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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

RISPOSTA APERTA - C’è

una filosofia di fondo che contraddistingue la piattaforma pubblicitaria mobile di Google, rispetto a quelle di concorrenti diretti e altri attori, a cominciare da Apple. La spiega a Nòva24 Stefano Maruzzi, country manager di Google Italia: «Vogliamo essere aperti a qualsiasi sistema, network e terminale. salutare per l’ecosistema della pubblicità mobile che gli sviluppatori non siano costretti a scegliere una specifica piattaforma software o hardware ». Il pensiero corre ai recenti screzi con Apple, criticata dal responsabile AdMob di Google (Omar Hamoui) di porre paletti dannosi per il settore e in particolare per gli sviluppatori.
Le scelte di Google invece partono da una considerazione. «Il mercato cellulare è molto variegato e frammentato», dice Maruzzi. «Le quote di mercato dei modelli e dei sistemi operativi cambiano molto da una zona all’altradelmondo. Symbian inEuropadomina di gran lunga, mentre in Nord America è minoritario. Il nostroapproccio ”continua Maruzzi – è quindi l’ideale per gli inserzionisti pubblicitari: garantisce che il loro messaggio venga veicolato ovunque, a prescindere da quali siano i soggetti dominanti nelle diverse zone geografiche ». La scala globale raggiungibile dai nuovi entranti del settore è anche una differenza rispetto alle capacità degli operatori mobili, fino a ieri i soli a gestire la pubblicità su cellulare.
La piattaforma di pubblicità mobile di Google, infatti, «si rifà alla logica di Adwords, già nota su computer. Ma è stata adattata per aumentare l’efficacia del messaggio sfruttando le caratteristiche dei cellulari». L’analogia con Adwords è in due aspetti: «Nei pannelli che permettono all’inserzionista di impostare e seguire la campagna, e nei formati, assimilabili al keyword advertising». L’originalità è che «su cellulare puoi avere oltre al link pubblicitario un numero telefonico da chiamare, con un clic. Oppure: scrivi o pronunci sul telefonino il nome di una catena di ristoranti e ti appaiono quelli presenti in zona, su una mappa». In questi casi, si sfruttano le funzioni telefoniche e gps integrate nei cellulari.
Questo significa che nel lungo periodo la pubblicità su cellulare potrebbe diventare più mirata ed efficace di quella su pc? Difficile prevederlo, secondo Google. Fatto sta che le potenzialità sono elevate e i primi segnali incoraggianti: negli ultimi due anni le ricerche mobili su Google sono aumentate del 500 per cento. Fin qui il motore di ricerca. L’altro pilastro della piattaforma Google è Android, dove entra in gioco un altro soggetto: gli sviluppatori. Grazie alle caratteristiche aperte di Android, possono inserire la pubblicità testuale o grafica direttamente nel codice delle applicazioni, che poi funzionano su terminali Android di varie marche. La filosofia dell’apertura si fa sentire anche in questo caso: «Android è l’ideale per lo sviluppo della competizione e quindi della pubblicità su cellulari », chiosa Maruzzi.