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 2009  luglio 29 Mercoledì calendario

PROVE DI FUSIONE FRA COIN E UPIM

Negli ultimi due anni l’interesse non è mai venuto meno, ma i rapporti sono sempre stati altalenanti. Si potrebbe descrivere così il corteggiamento del Gruppo Coin nei confronti di Upim . Nelle ultime settimane, però, il progetto ha ripreso corpo e le società hanno ora ripreso il dialogo, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore.
Dalle parti coinvolte non arrivano conferme: i private equity
Pai Partners e Investitori Associati ,
rispettivamente azionisti di Coin e di Upim, non vogliono commentare le indiscrezioni. Così come Pirelli Re, presente nell’azionariato di Rinascente/ Upim. Il commento del diretto interessato, l’amministratore delegato del Gruppo Coin Stefano Berlando, si limita a: «C’è un riavvicinamento in corso, vedremo a cosa porterà». Berlando conferma l’interesse per Upim «che non è mai venuto meno anche quando è stata rifiutata la nostra offerta», ma sottolinea anche come i rapporti abbiano vissuto «momenti alterni».
Si parla quindi di un ravvicinamento, ma l’a.d. del Gruppo Coin esclude che ci siano dei team di advisor già al lavoro per definire idettagli di un’eventuale operazione. Di certo c’è la volontà degli azionisti del gruppo Rinascente/Upim di «valorizzare al meglio i marchi», spiegano fonti vicine alla società, tanto che l’opzione Coin non sarebbe l’unica allo studio.
Intanto ha dato un esito positivo la rinegoziazione del debito del gruppo Rinascente/ Upim. L’accordo con le banche è stato trovato e ora deve solo passare al vaglio dei comitati crediti di Unicredit e Natixis ,
gli istituti creditori.
Il piano di rinegoziazione prevede un aumento di capitale di Rinascente/ Upim da 25 milioni di euro e al tempo stesso un riscadenziamento del debito che nel complesso ammonta a 220 milioni di euro. Nel dettaglio le linee di credito di Rinascente ammontano a 80 milioni, mentre quelle di Upim sono pari a 140 milioni. In questo secondo caso, il piano di rinegoziazione con le banche creditrici prevede anche che parte del debito, 50 milioni, siano trasformati in subordinato. L’operazione consentirà così indirettamente di ricapitalizzare Upim. L’accordo, nel caso dovesse nel prossimo futuroandare in porto l’operazione con il Gruppo Coin, potrebbe eventualmente essere rivisto.
Per il gruppo veneto si tratterebbe di aggiungere un nuovo tassello alla propria strategia di crescita anche per linee esterne, che l’aveva vista protagonista lo scorso autunnno acquistare 60 negozi della catena Melablu e successivamente di sette negozi Dem. Il gruppo, impegnato in un piano di buy back, ha una capitalizzazione di mercato di 442 milioni con il titolo che in Borsa ha messo a segno un progresso del 50% da inizio anno, chiudendo ieri a quota 3,35 euro (-1,03%). Il bilancio 2008 si era chiuso per Coin con vendite in leggero calo a 1,173 miliardo, con un margine operativo lordo a 133,7 milioni e con un utile netto per 38,2 milioni di Euro. L’indebitamento finanziario netto a fine 2008 era pari a 275,8 milioni. I primi tre mesi dell’anno hanno registrato vendite per 271 milioni (+1,5%) e un utile netto di 0,8 milioni.
Dal canto suo Upim, con 140 negozi diretti e 247 affiliati, ha chiuso il bilancio al settembre 2008 con un valore della produzione di 493 milioni (in calo dai 520 del 2007), un margine operativo lordo (Ebitda) da 9,2 milioni (da 16 milioni del 2007) e una perdita netta da 19,2 milioni (da 0,9 milioni), secondo i dati pubblicati dal Cerved. L’azionariato di Rinascente/ Upim vede Investitori Associati al 46%, Deutsche Bank al 30%, Pirelli Re al 20% e Maurizio Borletti, nipote del fondatore di Rinascente, al 4 per cento.