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 2009  luglio 29 Mercoledì calendario

FIRENZE RIVEDE «PROJECT» E TRACCIATO DELLA TRAMVIA

Sul fronte delle grandi scelte urbanistiche, c’è aria di svolta. La città si prepara a ridiscutere due dei principali progetti in fase di realizzazione, e cioè il project della tramvia e il sottoattraversamento ferroviario dell’Alta velocità, che da soli valgono più di un miliardo di opere già appaltate.
Lasciata alle spalle la stagione delle inchieste giudiziarie e i fallimenti della passata Amministrazione (la mancata approvazione del Piano strutturale), il nuovo sindaco Matteo Renzi, cattolico democratico di 34 anni arrivato sulla poltrona più alta di Palazzo Vecchio nonostante le resistenze iniziali del suo partito, ha deciso di prendere il toro per le corna e ha aperto un tavolo di confronto sia con le Ferrovie sia con Tram Spa (49% francesi di Ratp e municipalizzata dei trasporti fiorentina Ataf; 49% Btp, Consorzio Etruria, Ccc, Alstom, Ansaldo, Sirti, Ciet impianti; 2% Artitecna), la società che riunisce progettisti, costruttori e futuri gestori del sistema tramviario metropolitano, titolare del contratto di project che la lega al Comune di Firenze. Renzi, che si è tenuto le deleghe in materia urbanistica, punta a varare il Piano strutturale entro luglio 2010 (altrimenti per legge scattano i vincoli sugli interventi edilizi), ma soprattutto vuole rivedere il contratto di project della tramvia, ritenuto troppo oneroso per il Comune, costretto a garantire per dieci anni i ricavi e l’equilibrio di bilancio del gestore (32 milioni di biglietti e 20 milioni d’incassi all’anno). Renzi è convinto che «se le tre linee fossero già in funzione, salterebbero le casse di Palazzo Vecchio ». Da qui la necessità di una correzione di rotta.
Intanto il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha rinviato
sine die l’analisi in calendario ieri del progetto definitivo delle linee 2 e 3 della tramvia fiorentina ( la linea 1 è praticamente finita e dovrebbe diventare operativa a fine novembre). Il Governo e in particolare il ministro del Beni culturali Sandro Bondi e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti sono contrari al passaggio del tram di fianco al Duomo. La questione, insomma, potrebbe diventare un braccio di ferro politico tra Roma e Firenze. Con risvolti finanziari pesanti. «Se non arrivano i 114 milioni del contributo pubblico, rischia di saltare la struttura finanziaria del nostro peject», commenta Fabrizio Bartaloni, presidente di Tram Spa. Fin qui ha garantito il Comune di Firenze, che però in attesa dell’ok al progetto definitivo non può approvare quello esecutivo. Intanto le banche (MPs, Intesa Sanpaolo, Bank of Scotland) stanno alla finestra. In consiglio comunale, martedì scorso, Renzi ha detto che «tra i 2.300 autobus al giorno in piazza Duomo e la tramvia, preferisce quest’ultima. Ma tra un’ipotesi di pedonalizzazione e il tram, preferisce la prima».
Si tratta di una svolta netta, rispetto alle posizioni della passata Amministrazione e dello stesso Pd locale. «Nessuna guerra di religione sul passaggio dal Duomo », conferma Massimo Mattei, assessore comunale ai Lavori pubblici. «Siamo pronti a ridiscutere il progetto, tracciato compreso», conferma Bartaloni. Il confronto che si è aperto tra Palazzo Vecchio e Tram Spa da una parte e dall’altra Firenze e Roma, insomma, potrebbe sbloccare la situazione dando nuovo impulso al progetto della tramvia che sta viaggiando con più di due anni di ritardo (la firma del primo contratto è del 2005).
Anche sul passaggio della Tav (6,1 chilometri di tunnel e la stazione sotterranea disegnata da Norman Foster, 700 milioni di opere già appaltate e cantierate) Renzi ha chiesto di vedere le carte. L’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, s’è impegnato a dargliele per settembre. Ipotesi alternative per la stazione: Campo di Marte o Castello. «Nessuna preclusione nell’andare sottoterra o sopra, il problema è la sostenibilità del percorso», dice Renzi. Un colpo di timone forte per la politica urbanistica fiorentina.