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 2010  giugno 17 Giovedì calendario

”TIMES” E ”GUARDIAN”, SFIDA SUL WEB DEI FOGLI DI SUA MAEST

(per vedere domande e risposte aprile il frammento) - Piccola rivoluzione nel
mondo dei media. Il sito
del Times, storica testata
edita da News Corporation,
che fa capo a Murdoch, è
da ieri a pagamento. Abbiamo
raggiunto il direttore del Guar -
dian – quotidiano di riferimento
della sinistra britannica – Alan
Rusbridger, per parlare del futuro
dell’informazione. Rusbridger
esclude che il sito Web
del suo giornale possa seguire
l’esempio del Times, preferendo
indicare il Web come ”uno
spazio libero e aperto, le cui potenzialità
devono essere ancora
pienamente scoperte”.
Cosa pensa della decisione
del Times?
Al momento siamo scettici. 
sull’approccio fondamentale al
mercato delle news online che
non siamo d’accordo con la
mossa di News Corporation.
Principalmente perché non c’è
nessun segnale di come possa
funzionare un passaggio ai contenuti
a pagamento per il sito di
quotidiani ”ge n e ra l i s t i ”, come
sono il Times o il G u a rd i a n .
Eppure il punto chiave per
Murdoch è questo: i lettori
devono rendersi conto del
fatto che il giornalismo ha
dei costi. Cosa c’è di sbagliato?
Nulla di sbagliato, concordo in
questo con Murdoch. Ma attenzione,
non bisogna mai dimenticare
che siamo in un mondo
dove le informazioni fluiscono
liberamente sul Web, motivo
per cui non credo che il tentativo
di far pagare i contenuti possa funzionare. Ho partecipato
a un programma della Bbc
con il direttore del Sunday Times,
in cui si è parlato dei termini
commerciali del passaggio. Da
un lato lui ha prospettato grandi
guadagni sotto il profilo monetario.
Ma io dico: cosa conta un
guadagno se si perde - stando alla
stima approssimativa che si è
fatta - il 97% del pubblico che
normalmente accede al sito?
Chiaro, ma se invece far pagare
l’accesso alle news online
dovesse funzionare, che
succede?
Che funzioni o no, una cosa è
certa: dobbiamo lavorare sodo
per recuperare quello che i
giornali hanno perso in termini
di entrate. Penso ad esempio
che G o og l e abbia fatto un lavoro
eccellente, motivo per cui le
sue quote pubblicitarie sono
aumentate in modo considerevole.
Dobbiamo imparare da
quest’esempio, non contrastarlo.
Dobbiamo far crescere il
mercato pubblicitario attirando
investimenti sui nostri siti.
 fuori dubbio che il giornalismo
è cambiato moltissimo
da quando esiste Internet.
 vero, i cambiamenti degli ultimi
15 anni sono stati impressionanti,
e la carta da sola non
basta più. Dobbiamo avere uno
sguardo rivolto alle nuove tecnologie
ed essere il più aperti
possibile. Vorrei fare solo un
esempio, per dimostrare quanto
si debba essere flessibili al riguardo:
nel momento in cui riusciamo
a creare contenuti specifici,
come potrebbe essere
un’applicazione espressamente
destinata all’iPad, sarei d’ac -
cordo nel proporli a pagamento.
Sull’onda della rivoluzione
tecnologica che sta investendo
il mondo dell’informazio -
ne, qualcuno ha cominciato
ad immaginare un mondo di
b l og ge r, non più giornalisti
professionisti. Così l’i n t e ro
flusso informativo sarebbe
privo di costi per il lettore.
Una c hance o un rischio?
Entrambe le cose. Da un lato sono
convinto che alcuni b l og ge r
facciano un lavoro fantastico.
Ma nonostante il loro ruolo prezioso,
l’informazione non si
esaurisce lì. Noi giornalisti dobbiamo
fare quello che altri non
possono fare, e in questo modo
garantire la specificità del nostro.
Il tempo e la pazienza necessari
per un’inchiesta, oppure
la presenza costante di corrispondenti e inviati in tutto il
mondo, sono ambiti che richiedono
un impegno non saltuario
e professionale, e non sempre i
b l og ge r possono garantirlo. Tuttavia
non metterei in contrasto
giornalisti e b l og ge r. Trovo che si
debba lavorare insieme, loro
con la libertà permessa dallo
strumento che usano, noi con
la nostra esperienza e professionalità.
Dopo tutto i giornali sopravviveranno,
lei è ottimista?
Lo sono. Stiamo vivendo una rivoluzione
che è soltanto agli inizi.
Dobbiamo ancora trovare la
nostra dimensione, all’inter no
di questo cambiamento epocale.
Ma ripeto, bisogna sfruttarlo,
non averne paura. La sfida
più grande sarà quella di utilizzare
la tecnologia per un pubblico
nuovo. Oggi 2 milioni di
persone si collegano quotidianamente
al sito del G u a rd i a n .
Vuol dire 10 volte di più dei nostri
lettori su carta. Come si fa a
perdere una ricchezza del genere?
La mia impressione è che
dalla Rete abbiamo ancora moltissimo
da imparare.