Gianpiero Martinotti, la Repubblica 29/7/2009, 29 luglio 2009
CHIUDE L’AGENZIA CHE HA FOTOGRAFATO LA STORIA
Con Sygma e Sipa faceva parte delle "tre A", orgoglio del reportage made in France
Raymond Depardon "Oggi l´unica possibilità è lavorare da liberi professionisti"
«Vogliono uccidere Gamma». La frase viene ruminata amaramente dai diciotto fotografi di una delle più famose agenzie fotogiornalistiche del mondo. Il suo nome è conosciuto dappertutto, le sue immagini (dal Maggio francese a Beirut, dal Vietnam a Bhopal) sono state premiate con il "Nobel" della foto, ma hanno soprattutto impressionato il pubblico, documentato le tragedie del mondo contemporaneo. E adesso «vogliono uccidere Gamma»: domani, la società che la controlla porterà i libri in tribunale e arriverà un amministratore giudiziario. Comunque vada a finire, la sorte dell´agenzia è segnata: il gruppo Eyedea preferisce dedicarsi alle altre filiali, in particolare a quella dei paparazzi, più redditizi del fotogiornalismo.
Nata nel 1966, Gamma ha contribuito a creare e a formare più di una generazione di fotoreporter. Insieme a Sygma e a Sipa (le "tre A", si diceva) ha imposto le agenzie francesi tra le migliori al mondo. Un´epopea d´altri tempi, quando si usavano i telex, le comunicazioni erano difficili e le telecamere non arrivavano dappertutto. Le foto degli inviati di Gamma erano richieste, i giornali se le contendevano. In alcuni casi, una loro immagine poteva rivelare al mondo una tragedia in maniera più efficace di un lungo articolo. Nel corso degli anni sono emersi fotografi conosciutissimi nel mondo dei giornali, come Françoise Demulder, la prima donna a ricevere il World Press Photo, il più prestigioso premio di fotogiornalismo.
Adesso, quel mondo scompare inesorabilmente. C´è la crisi della stampa, con le grandi testate sempre più restie a finanziare lunghi viaggi per un reportage. Ma c´è stata soprattutto la rivoluzione digitale, che ha letteralmente travolto le "tre A", battute dai fotografi delle grandi agenzie di stampa (Reuters, France Presse, Ap), che un tempo si limitavano al mercato del bianco e nero (i quotidiani). Oggi, grazie al digitale, inviano dai quattro angoli del mondo, in pochi minuti, i loro cliché a colori.
Durante gli anni Novanta, le "tre A" hanno perso la loro indipendenza e al tempo stesso il loro modo di fare fotogiornalismo: Sygma è stata comparata dalla Corbis di Bill Gates, Sipa è finita nelle mani di un produttore farmaceutico, Gamma è passata al gruppo Hachette che poi l´ha ceduta alla Eyedea. E nonostante possieda il terzo patrimonio fotografico mondiale dopo Corbis e Getty Images, adesso rischia la chiusura definitiva.
Raymond Depardon, uno dei fondatori e oggi associato alla mitica Magnum, non è tenero con la sua vecchia agenzia: «Gamma è morta da molto tempo. Almeno dagli anni Novanta e dall´arrivo della foto numerica, che ha richiesto investimenti colossali. Da allora, il suo destino è segnato, l´evoluzione del sistema non le consente di restare in vita». Secondo Depardon, che oggi può essere considerato come il miglior fotoreporter francese in attività, è possibile sopravvivere solo come liberi professionisti, perché solo le grandi agenzie internazionali possono permettersi di retribuire mensilmente i loro fotografi. E se questa diagnosi è vera, la sorte di Gamma è davvero segnata, qualsiasi cosa decidano i tribunali.