Irene Maria Scalise, la Repubblica 29/7/2009, 29 luglio 2009
RITORNANO I FALSARI ATTENTI ALL’INVASIONE DEI 20 EURO RITOCCATI
Bankitalia: è il biglietto più a rischio
Ieri sequestrata nel Casertano una stamperia con 7,3 milioni fasulli pronti da smerciare
Il Codacons: colpa della crisi. E la Bce in futuro sostituirà i sette tagli della divisa europea
ROMA - Sono "made in Caserta" gli ultimi Totò e Peppino colti con le mani nel sacco. Proprio come i due protagonisti de "La banda degli onesti", che venivano beccati con 10 mila lire appese ad asciugare a un filo, sono stati arrestati ieri in un casolare allestito a stamperia clandestina a Gricignano d´Aversa. In più, rispetto agli indimenticabili attori, avevano un malloppo da 7,3 milioni di euro, macchinari di ultima generazione, un sistema computerizzato gestito come un software, una stampante Roland, un bomografo e un tavolo luminoso.
Ma, a quanto pare, non è solo l´Italia dei "furbetti del quartierino" che produce denaro stonato. Anzi. Secondo un recente allarme della Bce, da gennaio a giugno di quest´anno, il numero di banconote false rimosse dal mercato sono state 413 mila. Ben 17% in più rispetto alle 354 mila dell´ultima parte del 2008. Le sorprese non sono finite. La banconota falsa più diffusa è oggi quella da 20 euro (48,5%) che ha superato sia quella da 50 (34%) che quella da 100 (13,5%). E anche in Italia il falso da 20 supera gli altri. Non solo. Ritornano anche le zecche. E le monete prodotte sono praticamente identiche agli originali. Insomma, tra piccoli e grandi tagli, lo scorso anno i falsari hanno dato un gran lavoro alla Banca d´Italia che ha esaminato più di 9 mila banconote danneggiate e ne ha rimborsate 8.823.
Cosa fare? I soldi vanno osservati: filigrana, registro di stampa fronte e retro, microscrittura, lamina oleografica. Nella peggiore delle ipotesi si può confrontare una banconota forse falsa con una sicuramente vera. Sono queste le più diffuse misure anti-patacca. Ma purtroppo i falsari di ultima generazione sono molto più raffinati di Totò e Peppino. Le banconote sono praticamente perfette, realizzate con strumentazioni di livello, stampa in off-set e tecniche sofisticate. Tanto che la Bce, per contrastare la contraffazione, prevede di cambiare in futuro i sette tagli delle banconote euro.
«L´intensificarsi della crisi accentua i fenomeni di truffe in tutti i settori - spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons - nel caso del denaro chi ci rimette è il cittadino che può essere a sua volta accusato di spaccio anche se non ha responsabilità». Sono in particolare gli anziani che, quando ricevono dei soldi dall´aspetto sospetto, si vergognano a manifestare le loro perplessità. «Bisogna avere il coraggio di controllare se c´è la sensazione che la banconota non sia "buona" e per farlo basta seguire poche ma chiare regole». Per chi non ha dimestichezza con falsi e affini, infatti, il Codacons spiega come comportarsi. Bisogna controllare se ogni banconota ha in controluce un´immagine diversa e l´indicazione del valore nominale. Che ci sia una linea scura in verticale. E ancora: come inclinare una banconota, e intravedere una stampa calcografica che riporta in rilievo le sigle della Banca Centrale europea in cinque lingue.
A sentire l´Ufficio centrale antifrodi mezzi di pagamento (Ucamp) del ministero dell´Economia, a primeggiare in fatto di frodi sono le regioni del nord, seguite da quelle del sud e del centro. Questo vuol dire che i soldi vengono "spacciati" più facilmente nell´Italia settentrionale, dove c´è più business, mentre il luogo di produzione dei falsi è difficilmente individuabile. Un mondo sommerso ancora da scoprire.