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 2009  agosto 20 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Bollettino di ieri dall’Afghani­stan. Kandahar. Due funzionati saltati per aria mentre si stava­no recando al seggio. La loro au­to è passata su una mina. Kabul. Assalto di cinque tale­bani, stavolta in funzione di rapi­natori, alla Pashtani Bank. Si so­no chiusi dentro e hanno fatto sa­pere di indossare cinture cariche d’esplosivo. La polizia è interve­nuta lo stesso: sei morti, tre tale­bani e tre agenti. Kabul. Una bomba nascosta in un carretto è esplosa al merca­to che sta sulla strada tra la Grande Moschea e lo stadio. Due morti. Ghazni. Elicotteri Nato impe­gnati nell’inseguimento di tale­bani hanno sparato per errore su un posto di blocco della poli­zia afghana e hanno ucciso 4 agenti. O forse sei, dato che ci so­no 2 dispersi. I feriti sono tre. L’Isaf ha aperto un’inchiesta. Kabul. Il presidente Karzai ha chiesto il silenzio stampa su­gli attentati e gli scontri provoca­ti dai talebani. Spera che, tacen­do i giornali, la popolazione ab­bia meno paura di andare a vota­re. Il portavoce dei talebani Za­bihullah Mujahed ha fatto sape­re che in città ci sono decine di shahid (martiri) pronti a farsi esplodere.

Oggi si vota, no? Dovrebbe fini­re la carneficina, no?
Non è assolutamente detto. probabile che il risultato sia, per qualche ragione, contesta­bile. Il perdente, o i perdenti, potrebbero chiedere la ripeti­zione del voto. Il vincitore po­trebbe rifiutarla. Karzai, presi­dente in carica fino alla procla­mazione ufficiale dell’eletto, potrebbe decidere di far ripete­re le elezioni, ma fra due anni. Se non ci saranno contestazio­ni sul risultato, ma nessuno avrà raggiunto il 50% +1 dei vo­ti, si farà il ballottaggio a fine ottobre. I talebani ne approfitte­ranno per mettere a ferro e fuo­co il Paese.

Come funziona questo voto?
Bisogna eleggere il presidente della Repubblica e i rappresen­tanti di 34 consigli provinciali. Per la carica di presidente corro­no in 30, fra cui due donne. Per essere eletti, bisogna ottenere il 50% dei voti più uno. Altri­menti i due candidati col mag­gior numero di voti andranno al ballottaggio. Il favorito è il presidente uscente, Karzai, di etnia pashtun. Il suo avversario più accreditato è l’ex ministro degli esteri Abdullah Abdullah, che è considerato un tagiko an­che se di madre pashtun (era ta­giko il padre). Si farà notare, e forse giocherà un ruolo in caso di ballottaggio, l’ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani, un afghano-americano: stava per prendere la cittadinanza Usa e ha rinunciato per correre da presidente. Agli americani pia­cerebbe averlo a capo del Pae­se, ma non gode di tutto questo consenso. Un quarto candidato di qualche risonanza è Bashar­dost.

Perché il risultato dovrebbe es­sere contestabile?
E’  voce di popolo che il voto sarà notevolmente truccato. La Bbc ha raccontato in un servizio che sono in vendita tessere elettora­li a dieci dollari l’una. Significa che lo stesso elettore, con più tessere elettorali, può votare più volte. Karzai avrebbe fatto incetta di questi documenti. Esi­sterebbero anche pacchi di voti pronti, già assegnati a questo o a quello. Poi c’è la questione del voto femminile: il 40% degli iscritti alle liste elettorali è don­na. Ma al dunque le donne che vanno effettivamente a votare sono pochissime. Accade que­sto: che i capifamiglia, i quali non permetterebbero mai alle loro mogli, figlie o sorelle di re­carsi a un seggio elettorale in cui quasi sempre gli scrutatori sono solo uomini, si presente­ranno con un pacchetto di sche­de e pretenderanno di votare a nome delle loro donne. Gli scru­tatori glielo concederanno. Un altro elemento di contestazio­ne potrebbe nascere dalla bas­sa affluenza.

Come si può contestare un vo­to non riconoscendo l’astensio­nismo?
Perché l’azione dei talebani po­trebbe tener lontani dalle urne molti elettori del Sud, quelli di etnia pashtun che si esprime­rebbero preferibilmente per Karzai. Se non ottenesse la vit­toria al primo turno e i pashtun votassero poco, Karzai potreb­be contestare il voto e pretende­re nuove elezioni.

Quale percentuale di votanti si deve avere per considerare i ta­lebani battuti?
Almeno il 40%, anche se cinque anni fa andarono a votare 7 af­ghani su 10. Lo scrittore Ahmed Rashid, un intellettuale pakista­no appassionato studioso di questioni afghane, teme un’af­fluenza inferiore al 30%. In que­sto caso ci troveremmo di fron­te a un disastro politico. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/8/2009]

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