
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Moratti e il suo divieto di vendere alcolici ai minori di 16 anni sta facendo scuola. A Pordenone, il sindaco Sergio Bolzonello ha vietato il consumo di bevande alcoliche nei luoghi pubblici sia di giorno che di notte e proibito ogni assembramento (anche di due persone) nella zona compresa fra piazza Costantini - via don Sturzo - via Rovereto - piazzale Duca d’Aosta. A Bologna il nuovo sindaco Flavio Delbono ha messo i commercianti del centro di fronte a un aut aut: se vendono alcolici devono chiudere alle 22, a meno che non siano bar o ristoranti.
• Mi risultano strane tutte e due le decisioni. Pordenone: come si fa a giudicare «assembramento» un incontro tra due persone?
Non lo so e aspetto di vedere come si regoleranno i vigili. Mi figuro che il sindaco abbia pensato di fornire uno strumento repressivo e di lasciare poi a chi sta sul territorio la responsabilità di decidere se usarlo o meno. Marito e moglie che se ne vanno a spasso a braccetto saranno giudicati un «assembramento»?
• Veniamo a Bologna. Che senso ha imporre la chiusura alle 22 per chi vende alcolici ma escludere dal divieto i bar?
Forse qui siamo in un caso particolare. A Bologna ci sono 363 botteghe etniche, gestite nella maggior parte dei casi da pakistani, dove si può comprare di tutto 24 ore su 24. qui che gli studenti si rifornisconodialcol,primadiabbandonarsi alla movida notturna. Infatti il provvedimento è stato preso in accordo con le associazioni cittadine dei commercianti, all’interno delle quali le botteghe dei pakistani e degli altri asiatici non hanno rappresentanza. Leggiamolo anche come un favore – non so quanto odioso – fatto ai commercianti italiani. La Lega infatti ha applaudito. Il sociologo Marzio Barbagli, che vive a Bologna, si dice sicuro che la comunità asiatica digerirà il divieto senza troppe storie: la fortuna di quelle botteghe starebbe più nell’orario prolungato che nella vendita di vino.
• Ho l’impressione che nelle città si stia raccogliendo, sulla questione degli alcolici, l’invito di Berlusconi a imitare la Moratti.
Ci sono molti brutti episodi. Vicino a Torino, in una cittadina che si chiama Villar Dora, 4 ragazzi andavano a rubare tutte le notti al Mannus , un club privato dove c’è la piscina e si impara ad andare a cavallo. I ladri portavano via cornetti, patatine, rum, sambuca, whisky, birre. A un certo punto si sono messi a fregare i soldi e i gestori del club allora hanno piazzato le telecamere. Quelli se ne sono accorti e hanno continuato mettendosi in testa dei cappucci. Alla fine li hanno presi e che cosa hanno scoperto? Che uno di loro era andato in coma etilico un paio di giorni prima e che appena si era ripreso aveva ricominciato. Stiamo parlando di ragazzini che non hanno ancora 15 anni e vengono da famiglie normali. A Torino, c’è anche stato il caso di due adolescenti che in bici facevano slalom tra le macchine, un signore che stava con la moglie – vedendo che rischiavano di farsi mettere sotto – ha dato due colpi di clacson, quelli allora si sono avvicinati al finestrino e hanno sparato in faccia alla signora dei microproiettili di plastica, facendole molto male. Li stanno cercando, erano forse sotto alcol o droga. Lo sballo consiste nel mescolare alcol e droga e nell’abbandonarsi poi alle follie che la perdita delle inibizioni provocata dalla chimiche fanno credere possibili. Il 15enne che rubava al Mannus era andato in coma etilico per un cocktail di rum, birra e hashish.
• Ma stiamo parlando di un fenomeno di massa? Non sono casi isolati?
Il problema dell’alcol è generale. Estrapolando i dati Istat, si ricava che hanno problemi col bere 9 milioni di italiani. Di questi, 3 milioni hanno più di 65 anni e un milione e mezzo sta nella fascia 11-24. Le vittime principali del vizio sono maschi, ma una buona percentuale di bevitori è costituita da femmine: il 13% di tutte le ragazze tra gli 11 e i 18 anni e il 10% di quelle fra 19 e 24. Regioni più coinvolte: quelle del Nord, specialmente Veneto, Trentino, Piemonte, Val d’Aosta.
• C’è una spiegazione all’improvviso estendersi di questa piaga?
Naturalmente il disagio delle due classi d’età coinvolte: i giovani e i vecchi. Su questo non c’è bisogno di dilungarsi. C’è poi un cambiamento nelle abitudini alimentari: si beve fuori pasto molto più di una volta e ci si fa belli con i superalcolici. S’è anche radicata, specialmente tra i giovani, una certa ritualità: si beve insieme, rinforzando lo spirito di branco, si gira esibendo la bottiglia, la si lascia poi, vuota, sull’orlo di una fontana o su una panchina, come a marcare il possesso di un territorio, come a sfidare la disapprovazione generale della gente perbene. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/7/2009]
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