varie, 29 luglio 2009
IMPARARE A NUOTARE PER VOCE ARANCIO
Gli atleti tesserati dalla Federazione italiana nuoto sono oltre 37 mila, 1.400 le società affiliate, 35 mila scuole di addestramento, 7 mila amatori, le piscine coperte censite sono 1.500, quelle all’aperto diecimila (dati Federnuoto 2004). Per il Coni gli italiani che praticano nuoto sono tre milioni e mezzo. Doxa dice che 15 milioni di italiani sono in grado di fare almeno 15 metri a nuoto, nei vari stili.
Piscine presenti nella Roma antica: 800.
Secondo una ricerca pubblicata da Future Concept, nell’età compresa tra 15 e 44 anni, i frequentatori delle piscine sono passati dall’8,2% del 1995 al 12,9% nel 2003.
In trenta anni, secondo uno studio dell’Istituto superiore di sanità, gli annegamenti sono calati del 75%. In un anno se ne contavano circa 1.400 negli anni Settanta. Adesso sono 300-350.
Il costo mensile per un corso di nuoto con frequenza bisettimanale varia molto: sono più cari in città e quelli per gli adulti. Il prezzo equo, dice nuotomania.it, è compreso tra 40 e 65 euro al mese.
I benefici del nuoto spiegati dal dott. Sergio Lupo, specialista in Medicina dello sport, fondatore del sito sportmedicina.com, dirigente medico all’Istituto Medicina e Scienza dello sport del Coni. «L’attività non agonistica, a bassa intensità e con durata ridotta di allenamento, può essere praticato anche da chi è in eccesso di peso o è affetto da patologie osteoarticolari (artrosi, lombalgia, cervicalgia...). Siccome è un’attività di tipo aerobico, migliora l’efficienza del sistema cardiocircolatorio e previene le crisi d’asma in chi è affetto da questa patologia. indicato come complemento per chi pratica sport di potenza (atletica, tennis, scherma, sport di squadra caratterizzati da forza, esplosività, rapidità), perché stimola la resistenza». Lorenzo Marugo, medico della nazionale italiana di nuoto: «Non si può dire che si utilizzino tutti i muscoli, ma è uno sport che fa compiere un esercizio congruo sia alle braccia sia alle gambe. Inoltre si può considerare una vera e propria ginnastica respiratoria. Consente infatti una repirazione controllata e regolata. Senza dimenticare i benefici che comporta per l’apparato cardiocircolatorio, e i vantaggi che si riscontrano contro varici e vene varicose».
Il nuoto fa anche perdere peso e a bruciare calorie velocemente (da 400 a 700 in 60 minuti circa) in base allo stile che si pratica (delfino, dorso, rana, crawl). Escludendo il delfino (per il quale servono muscoli e allenamento), lo stile che fa dimagrire di più è il dorso, seguito dalla rana e dal crawl (stile libero). Il nuoto in acque libere (cioè mare o lago) garantisce migliori risultati dato che la più bassa temperatura dell’acqua permette un maggiore dispendio energetico.
Il nuoto fa belle soprattutto le braccia e la schiena. Filippo Magnini: «Nuotando è difficile farsi i muscoli. Gli esercizi di potenziamento li facciamo in palestra. In acqua, per potenziare le braccia e le spalle, usiamo delle palette. Poi facciamo anche esercizi di forza: nuotiamo con secchi legati al corpo da una cintura oppure nuotiamo sul posto con elastici che ci trattengono. Ma queste sono cose sconsigliabili a livello amatoriale».
Controindicazioni del nuoto, spiegate sempre dal dott. Lupo. «Può favorire disturbi a orecchie, naso e gola. Può peggiorare alcuni vizi posturali: per esempio lo stile libero ed il delfino possono accentuare la cifosi dorsale (meglio in questo caso nuotare a dorso). Un allenamento particolarmente intenso, come quello dell’attività agonistica, può essere dannoso per le patologie alla schiena (come la scoliosi)».
Altri consigli del dott. Lorenzo Marugo. Prima di tuffarsi in acqua è bene allungare un po’ i muscoli: «Altrimenti arrivano i crampi che in acqua possono essere letali». Da evitare l’entrata in acqua correndo: «Il passaggio veloce tra una temperatura corporea elevata di chi è stato troppo al sole e la temperatura un po’ fredda dell’acqua fa male». Attenzione anche alle piscine coperte: se l’aria non circola bene le sostanze prodotte dal cloro irritano i bronchi.
Francis Scott Fitzgerald, in clinica per una crisi depressiva, si fece accompagnare dall’infermiera a nuotare, si tuffò per far colpo su di lei e si fratturò una spalla.
A che età è meglio cominciare a nuotare? Il campione Marcello Guarducci: «Meglio se da piccoli: diciamo 5/6 anni. Ma per cominciare a nuotare non c’è limite d’età. Imparare a nuotare e a nuotare bene è possibile a tutte le età anche in quelle avanzate». Quante ore? «Per una pratica di apprendimento o amatoriale è sufficiente un’ora di nuoto con una frequenza bisettimanale; frequenza che si può ampliare a 3 volte la settimana per i ragazzi 10/14 anni, con un impegno massimo di un’ora e mezzo a turno, per arrivare a quello agonistico che può arrivare a 4 ore al giorno, ma che sconsiglio prima dei 16 anni per una crescita psicofisica corretta». Quanto ci vuole per imparare tutti e quattro gli stili (crowl o stile libero, dorso, rana e delfino)? «Dipende dalle capacità motorie e di apprendimento individuali. Le scuole della Federazione nuoto prevedono percorsi che variano da 4-6 anni per i bambini a 3-4 anni per gli adulti». Qual è la difficoltà maggiore? «L’aspetto che mette maggiormente in difficoltà è la respirazione. Infatti si deve passare da una respirazione naturale e libera ad una respirazione forzata, che, per di più, deve essere inserita in un ritmo di bracciata a seconda dello stile».
Per imparare a nuotare, Goethe si fabbricò un giubbotto di sughero.
Consigli tecnici di Filippo Magnini: «Nello stile libero è molto importante la coordinazione tra braccia e gambe. In rana e delfino è come se i movimenti fossero eseguiti sempre assieme: apri le gambe e chiudi le braccia e viceversa. Nello stile libero, invece, arti superiori e arti inferiori vanno a ritmi diversi ed è quindi più importante coordinarli. Infine, le gambe vanno tenute sott’acqua. inutile batterle fuori, scalciare e fare tanta schiuma».
Ilenia Andaloro, 11 anni, di Milazzo, il 16 luglio ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina in 40 minuti e 33 secondi: si tratta del secondo miglior tempo femminile mai realizzato (il primo posto spetta ai 38’06’’ di Monia Scalzo, nel 1982). Ilenia, che nuota per la società della sua città, ”Nuoto Milazzo C. Nicosia”, è allenata da Pippo Nicosia ed era alla sua prima esperienza in assoluto in acque libere. Nuota da quando aveva sei anni, fa agonismo e nel 2008 è diventata campionessa regionale dei 50 delfino.
Dal papà Gianfranco vogliamo sapere di chi è stata l’idea del nuoto: «Veramente l’abbiamo mandata per farle fare un po’ di movimento, appena hanno aperto una piscina a Milazzo». Vi siete accorti subito delle sue capacità? «Se n’è accorto l’allenatore. Un tecnico lo capisce presto se un bambino è portato». E l’idea della traversata dello Stretto di chi è? «L’allenatore già da un paio di anni la corteggiava per farle fare questa gara. Io all’inizio non ho voluto, poi quest’anno mi sono deciso. Non credevo che sarebbe riuscita a ottenere un simile risultato, a me interessava che arrivasse dall’altra parte. Poi quando a tre quarti della gara uno degli esperti con cui la affiancavo in barca ha detto che i tempi erano ottimi e che ci poteva stare anche il record mi sono talmente emozionato che ancora oggi mi vengono i brividi».
Parliamo con Ilenia, le chiediamo se sa di essere molto brava: «A me sembra di essere uguale agli amici della piscina. Non mi vanto per questa cosa che ho fatto». Chi è il tuo mito? «Federica Pellegrini, la seguirò in tv ai Mondiali di nuoto». Come ti sei allenata per la traversata? «Ultimamente nuotavo anche per 4 chilometri al giorno. In una settimana molto più di dieci chilometri». Mentre eri in acqua non avevi paura? «Sì. Delle meduse, degli squali e anche delle balene». E delle correnti no? «Quelle non le ho sentite tanto, a parte un momento in cui ho avvertito l’acqua diventare più fredda». A cosa pensavi mentre nuotavi? «Cantavo. Laura Pausini, i Gemelli diversi e Claudio Baglioni. I miei preferiti».
Federica Pellegrini odia l’acqua alta: «Sono come tutti quei nuotatori che, abituati a vedere il fondo, hanno il terrore quando laggiù c’è il buio. Esco al largo solo se accompagnata e nuoto con la testa fuori».
Anche Filippo Magnini non fa il bagno al mare: «Mi accadeva fin da bambino: mi è sempre piaciuta la vita da spiaggia, ma senza tuffi».
«In spiaggia fatico a entrare in acqua, se mi alleno all’aperto odio il vento, faccio il bagno a 26 gradi e quando smetterò di nuotare farò tante passeggiate: andrò a vivere sulle colline della Provenza» (Alain Bernard, 26 anni, due metri e cinque centimetri di apertura delle braccia, il primo uomo a nuotare i 100 metri stile libero in meno di 47 secondi).
Massimiliano Rosolino dice che Federica Pellegrini nuota 15-20 chilometri al giorno, cioè dai 70 ai 120 alla settimana.
La vita del nuotatore descritta da Massimiliano Rosolino: «Si nuota 330-340 giorni all’anno. Due settimane di riposo in estate, d’inverno quasi niente. Io mi alleno quattro o cinque ore al giorno. Però tra stretching e fisioterapia mi passa tutta la giornata, è come andare in ufficio. Mi alleno anche il 24 dicembre o il 1° gennaio. Vado a dormire alle undici, massimo mezzanotte, anche se non ho sonno».
«Potrei vivere in piscina, sistemare un letto in piscina e dormire, mangiare in piscina e non mi succederebbe nulla. Ma mi trovo male sulla terra» (Michael Phelps, nuotatore, otto medaglie d’oro alle Olimpiadi di Pechino).