Beda Romano, ཿIl Sole-24 Ore 29/7/2009;, 29 luglio 2009
BERLINO LANCIA LA SFIDA AL VIRUS
L’autunno è ancora lontano, ma i tedeschi non amano le sorprese: la minaccia di un’epidemia di influenza A sta spingendo la Germania a interrogarsi sul da farsi. Il mondo delle imprese ha già deciso le prime misure preventive per contrastare il fenomeno ed evitare ripercussioni economiche, mentre il quotidiano popolare Bild titolava preoccupato qualche giorno fa in prima pagina: «La Bundesliga è forse in pericolo?».
Per ora i tedeschi che hanno contratto il virus H1N1 sono 3.400 ma i campanelli d’allarme stanno suonando forte e chiaro in tutte le società tedesche. Gerald Grusser, direttore generale della Camera di Commercio di Erfurt, ha lanciato un appello alle aziende della Turingia: «Organizzatevi per evitare di trovarvi impreparati quest’autunno e per continuare a operare regolarmente». Il timore è di subire una valanga di assenze dal lavoro.
In molte aziende è stato creato un comitato di crisi che ha il compito di seguire da vicino l’evoluzione della malattia e di mantenere i contatti con le autorità federali e internazionali. Deutsche Telekom ha dotato le mense aziendali di speciali dispositivi per disinfettare le mani. Ai suoi tecnici fuori per lavoro consiglia di utilizzare guanti e maschere. Continental ha fatto provviste di medicinali; lo stesso ha fatto Daimler.
L’attenzione all’igiene è al primo posto delle preoccupazioni, ma anche le regole della buona creanza sono entrate nel mirino. WestLB ha chiesto ai suoi dipendenti di non stringersi la mano; Airbus ha ricordato che salutarsi baciandosi sulla guancia aumenta il rischio di infezione, rivela Die Welt. Altre aziende hanno deciso di organizzare vaccinazioni gratuite a tappeto. Altre ancora preferiscono organizzare riunioni in teleconferenza e hanno cancellato numerosi viaggi.
In una Germania grande esportatrice mondiale ed esposta come pochi altri paesi europei all’economia internazionale, il virus H1N1 è particolarmente preoccupante. Peraltro giunge in un momento in cui la congiuntura lancia i primi deboli segnali di ripresa. L’istituto di analisi mediche Robert Koch di Berlino sostiene che il ritmo di crescita degli ammalati sta salendo a 400-600 al giorno: si tratta spesso di persone di ritorno da paesi a rischio.
La società edile Hochtief ha deciso di chiedere ai suoi dipendenti di effettuare viaggi di lavoro soltanto se necessario. Meglio poi ricorrere ai voli diretti per evitare rischiose permanenze in aeroporto. Il gruppo telefonico E-Plus è stato ancor più drastico: le persone tornate dai paesi particolarmente a rischio - Stati Uniti, Messico e Canada - devono lavorare da casa nei primi cinque giorni dal loro ritorno in Germania.
Thorsten Hofmann, direttore dell’Institute Political & Crisis Management a Berlino, spiegava nei giorni scorsi che in questo contesto è importante per le imprese mostrare di avere la situazione sotto controllo. In questo contesto, l’associazione delle Camere di commercio del paese segnala alle aziende un manuale di consigli pratici preparato dal Bundesamt für Bevölkerungsschutz und Katastrophenhilfe, l’ente pubblico della protezione civile.