Danilo Taino, Corriere della sera 29/7/2009, 29 luglio 2009
BANFI STAR IN GERMANIA CON UNA COMMEDIA SUI MERIDIONALI
BERLINO – Un bel pezzo di Germania è ansioso di vedere Lino Banfi. Non è uno scherzo. A 73 anni, l’attore pugliese fa il suo debutto internazionale con un film in lingua straniera. E che lingua: il tedesco. «Non ne sapevo e non ne so una parola, una virgola », dice. Ciononostante, alla prima, lunedì sera a Monaco, 1.600 persone lo hanno acclamato. Il lancio, nei prossimi giorni, avverrà in quasi 400 sale sparse per la Germania, la campagna pubblicitaria è in corso, su internet i trailer corrono. Un successo commerciale garantito. La pellicola, però, promette di sollevare più di una polemica, soprattutto in Italia, dove sarà nei cinema in autunno.
Maria, ihm schmeckt’s nicht
(Maria, non gli piace) è il titolo. Lo stesso del libro da cui è tratto, scritto dal giornalista e autore Jan Weiler: un best-seller del 2003 da quasi un milione e ottocentomila copie in Germania. E Maria, non gli piace è la frase che dice la nonna, pugliese, quando vede che Jan, promesso sposo della nipote Sara, non mangia abbastanza pasta con le cozze. Sì, avete indovinato. Come il libro da cui è tratto, il film lavora sugli stereotipi, sorride delle abitudini dell’Italia del Sud, esalta le differenze culturali tra tedeschi e italiani. Un sempreverde. Ma è insieme tenero e delicato. «Anche commovente», lo definisce Cristiano Bortone, il produttore per la Orisa (si tratta di una coproduzione italo- tedesca).
La storia è quella di Antonio Marcipane (Banfi), immigrato in Germania negli Anni Sessanta. Quando la figlia Sara (Mina Tander) vuole sposare Jan (Christian Ulmen), tedesco, entra in crisi, ma si adatta. Quindi, il viaggio in Puglia, tutti a conoscere la famiglia e i luoghi d’origine. E qui, via con le (dis)avventure di un tedesco nel Mezzogiorno. Lo straordinario del film, però, non è tanto la storia, una quasi autobiografia di Weiler. E’ prima di tutto l’abilità di Banfi di recitare in tedesco senza conoscere la lingua.
«Sarà un effetto da andropausa – dice – ma agli anziani capita di dire ’che mi frega, io lo faccio’. E così l’ho fatto. Quando mi hanno proposto la parte, pensavo che avrei recitato in italiano. Quando mi hanno detto che invece dovevo parlare in tedesco gli ho riso in faccia. Poi, però, ho provato per due o tre giorni e ho accettato». Il sistema usato non è semplice. Prima, Banfi si faceva spiegare la scena. Poi, la recitava in italiano. «E Biba, un’attrice italo-tedesca, mi aiutava a capire le intonazioni ». Il tutto veniva quindi scritto su cartelli, così come si pronuncia in tedesco, che l’attore leggeva.
«Il guaio – spiega – è che Marcipane è logorroico, dunque mi servivano cartelli messi un po’ ovunque per non guardare sempre dalla stessa parte: sugli altri attori, sulle sedie, appesi al soffitto». Ha funzionato. E lunedì sera per Banfi è stato il primo, vero trionfo internazionale. «Mi ha anche mandato un caro messaggio il presidente Berlusconi ».
«Ora – aggiunge – ho il problema di doppiarlo dal tedesco all’italiano». Altra impresa non facile. Anche perché – dicono sia Banfi sia Bortone – per l’Italia, dove sarà distribuito dalla Fox con il titolo Indovina chi sposa mia figlia , sarà addolcito: per evitare l’accusa di essere un film anti-italiano fondato su pregiudizi. «Ho detto subito che era un rischio da non correre », dice Banfi, teutonico.
Virgola «Quando mi hanno detto che dovevo parlare in tedesco mi sono messo a ridere. Non so una virgola»