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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

OMICIDIO COLPOSO: LE VITTIME DI QUEL MALEDETTO 6 APRILE FURONO 305 - A

conclusione delle indagini preliminari la Procura de L’Aquila ha inviato l’avviso di garanzia per omicidio colposo, danneggiamento e lesioni colpose a Bernardo De Bernardinis, vicecapo della Protezione civile, Franco Barberi, vicepresidente della Commissione Grandi Rischi, Enzo Boschi, presidente del’INGV, Giulio Selvaggi, direttore del CNT, Michele Calvi, direttore di ”E u c e n t re ” Claudio Eva, professore Università di Genova, Mauro Dolce, direttore ufficio rischio sismico della Protezione civile che hanno partecipato alla Commissione Grandi Rischi svoltasi il 31 marzo. Al termine il braccio destro di Bertolaso alla conferenza stampa ha rassicurato la cittadinanza invitandola a rientrare nelle case. Dopo 6 giorni, il 6 aprile alle ore 3,32 di magnitudo 6.3 il sisma provocato dalla rottura di una faglia che attraversa la città, il più forte registrato in Italia dal 1980 (in Irpinia) ha provocato 305 vittime delle quali 105 si trovavano in 15 edifici con struttura di cemento armato le altre in costruzioni in murature. Ad oggi le vittime a causa degli effetti post-sisma sono circa 2000. • TUTTE LE COLPE MINUTO PER MINUTO - ”Negligenza, imprudenza, imperizia” per aver fatto una ”valuta - zione dei rischi connessi” all’attività sismica in corso sul territorio dal dicembre 2008 ”approssimativa, generica e inefficace in relazione alle attività e ai doveri di previsione e pre venzione”. questa l’accusa che i magistrati de L’Aquila – nel - la chiusura delle indagini ”muo - vono alla Commissione Nazionale per la Previsione dei Grandi Rischi riunitasi nel capoluogo abruzzese il 31 marzo del 2009 – 5 giorni prima della scossa devastante – con ”l’obiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attivi - tà sismica delle ultime settimane”. Secondo i pm sono state fornite – sia con dichiarazioni agli organi di informazione sia con redazione di un verbale al Dipartimento della Protezione civile – notizie ”incomplete imprecise e contraddittorie sulla natura delle cause e sulla pericolosità e futuri sviluppi dell’at - tività sismica in esame” vanifi - cando ”le finalità di tutela dell’integrità della vita dei beni degli insediamenti e dell’am - biente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali e da altri eventi che determinano situazione di grave ris ch i o ”. Affermare che ”sui terremoti non è possibile fare previsioni” scrivono i pm, vuol dire anche che non è possibile escludere, come invece è stato ribadito anche in conferenza stampa dal vicecapo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis una scossa più forte e devastante come quella verificatasi. Tg2 e calcinacci censurati Agli atti anche un dvd realizzato all’insaputa delle persone presenti il 31 marzo da una troupe della Rai nello scantinato della scuola elementare De Amicis che contiene anche un’inter vista all’operatore Cristiano D. della troupe Rai che ha riferito a verbale di aver subìto pressioni dalla giornalista che avrebbe realizzato il servizio affinché il video non venisse trasmesso nel corso del Tg2 di quella sera. Si sente la voce del ricercatore Giampaolo Giuliani che chiede di non essere intervistato – in quanto all’epoca indagato per procurato allarme, accusa poi caduta – che racconta di bimbi che erano dovuti uscire in fretta perché i calcinacci piovevano sui banchi. Ma siccome la Protezione civile aveva detto che non c’era pericolo, la scuola non è stata chiusa ed è stato solo un caso che la scossa della morte sia arrivata di notte, perché l’edificio è crollato. Durante il viaggio di ritorno a Roma la giornalista e il cineoperatore ricevettero telefonate ”ester ne”ch e ordinarono di far sparire la cassetta perché bisognava far passare la notizia che i terremoti non si possono prevedere e che non c’era pericolo. Quelle voci silenziate Tante le testimonianze raccolte dai magistrati. Come quella di Patrizia, che racconta di aver trascorso quella notte in auto dopo la scossa delle 00:38: ”Passò una vettura guidata da un uomo di mezza età che senza scendere disse: ”Cosa state facendo qua? Rientrate in casa! Il pericolo è passato!’. Era un volontario della Protezione civile”. Dai verbali- testimonianze si rivive l’ango - scia di quei giorni, un’a n go s c i a che andava repressa. Come gli sms recuperati dal cellulare di Carmelina – seppellita dalle macerie della Casa dello Studente – inviati all’amica Serena. ”Pa u ra , ha fatto una scossa e ci siamo messi sotto al tavolo... Ciccia Paura alla prox”. E ancora: ”Mamma ci dobbiamo convivere. Fa tutti i giorni ma hanno detto che è normale e deve sfogare prima o poi finirà”. Il mattino del 31 marzo Bertolaso da Roma dichiara: ”Le scosse non sono tali da preoccupare, ma purtroppo a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini”. Mentre l’as - sessore regionale alla Protezione civile Stati diceva: ”Sono in continuo contatto con Bertolaso che stasera sarà alla riunione. I terremoti non si possono prevedere, quando saranno lo sa solo il padreterno”. Da notare che a quella riunione il capo della Protezione civile non partecipò: era alla Maddalena per la preparazione del G8. Secondo l’accusa, la Protezione civile non ha neppure assolto al suo compito di predisporre un piano di evacuazione informando la cittadinanza rispetto a quali regole osservare in quei giorni tipo dormire a pian terreno vicino alla porta con l’auto pronta dinanzi casa, ecc... E soprattutto non ha fatto evacuare gli edifici a rischio così come chiesto dal sindaco Cialente in una lettera riservata rimasta senza risposta a Bertolaso e al presidente della Regione Chiodi. Cialente li informava che nello scorso autunno era stato costretto a chiudere due scuole e a tenere sotto stretta osservazione altri immobili. Palazzo Chigi non risponde Lettera a cui ne seguì un’altra subito dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo – da cui il sindaco era uscito insoddisfatto – indir izzata alla presidenza del Consiglio, al governatore Chiodi e alla Prefettura de L’Aquila in cui chiedeva lo stato d’emergenza: ”Chie - desi immediato stanziamento di fondi per prime emergenze soprattutto per gravi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti 500 alunni”. A cui si aggiunge la testimonianza dell’al - lora presidente della Provincia Pezzopane: ”Lanciavamo continui appelli ci dicevano che la nostra era una psicosi”. ”R i e n t ra t e in casa, qui per strada siete di intralcio per eventuali soccorsi” il leit motiv del personale della Protezione civile. Intralcio a cosa se non vi era alcun pericolo? ”Io sono un Disaster Manager formato negli Anni ”90 dalla Protezione civile – dice a verbale Sergio Bianchi che nel terremoto ha perduto suo figlio – mi hanno insegnato che la Protezione Civile è quella che è capace di fare previsione, prevenzione e corretta informazione ai cittadini in tempo di pace, la Protezione civile meno buona è quella che si deve dispiegare nelle emer genze”. questo il punto cruciale da cui si snoda l’inchie - sta: se è vero che i terremoti non si possono prevedere, è pur vero che non si può prevedere che non avverranno. Ma la Protezione civile aveva il dovere di informare la cittadinanza e non di rassicurarla, di far sgomberare gli edifici pericolanti come la Casa dello Studente. Ma questo non è stato fatto.