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 2009  luglio 29 Mercoledì calendario

TRA PARMALAT E BANKAMERICA PACE DA 100 MILIONI DI DOLLARI

Una delle vicende più intricate del default Parmalat si è chiusa ieri con la firma di un accordo transattivo tra il gruppo di Collecchio e Bank of America da 100 milioni di dollari.
Ci sono voluti cinque anni dal crack del dicembre 2003 del gruppo alimentare, numerosi processi civili e penali spesso finiti a favore del gruppo bancario, per mettere fine all’azione giudiziaria di Enrico Bondi, l’ex commissario straordinario oggi amministratore delegato che soltanto negli Stati Uniti aveva chiesto 10 miliardi di dollari di danni.
La transazione è ora soggetta all’approvazione della Corte del distretto sud di New York. Appena emesso tale "ordine", Bank of America provvederà al pagamento e a chiudere le sue pretese nei confronti della Parmalat e di Indulac l’ex controllata del Venezuela e a pagare a Collecchio una transazione di 98,5 milioni di dollari, in parte cash e in parte non monetario. Dal canto suo Bank of America rinuncia,tra l’altro,alle insinuazioni al passivo presso il tribunale fallimentare di Parma.
«Dalle indagini e dai procedimenti giudiziari che si sono svolti fino ad oggi – si legge nel comunicato di Bank of America – compresa la recente, inequivocabile decisione a noi favorevole emessa da parte del tribunale di Milano, risulta evidente che nessun dipendente della banca era a conoscenza della reale situazione finanziaria della Parmalat». Il crack della Parmalat del dicembre 2003 era scaturito dalla scoperta dell’inesistenza del conto Bonlat presso la banca americana, conto nel quale doveva essere depositata la liquidità della società alimentare, che in seguito si è scoperto essere inesistente.
Con quest’ultima transazione Bondi ha portato a poco meno di 2,1 miliardi di euro le somma incassate complessivamente dagli istituti di credito italiani ed esteri per chiudere i contenziosi relativi al crack del 2003.
Dopo quello con Bofa, restano in piedi, infatti, solo le cause negli Usa contro il revisore dei conti Grant Thornton e Citigroup .
Proprio il colosso Usa si sta rivelando l’osso più duro per Bondi e, al momento, l’unico che ha preferito assumersi i rischi delle vie legali anziché chiudere il contenzioso staccando un assegno milionario.
I quasi 100 milioni di dollari incassati da Bank of America andranno a rimpinguare il tesoretto accumulato da Bondi nel corso della sua gestione, giunta ormai al secondo mandato, cifra che l’ad potrà utilizzare per far crescere la società attraverso acquisizioni.