO CINESE A FAVORE DELL’INGLESE

I cinesi devono andare a scuola di inglese. Pechino ha avviato una campagna per far sì che i cittadini dell’ex Celeste impero, soprattutto quelli della capitale, dagli addetti delle lavanderie ai poliziotti, imparino almeno le frasi essenziali di quella che rimane la lingua internazionale per eccellenza.
Un segnale chiaro di come le cose sono cambiate negli ultimi decenni e, soprattutto, da qualche anno a questa parte. Negli anni 1950 gli scolari erano costretti ad apprendere il russo, mentre nella decade successiva, con l’avvento della Rivoluzione culturale guidata da Mao Tse Tung, parlare lingue straniere era proibito, al punto che chi lo faceva rischiava pesanti punizioni. Ora le autorità vogliono trasformare la capitale in una città mondiale in grado di contrastare il prestigio globale di Londra, Parigi, New York e Tokyo. Perciò viene richiesta la capacità di comunicare con visitatori provenienti da oltre confine: un passo cruciale per raggiungere l’obiettivo.
Tutti gli asili infantili avvieranno corsi di inglese per i bambini. In questo modo si preparerà lo studio più approfondito per gli anni successivi e per i vari livelli dell’istruzione scolastica. Ogni funzionario pubblico di Pechino sotto i 40 anni, in possesso di laurea universitaria, dovrà padroneggiare un minimo di 1.000 frasi. Ogni addetto governativo, con qualunque livello di istruzione, dovrà parlare 100 frasi in lingua inglese entro il 2015. Un minimo del 60% di commessi di negozi, camerieri, addetti alla reception e parrucchieri con meno di 40 anni dovrà superare un esame. Nel giro di cinque anni le guide dei musei pubblici dovranno sostenere un test di aggiornamento della conoscenza dell’inglese.
Al di là dei programmi annunciati, la realtà sul campo è però meno idilliaca. La polizia ha un ufficio a parte per trattare i casi riguardanti persone straniere, visto che in pochi sanno parlare lingue diverse dal cinese. Guo Guangxu, tassista che lavora a Pechino, dice che non è realistico chiedere alla categoria di studiare inglese, perché è remota la possibilità di trasportare una persona straniera. Inoltre, non parlando spesso l’inglese, si finirebbe per dimenticare in fretta quanto appreso. Obiezioni che non hanno affatto impressionato i promotori dell’iniziativa: il governo è deciso ad andare avanti per la propria strada.