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 2009  luglio 29 Mercoledì calendario

La prima salita nel tour dei cento giorni con cui Matteo Renzi, 34 anni, sindaco di Firenze da un mese, dopo che alle primarie ha fatto fuori la nomenklatura del Pd fiorentino, ha dato appuntamento ai suoi cittadini, ci sarà oggi, a San Piero a Sieve, in Mugello

La prima salita nel tour dei cento giorni con cui Matteo Renzi, 34 anni, sindaco di Firenze da un mese, dopo che alle primarie ha fatto fuori la nomenklatura del Pd fiorentino, ha dato appuntamento ai suoi cittadini, ci sarà oggi, a San Piero a Sieve, in Mugello. Qui infatti Renzi, grande tifoso viola, farà visita alla squadra di Cesare Prandelli in ritiro e si incontrerà con i Della Valle per discutere della Cittadella viola, che nei disegni di mister Tod’s dovrebbe trasformarsi in uno dei più grandi insediamenti urbanistici di Firenze nei prossimi anni: 80mila metri quadri dove dovrebbe sorgere uno stadio coperto da 50mila posti, un museo di arte contemporanea, un parco giochi, negozi, hotel. La Cittadella dovrebbe fruttare ai Della Valle 20-30 milioni all’anno ed è ritenuta fondamentale per il salto della Fiorentina tra le big del campionato. Ma Renzi ha già fatto sapere che 80 mila metri quadri sono un’esagerazione, che il museo c’è già ed è a Prato, che insomma Diego e Andrea Della Valle si scordino di fare all’ombra della Fiorentina un business milionario. C’è chi sospetta nel mercato a «zero euro» della Fiorentina (che ha venduto all’odiata Juventus il suo campione più blasonato, il brasiliano Felipe Melo) una sorta di pressione dei Della Valle nei confronti di Renzi: o la Cittadella o niente sogni di gloria viola. Ma sulla scrivania di Renzi ci sono altri temi caldi per lo sviluppo della città. A cominciare dalla tramvia che, in un referendum consultivo, i fiorentini hanno bocciato nel tratto che passa sotto la cupola del Brunelleschi, proprio nel cuore del centro storico. Per finire alla Tav, l’Alta velocità che dovrebbe passare sotto Firenze, ma contro il sottoattraversamento si sono schierate le opposizioni («tunnel da cancellare», propone il capo del Pdl, l’ex portiere Giovanni Galli) e le associazioni ambientaliste. Renzi per ora si è limitato ad essere più possibilista, rispetto al suo predecessore Leonardo Domenici: «Se il governo assicura una legge speciale per Firenze sono pronto a ridiscutere i progetti della tramvia che passa dal Duomo e il tunnel della Tav». Ma se Cittadella, Tramvia e Alta velocità sono le tre grandi opere su cui Renzi sarà misurato dalla città e dall’opinione pubbliche, tre esami per diventare un sindaco di statura nazionale, è anche vero che i suoi primi trenta giorni con la fascia tricolore sono stati una galoppata vincente da luna di miele, come ha riconosciuto anche Massimo D’Alema, che nei giorni scorsi ha cenato con lui: «Intanto avrà un buon impatto sulla città: ha cominciato il suo lavoro con entusiasmo», ha detto il leader del Pd. Basti pensare che in due giorni Renzi, saltando le pressioni dei partiti, ha formato la nuova giunta, cinque uomini e cinque donne, tutti nuovi come amministratori comunali. Tra questi il sociologo Giuliano Da Empoli, conosciuto su Facebook, che l’11 luglio ha organizzato nel Salone dei Cinquecento il primo "Barcamp" di Firenze, ovvero una non-conferenza dove tutti gli operatori culturali di Firenze - oltre 300 i partecipanti - hanno fatto proposte al nuovo assessore alla cultura. Anche i primi provvedimenti di Renzi hanno riscosso l’approvazione dei fiorentini e, in certi casi, anche dell’opposizione, come l’ordinanza che toglie ai vigili ausiliari il potere di fare le multe e il pedaggio nei parcheggi degli ospedali. Ha inoltre decapitato il vertice dell’Ataf, l’azienda dei trasporti di Firenze, con un bilancio in rosso e le lamentele dei fiorentini. «Fuori i trombati della politica dalle municipalizzate. Lì devono andare manager capaci e fuori dai partiti», ha annunciato Renzi. Che intende raggruppare le numerose municipalizzate fiorentine, una giungla del sottopotere politico. Ma se la città sorride per i «vigilini» soppressi, per l’Ataf decapitata e per i parcheggi gratis negli ospedali, la nomenklatura politica è pronta con il fucile in mano. «Per ora solo spot», è stato il gelido commento dell’ex assessore Tea Albini, fedelissima del potentissimo Graziano Cioni.