IL Bestiario, www.fermentobirra.com, 29 luglio 2009
Una doppio malto per favore! - Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non è entrato in un pub e ha chiesto una birra doppio malto
Una doppio malto per favore! - Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non è entrato in un pub e ha chiesto una birra doppio malto. In realtà il barista pignolo ogni volta con pazienza dovrebbe rispondere: «bene, adesso che ha scelto il grado di zuccheri nel mosto, potrebbe dirmi quale birra desidera?». In effetti la birra doppio malto è un’invenzione del legislatore italiano che, per motivi fiscali, ha suddiviso le birre in varie categorie (analcolica, light, normale, speciale, doppio malto) a seconda del Grado Plato (unità di misura del livello di zuccheri contenuti nel mosto di birra). Una classificazione non molto sensata a dire il vero, che proibirebbe ad esempio ad una bevanda come la Guinness, che presenta un Grado Plato uguale a 9,75% e il 4,2% di alcol in volume, di essere prodotta nel nostro paese con la denominazione birra. Chiarito che la parola in questione non indica assolutamente una birra con doppio dosaggio di malto utilizzato, qualcuno potrebbe controbattere che la richiesta di ordinare una doppio malto è sensata in quanto identificherebbe una birra dalla gradazione alcolica più sostenuta. In realtà non esiste una relazione diretta tra il grado zuccherino e quello alcolico. E’ così possibile bere una innocua ”doppio malto” di 4 gradi, o scegliere di scaldarsi con una birra ”normale” da 6,5 gradi. Purtroppo, però, la scarsa varietà di birre presente nella maggior parte dei locali italiani e la diffusione di questa espressione nei pub e birrerie hanno di fatto portato all’identificazione della birra doppio malto con una birra ”forte”. Non rimane allora attendere che la cultura birraria continui ad insinuarsi tra gli italiani e, magari, avere un giorno un menù e la conoscenza per ordinare proprio la birra desiderata in quel preciso momento!