Maurizio Molinari, La stampa 29/7/2009, 29 luglio 2009
Cos’ha davvero ucciso Jackson- Qual è la sostanza sospettata di aver ucciso Michael Jackson? «Si tratta del propofol, in vendita nella farmacie in America con il nome di Diprivan
Cos’ha davvero ucciso Jackson- Qual è la sostanza sospettata di aver ucciso Michael Jackson? «Si tratta del propofol, in vendita nella farmacie in America con il nome di Diprivan. un potente sedativo ad azione rapida che viene somministrato per via endovenosa. più comunemente noto come ”latte dell’amnesia”, perché assomiglia al latte, ha un effetto immediato e al risveglio il paziente si sente come nuovo: il farmaco gli consente di liberarsi di dolore, ansia e stress. In genere, il propofol viene adoperato dagli ospedali nei reparti di terapia intensiva per le anestesie di adulti e minori. Jackson aveva nella sua camera da letto due macchine per le endovenose che venivano usate dal suo medico personale, Conrad Murray, per iniettarglielo». Perché Murray glielo diede la sera prima del decesso? « la domanda alla quale la Polizia di Los Angeles sta tentando di dare una risposta per accertare se si sia trattato di omicidio oppure no. Il propofol, infatti, è noto per causare effetti collaterali potenzialmente gravi come l’apnea, o morte apparente. Murray lo somministrava spesso a Jackson, forse per combattere il forte stress che affliggeva la popstar, e avrebbe ammesso di averglielo dato poco prima della morte. La Polizia vuole appurare se non abbia ecceduto nella dose». Che cosa c’era nella camera da letto della popstar? «Oltre a diverse bottiglie di Diprivan, alcune piene e altre no, ma tutte senza l’etichetta della ricetta, anche medicine per la soppressione dell’appetito, l’antiansiolitico Clonazepam, gli strumenti per le endovenose e bombole d’ossigeno». A cosa serviva l’ossigeno? «La somministrazione del propofol prevede che il paziente sia costantemente tenuto sotto osservazione con macchinari in grado di mantenere una regolare respirazione. Quindi l’ossigeno dev’essere immediatamente disponibile. Ciò che resta da chiarire è come questi farmaci venissero adoperati dal dottore, che riceveva da Jackson uno stipendio mensile di 150 mila dollari». Perché lo stipendio era così alto? «Murray era stato assunto da Jackson quest’anno per essergli a fianco durante i 50 concerti che la star avrebbe dovuto fare a Londra per pagare la montagna di debiti accumulata. Murray doveva mettere Jackson in condizione di affrontare una maratona musicale senza precedenti. Ma in realtà garantiva così anche gli organizzatori dell’evento londinese». Quali sono gli effetti che il propofol può causare? «Può ridurre i battiti del cuore e la pressione oppure provocare euforia». Perché gli agenti della Dea partecipano alle indagini della Polizia di Los Angeles? «La Dea è l’agenzia di sicurezza che si occupa di lotta alla droga e i suoi agenti sono gli unici ad avere il potere di violare la segretezza del rapporto fra paziente e dottore. In questo caso, la Dea deve appurare se le ricette di Murray per acquistare il propofol fossero sempre giustificabili oppure se il dottore abbia messo consapevolmente a rischio la salute del paziente. La Dea sta anche indagando su almeno cinque medici che avrebbero prescritto a Jackson il propofol senza averlo mai incontrato di persona e senza dunque potersi accertare delle sue reali condizioni. L’ipotesi è che questi dottori siano stati dei prestanome di Murray, un cardiologo laureato in Tennessee e con lo studio a Houston in Texas, che non ha titoli per autorizzare l’acquisto di medicinali in California». Qual è il sospetto degli inquirenti sul dottore? «Che abbia volutamente creato una condizione di dipendenza dai farmaci per obbligare Jackson a continuare a pagargli il megastipendio, oppure che abbia ecceduto nella somministrazione del propofol per timore che Jackson non riuscisse ad arrivare ai concerti. Inoltre Murray ha notevoli guai economici: deve far fronte a cause legali per 435 mila dollari e ha avuto la clinica texana chiusa nel 2002 per aver somministrato medicine ”in maniera impropria”. La clinica venne soprannominata dagli inquirenti ”Pill Mill”, il mulino di pillole». Quali sono le contestazioni fatte al dottore? «Chi prende abitualmente il Diprivan dev’essere costantemente attaccato a un respiratore sotto la supervisione di un anestesista o di un infermiere, per evitare il rischio di improvvisi soffocamenti. Il responsabile deve inoltre saper rianimare i pazienti in condizioni critiche. Jackson non stava sempre attaccato al respiratore e non aveva vicino a sé infermieri o anestesisti. Alcuni medici hanno inoltre criticato Murray per non aver subito dato a Jackson il Naxalone, una medicina che contrasta gli effetti dell’overdose, appena visti i sintomi del collasso. Inoltre, al momento del decesso Jackson era da solo e quando Murray lo ha trovato privo di sensi ha tentato di rianimarlo in maniera anomala, sul letto e non su una superficie rigida».