Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 17 Giovedì calendario

Painter, George D. - *Marcel Proust- Milano : Feltrinelli, 1980- 770 p Nel risvolto di copertina leggo: «’La critica l’ha definita una delle più grandi biografie di tutti i tempi” (Philip Toynbee) per la quale ”l’autore ha diritto alla gratitudine della posterità” (Raymond Mortimer)»

Painter, George D. - *Marcel Proust- Milano : Feltrinelli, 1980- 770 p Nel risvolto di copertina leggo: «’La critica l’ha definita una delle più grandi biografie di tutti i tempi” (Philip Toynbee) per la quale ”l’autore ha diritto alla gratitudine della posterità” (Raymond Mortimer)». La Recherche essendo basata su esperienze personali non è un’opera di fiction. E’ la storia simbolica della vita dell’autore e Painter la definisce autobiografia creativa. Quindi richiama la distinzione di Wordsworth tra ”Fantasia e Immaginazione, tra l’arte che inventa ciò che non è mai esistito e l’arte che scopre l’intimo significato di ciò che esiste”. La Recherche non è neanche un semplice romanzo a chiave perché «come lo stesso Proust spiegò ad un amico ”non ci sono ”chiavi’ per i personaggi di questo libro; o meglio, per ogni personaggio ce ne sono otto o dieci”.» Painter è stato in visita a Illiers nel settembre 1950 e ha consultato Le parfum de Combray (1945) di P.L. Larcher per stendere il 2° e 3° capitolo. Cap. I Louis Proust nacque in Rue du Cheval Blanc a Illiers. Quando sposò Virginie Torcheaux, intorno al 1827, Louis Proust traslocò al n. 11 di Place du Marché, di fronte a Saint-Jacques, e prese a vendere ai suoi concittadini spezie, filo, zucchero, zoccoli e candele di sego; ma nel retrobottega fabbricava candele di cera per tutti i fedeli della parrocchia, e sognava il giorno in cui suo figlio sarebbe stato prete. Il primo figlio fu una bambina, Elisabeth, nata il 16 agosto 1828. Adrien nacque il 18 marzo 1834, e a suo tempo vinse una borsa di studio alla scuola superiore di Chartres, dove prese il baccellierato in lettere e scienze. Nel luglio 1853, due anni dopo la morte di Louis Proust, superò un esame necessario a comprovare la sua attitudine alle scienze fisiche e si recò a Parigi per studiare medicina. Prima di lui nessun Proust aveva lasciato Illiers: fu una svolta fondamentale in una catena di eventi che, per vie traverse ma con logica inevitabile, avrebbe condotto alla Recherche du Temps Perdu. Adrien Proust si laureò in medicina il 29 dicembre 1862 con una tesi sul ”pneumotorace idiopatico”. Si rese interessante dinanzi ai politici con il seguente slogan: ”Le questioni d’igiene internazionale superano e oltrepassano le frontiere stabilite dalla politica”. Si ricordi che nel 1866 la terza fra le quattro grandi epidemie di colera del diciannovesimo secolo raggiunse la Francia. Nel 1869 Adrien fu inviato in Persia dal ministero dell’Agricoltura e del Commercio, via San Pietroburgo e Astrakan, per scoprire le vie lungo le quali le epidemi precedenti erano giunte in Russia. Il dottor Proust fece il viaggio a dorso di cavallo, in un caldo spaventoso, e fu ricevuto con speciale riguardo a Teheran dallo Scià, che gli donò uno splendido tappeto persiano, e a Costantinopoli dal Gran Visir Alì Pascià. Nell’agosto 1870, pochi giorni prima del disastro di Sedan, ricevette dalle mani dell’imperatrice Eugenia il nastro rosso della Legion d’onore, e il 3 settembre, alla vigilia della caduta del Secondo Impero, sposò Jeanne Weil. Mlle Weil era una ragazza ebrea, bella e intelligente, che contava allor ventun anni: quindici meno del dottor Proust. Suo padre Nathé Weil, allora cinquantaquattrenne, era un ricco agente di cambio, discendente da una famiglia originaria di Metz in Lorena; doveva diventare un vecchio signore burbero ma dal cuore d’oro, che suo nipote avrebbe scelto a modello di Monsierur Sandrè in Jean Santeuil. La madre di Jeanne, Adèle Berncastel, aveva allora quarantacinque anni, ed era tanto gentile e pronta a sacrificarsi quanto il marito era indipendente di spirito e brusco nei modi; dopo l’abnegazione e la propria famiglia, Mme Weil amava la musica e la letteratura, specialmente la letteratura del Grand siècle e soprattutto le lettere di Mme di Sévigné, in cui riconosceva un amore di madre grande come il proprio. Pare che Adrien Proust e Jeanne Weil abitassero al numero 8 di Rue Roy, una piccola strada sfociante sul Boulevard Haussmann. Non si sarebbero mai allontanati da quel punto più di poche centinaia di metri, e quando, quasi cinquant’anni dopo, il loro figlio Marcel fu finalmente strappato al quartiere caro ai suoi genitori, quella sarebbe stata la sua morte. Dopo l’inverno di fame dell’assedio vennero l’entrata delle truppe tedesche in Parigi e la tempestosa primavera della Comune. In maggio le forze governative del Cittadino Thiers fecero ritorno alla capitale, seguì la ”settimana di sangue” di combattimenti per le strade, e un mattino poco mancò che il dottor Proust, mentre si recava al suo lavoro presso l’ospedale della Charité, fosse colpito per caso da una pallottola. La giovane moglie ne fu tanto sconvolta che parve opportuno un trasferimento in casa dello zio di lei, al numero 96 di Rue La Fontaine a Auteuil; qui, il 10 luglio 1871, nacque Marcel Proust. Crescendo Marcel doveva convincersi, con rancore, che sua madre lo amava di più quand’era malato, e cercare di conquistare il suo amore con l’essere amato. La casa dei Proust a Parigi fu, per oltre trent’anni, un vasto appartamento al numero 9 di Boulevard Malesherbes. Ma forse in Marcel non meno che in Robert possiamo ritrovare qualcosa del chirurgo che seziona per guarire. Robert doveva scrivere un libro di testo sulla Chirurgia degli organi genitali femminili; ed è un tema non del tutto estraneo al Marcel che descrisse Albertine nuda, immersa nel sonno. Tra i due fratelli ci furono sempre rapporti di affetto, mai di intima amicizia. Madame Proust diede a Marcel una moneta da cinque franchi perché la portasse alla cuoca di sua cugina, ma lungo la strada il ragazzo vide un piccolo lustrascarpe, poco maggiore di lui, con un’aria così infreddolita e infelice che non seppe resistere alla pietà e gli diede i cinque franchi. Mme Proust andò su tutte le furie e punì Marcel; il ricordo dell’incidente era ancora vivido in lui quarant’anni dopo, quando lo raccontò a Céleste. Per tutta la vita avrebbe provocato l’ira dei genitori con le sue prodigalità eccessive, e comprato con la pietà e il denaro l’amore dei poveri e degli infelici. Gli Eden di Proust furono i giardini di Auteuil e Illiers, che sarebbero diventati poi i giardini di Combray. Li vedeva solo durante le vacanze, e più tardi il peccato originale dell’asma glieli fece perdere per sempre; ma se non li avesse perduti, non sarebbero mai diventati Paradiso. Auteuil, allora come adesso, era un sobborgo residenziale fra l’estrema periferia occidentale di Parigi e il Bois de Boulogne; ma allora conservava qualcosa del villaggio di campagna, oggi per sempre scomparso, in cui Molièere e Boileau ebbero le loro ville. Fu senza dubbio allora, quando Parigi era diventata pericolosa e Auteuil per la prima volta un luogo sicuro, che Mme Proust mosse verso il verde rifugio suburbano di rue La Fontaine. Una sera d’estate a Auteuil c’era in visita un collega del dottore, e i doveri di ospitalità impedirono a Mme Proust di salire nella camera di Marcel a dargli il consueto bacio della buona notte. Mme Proust spiegò: ”Il signorino non sa nemmeno lui quel che ha e quel che vuole. Soffre di nervi”. Marcel provò una gioia feroce nel sentire che l’atto da lui compiuto con la coscienza di commettere un delitto era dichiarato qualcosa al di fuori del suo controllo. Avrebbe dato due descrizioni dell’incidente, che rappresentava la scena d’apertura sia di Jean Santeuil sia della Recherche.