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 2009  luglio 29 Mercoledì calendario

La Moratti e il suo divieto di ven­dere alcolici ai minori di 16 anni sta facendo scuola. A Pordenone, il sindaco Sergio Bolzonello ha vietato il consumo di bevande al­coliche nei luoghi pubblici sia di giorno che di notte e proibito ogni assembramento (anche di due persone) nella zona compre­sa fra piazza Costantini - via don Sturzo - via Rovereto - piazzale Duca d’Aosta

La Moratti e il suo divieto di ven­dere alcolici ai minori di 16 anni sta facendo scuola. A Pordenone, il sindaco Sergio Bolzonello ha vietato il consumo di bevande al­coliche nei luoghi pubblici sia di giorno che di notte e proibito ogni assembramento (anche di due persone) nella zona compre­sa fra piazza Costantini - via don Sturzo - via Rovereto - piazzale Duca d’Aosta. A Bologna il nuovo sindaco Flavio Delbono ha messo i commercianti del centro di fron­te a un aut aut: se vendono alcoli­ci devono chiudere alle 22, a me­no che non siano bar o ristoranti.

Mi risultano strane tutte e due le decisioni. Pordenone: come si fa a giudicare «assembramento» un incontro tra due persone?
Non lo so e aspetto di vedere co­me si regoleranno i vigili. Mi fi­guro che il sindaco abbia pensa­to di fornire uno strumento re­pressivo e di lasciare poi a chi sta sul territorio la responsabili­tà di decidere se usarlo o meno. Marito e moglie che se ne vanno a spasso a braccetto saranno giu­dicati un «assembramento»?

Veniamo a Bologna. Che sen­so ha imporre la chiusura alle 22 per chi vende alcolici ma escludere dal divieto i bar?
Forse qui siamo in un caso parti­colare. A Bologna ci sono 363 bot­teghe etniche, gestite nella mag­gior parte dei casi da pakistani, dove si può comprare di tutto 24 ore su 24. qui che gli studenti si rifornisconodialcol,primadiab­bandonarsi alla movida nottur­na. Infatti il provvedimento è sta­to preso in accordo con le associa­zioni cittadine dei commercian­ti, all’interno delle quali le botte­ghe dei pakistani e degli altri asiatici non hanno rappresentan­za. Leggiamolo anche come un favore – non so quanto odioso – fatto ai commercianti italiani. La Lega infatti ha applaudito. Il sociologo Marzio Barbagli, che vive a Bologna, si dice sicuro che la comunità asiatica digerirà il di­vieto senza troppe storie: la fortu­na di quelle botteghe starebbe più nell’orario prolungato che nella vendita di vino.

Ho l’impressione che nelle città si stia raccogliendo, sulla que­stione degli alcolici, l’invito di Berlusconi a imitare la Moratti.
Ci sono molti brutti episodi. Vi­cino a Torino, in una cittadina che si chiama Villar Dora, 4 ra­gazzi andavano a rubare tutte le notti al Mannus , un club pri­vato dove c’è la piscina e si im­para ad andare a cavallo. I la­dri portavano via cornetti, pa­tatine, rum, sambuca, whisky, birre. A un certo punto si sono messi a fregare i soldi e i gesto­ri del club allora hanno piazza­to le telecamere. Quelli se ne sono accorti e hanno continua­to mettendosi in testa dei cap­pucci. Alla fine li hanno presi e che cosa hanno scoperto? Che uno di loro era andato in coma etilico un paio di giorni prima e che appena si era ripreso ave­va ricominciato. Stiamo par­lando di ragazzini che non han­no ancora 15 anni e vengono da famiglie normali. A Torino, c’è anche stato il caso di due adolescenti che in bici faceva­no slalom tra le macchine, un signore che stava con la moglie – vedendo che rischiavano di farsi mettere sotto – ha dato due colpi di clacson, quelli allo­ra si sono avvicinati al finestri­no e hanno sparato in faccia al­la signora dei microproiettili di plastica, facendole molto ma­le. Li stanno cercando, erano forse sotto alcol o droga. Lo sballo consiste nel mescolare alcol e droga e nell’abbando­narsi poi alle follie che la perdi­ta delle inibizioni provocata dalla chimiche fanno credere possibili. Il 15enne che rubava al Mannus era andato in coma etilico per un cocktail di rum, birra e hashish.

Ma stiamo parlando di un feno­meno di massa? Non sono ca­si isolati?
Il problema dell’alcol è genera­le. Estrapolando i dati Istat, si ricava che hanno problemi col bere 9 milioni di italiani. Di questi, 3 milioni hanno più di 65 anni e un milione e mezzo sta nella fascia 11-24. Le vitti­me principali del vizio sono maschi, ma una buona percen­tuale di bevitori è costituita da femmine: il 13% di tutte le ra­gazze tra gli 11 e i 18 anni e il 10% di quelle fra 19 e 24. Regio­ni più coinvolte: quelle del Nord, specialmente Veneto, Trentino, Piemonte, Val d’Ao­sta.

C’è una spiegazione all’improv­viso estendersi di questa pia­ga?
Naturalmente il disagio delle due classi d’età coinvolte: i giovani e i vecchi. Su questo non c’è bisogno di dilungarsi. C’è poi un cambiamento nelle abitudini alimentari: si beve fuori pasto molto più di una volta e ci si fa belli con i supe­ralcolici. S’è anche radicata, specialmente tra i giovani, una certa ritualità: si beve in­sieme, rinforzando lo spirito di branco, si gira esibendo la bottiglia, la si lascia poi, vuo­ta, sull’orlo di una fontana o su una panchina, come a mar­care il possesso di un territo­rio, come a sfidare la disappro­vazione generale della gente perbene. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/7/2009]