Giuseppe Oddo, ཿIl Sole-24 Ore 29/7/2009;, 29 luglio 2009
I RIFIUTI FRUTTANO ALLA SICILIA 70 MILIONI ALL’ANNO
Il sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia, il cui indebitamento viaggia intorno al miliardo di euro, frutta all’amministrazione regionale una settantina di milioni l’anno. A calcolare l’importo è Antonello Cracolìci, capogruppo del Pd all’assemblea di Sala d’Ercole. La somma è relativa all’Iva del 10% sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti corrisposta da ciascun Comune della Sicilia all’Ambito territoriale ottimale (Ato) di riferimento. E siccome la Sicilia è l’unica Regione a riscuotere in modo diretto le imposte, sia quelle sulle persone fisiche e giuridiche che quella sul valore aggiunto, il beneficiario vero di questo sistema è stato fino ad ora l’amministrazione di Palazzo dei Normanni. Il cittadino paga per un disservizio che è sull’orlodella bancarotta e la Regione incassa. Sostiene Craco-lìci, che in tre anni, da quando gli Ato sono operativi,l’ente abbia riscosso circa 210 milioni d’Iva.
Nell’ambito della legge di riordino del sistema dei rifiuti che era stata approvata dalla commissione Ambiente durante il primo governo Lombardo era stato ipotizzato che la Regione potesse impiegare questi fondi per un piano di rientro dei debiti degli Ato. Ma quella proposta che aveva spinto il governatore ad azzerare e a ricostituire la giunta, adesso non va più bene. Il Lombardo bis ne ha in serbo una nuova che punta a ridurre il numero degli Ato da 27 a 9 e a far decollare la raccolta differenziata con la costruzione a valle di 7-8 piccoli impianti di termovalorizzazione nelle diverse province dell’Isola contro i 4 mega-inceneritori concepiti durante la presidenza Cuffaro. Obiettivo lodevole. Peccato che la situazione finanziaria degli Ambiti sia peggiorata al punto che l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque è stata costretta a commissariarne tre e a metterne sotto osservazione altri sette.
Mentre alla Sala d’Ercole si continuano a fare e disfare leggi di riordino, il sistema sta andando a pezzi. Il neoassessore alla famiglia, alle politiche sociali e alle autonomie locali, Caterina Chinnici, ha erogato in totale 21 milioni agli Ato Messina 1, Messina 2, Catania 3 e Enna 1 per scongiurarne il fallimento ed evitare l’espandersi a macchia d’olio dell’emergenza rifiuti. Le quattro società d’ambito hanno ricevuto anticipazioni straordinarie sui trasferimenti trimestrali della Regione agli Enti locali. Una misura tampone nella speranza che entro la fine dell’anno la giunta riesca a far passare provvedimenti strutturali che impediscano al sistema di collassare.
Per fortuna qualcosa che si salva c’è. Dicono gli esperti che Ato come quelli di Termini Imerese, Sciacca e Caltagirone o come quelli dei Comuni del Belice hanno gambe per camminare e che bisogna ripartire da questi per ricostruire un sistema sano. Dichiara Giuseppe Norata, presidente e amministratore delegato di Ecologia e ambiente Spa, di cui sono soci tra gli altri Termini, Cefalù e Castelbuono: «Siamo in grado di finanziarci un progetto che ci consenta di essere autonomi nella gestione dei rifiuti, compreso lo smaltimento finale con zero residuati. Vogliamo realizzare un sistema di separazione che porti alla biostabilizzazione della frazione umida e alla valorizzazione termica di quella secca con la produzione di elettricità e calore da distribuire alle imprese dell’area industriale di Termini. Abbiamo già le banche disposte a finanziarci un piano ammortizzabile in cinque anni. Potremo così azzerare il costo di smaltimento in discarica che oggi si aggira sui 100 euro a tonnellata con una spesa di 4,5 milioni di euro». Nel dissesto del sistema qualcosa ancora si muove, per fortuna.