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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

Resta scarsa l’offerta austriaca di tronchi - Persiste l’incertezza per il quadro italiano dei segati di conifere, causa soprattutto l’incognita rappresentata dalla scarsità di tronchi in Austria, che sta penalizzando l’attività delle segherie

Resta scarsa l’offerta austriaca di tronchi - Persiste l’incertezza per il quadro italiano dei segati di conifere, causa soprattutto l’incognita rappresentata dalla scarsità di tronchi in Austria, che sta penalizzando l’attività delle segherie. Occorre tuttavia fare una distinzione tra le scorte delle realtà medio-piccole e quelle dei grandi gruppi industriali. Nel primo caso si registra un’abbondanza di merce centimetrata (sottomisure 8/16, tavolame da 16 in avanti non prismato, eccetera), mentre preoccupa non poco gli acquirenti italiani la scarsità di tutti gli altri prodotti per imballaggio, pallet ed edilizia, in modo particolare i prismati solitamente prodotti dalle grandi segherie. «Allo stato attuale – ha commentato Roberto Tengg, vicepresidente di Fedecomlegno – ci sono scorte di merce che non vuole nessuno, mentre i prodotti che interessano maggiormente, come il tavolame da 4,50 metri, sono quasi impossibili da trovare anche presso le piccole e medie segherie che prima li tenevano». Non si vedono spiragli che la situazione tronchi possa migliorare: se negli anni passati, solitamente, alla fine di maggio le segherie tra i tronchi in piazzale e quelli ancora in foresta ma già acquistati registravano una produzione garantita di 4 mesi, oggi non si arriva a 1,7 mesi. Maggiormente penalizzate risultano le grandi segherie, che mediamente lavorano 4mila metri cubi al giorno. Queste realtà produttive infatti richiedono che i box di smistamento tronchi siano sempre ben forniti (da 300 a 400 metri cubi per singolo diametro) per ottimizzare la produzione e, quindi, i costi. Invece, la scarsità di materia prima ha costretto numerose segherie a chiudere il giovedì pomeriggio con la speranza non tanto celata di ricostituire le scorte nei giorni di fermo. «La situazione – ha aggiunto Tengg – rimarrà ancora incerta per diverse settimane perché, anche se i prezzi dei tronchi stanno aumentando del 2-3 per cento mensile e ci si sta avvicinando poco alla volta al +10% richiesto dalla piccola proprietà forestale per riprendere gli abbattimenti, difficilmente vedremo un aumento significativo dei tagli, visto l’incombere della stagione estiva». Preoccupazione per la disponibilità di materia prima in Europa è stata espressa anche dal presidente di Assolegno, Paolo Ninatti, a margine della recente assemblea generale dell’Organizzazione europea delle segherie: «La forbice fra prezzo dei tronchi e prezzo dei segati si sta chiudendo ulteriormente e questo, unitamente alla debole domanda in Europa, scoraggia i produttori e tiene bassi i livelli di utilizzo degli impianti».