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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

TOPOLINO E LA COREA DEL NORD


Pak Chol era un grande fan di Michael Jordan. Certo non c’è niente di speciale in questo. Dopotutto negli anni ’90 erano milioni i ragazzi di tutto il mondo che come Pak ammiravano la superstar del basket. Come tanti altri giovani Pak ammirava anche Jean-Claude Van Damme. Che Chol venisse dalla Corea del nord non aveva alcuna importanza. A quel tempo suo padre lavorava come autista per l’ambasciata della Corea del nord in Svizzera e Pak era solo uno dei tanti figli di diplomatici che studiavano alla scuola internazionale di Berna. C’erano ben 40 nazionalità tra i 280 studenti di quella scuola, e alcuni di questi erano amici del giovane Pak Chol che, ricordano, era incline a parlare il francese e il tedesco.
Un giorno il giovane Chol non si presentò a scuola e da allora nessuno lo ha più visto. Recentemente è riapparso a Pyongyang. Potrebbe essere lui la causa per cui la tensione tra Corea del Nord e del Sud ha raggiunto quel punto di criticità che ha portato analisti e strateghi militari a considerare la possibilità di un’esplosione militare in quella penisola tanto armata. La settimana scorsa la moneta della Corea del sud ha raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci mesi a causa della preoccupazione internazionale per la crescente instabilità militare nell’area.
Pare adesso che il vero nome di Pak Chol sia Kim Jong-un e che il giovane non è affatto il figlio di un autista dell’ambasciata, bensì di Kim Jung il, il dittatore nordcoreano. La notizia non è confermata, come d’altro canto tutto ciò che riguarda l’ultrariservato governo di Pyongyang. Gli scettici ritengono che il figlio più giovane del dittatore non abbia mai lasciato il Paese. Sia come sia, fatto sta che il ventisettenne Kim Jong-un è stato designato - dopo un processo complesso e piuttosto segreto - successore del padre. Questo però non era il piano iniziale in cui il successore favorito era Kim Jong-nam, un figlio più grande del dittatore. Sfortunatamente a Jong-nam è capitato un incidente che ha visto coinvolto Topolino: nel 2001 è caduto in disgrazia perché scoperto mentre cercava di entrare in Giappone con un passaporto falso per visitare la Disneyland di Tokyo.
Ma cosa ha a che vedere tutto questo con l’escalation della tensione nella Penisola coreana? La necessità di creare in fretta un eroe militare. Pyongyang ha bisogno di una letteratura che esalti l’eroismo militare e la leadership del giovane erede di probabile formazione svizzera. E siccome i grandi eroi leggendari nascono dalle battaglie, la macchina propagandistica nordcoreana ha bisogna di un confronto militare in cui con atto romanzesco il "Grande Compagno" - come viene chiamato ufficialmente il giovane successore - si garantisca lo status di eroe a tutti gli effetti. Il regime nordcoreano ha una lunga storia nella creazione del culto ossessivo della personalità dei suoi leader, da Kim il-Sung, a suo figlio e attuale leader Kim Jong-il, al successore designato Kim Jong-un. In quella nazione le vittorie riportate in guerra sono sempre state l’elemento fondamentale del culto del leader.
L’attrito tra i due paesi si è infatti intensificato lo scorso novembre quando la Marina nordcoreana è stata umiliata in uno scambio di cannonate tra navi militari nel mar Giallo. La Corea del nord ha fatto la sua rappresaglia il 26 marzo quando la Cheonan, una nave da guerra sudcoreana da 1.220 tonnellate, è misteriosamente esplosa e affondata uccidendo 46 dei 146 membri dell’equipaggio. Una commissione d’inchiesta multilaterale ha recentemente concluso che la Cheonan è stata attaccata dalla Marina militare nordcoreana in assenza di provocazione.
Se una guerra piena tra le due Coree è al momento ancora improbabile è invece certo che il regime della Corea del nord non cesserà di stupirci con le orribili azioni dei suoi leader, la povertà della sua gente e il fallimento profondo del suo esperimento socio-politico. Di recente è stato detto che l’altezza media del nordcoreano/a è di circa 12-15 centimetri inferiore a quella della controparte sudcoreana. Quello che il culto della personalità cerca di nascondere è un umiliante fallimento. Ma ancora per quanto?