Cristina Nadotti, La Repubblica 20/8/2009, 20 agosto 2009
LE TOMBE DEI FARAONI SONO IN PERICOLO
"Le tombe dei faraoni sono in pericolo"
Troppi visitatori a Luxor. Il capo degli archeologi egiziani: costruiamo copie false per i turisti
"Con tutto questo afflusso, i funghi e l´umidità intaccheranno colori e sculture"
LONDRA - Presto le mille stelline che brillano sul soffitto blu intenso nella tomba della regina Nefertari potrebbero essere false. Copie, non l´originale in cui lo sguardo si perde quando si entra nel sepolcro della «Bella delle Belle», uno dei tanti gioielli della Valle dei Re e di quella delle regine a Luxor, in Egitto. Sostituire i dipinti che decorano le tombe di faraoni e regine sarà necessario per non farli scomparire, ha annunciato Zahi Hawass, il capo del Consiglio supremo delle antichità egizie e uno dei maggiori egittologi al mondo. Hawass è stato chiaro: «Se l´afflusso di turisti alla valle e ai sepolcri continuerà con questa frequenza e questi numeri, entro alcune centinaia di anni, 500 al massimo, delle tombe non resterà nulla. I funghi e l´umidità alimentati dalla presenza dei visitatori si mangeranno i colori e corroderano le sculture. Insomma, ridurranno in polvere quello che ha resistito per oltre 3mila anni, ma che era stato concepito per restare chiuso e non per essere calpestato e alitato da una media di 10 milioni di visitatori all´anno.
Non è la prima volta che Hawass lancia l´allarme sullo stato di conservazione delle tombe. Già nel 2007 l´egittologo annunciò che le tombe sarebbero state chiuse, ma dovette tornare sui suoi passi quando il governo gli fece presente che il turismo è tra le principali voci nel bilancio del Paese e chi lo visita non è disposto a rinunciare a vedere quella che con le piramidi è tra le prime attrazioni. Si parlò allora di aumentare il prezzo di ingresso, ma anche in questo caso la proposta non ebbe fortuna, perché fu chiaro che per avere il brivido di violare la tomba di Tutankamon, o vedere dove si trovava un tempo lo splendido busto di Nefertiti prima di essere portato a Berlino, un turista è disposto a pagare anche cifre molto alte.
Ecco allora che Hawass ha pensato alle copie, ma ancora una volta la sua uscita sembra piuttosto una provocazione che un reale piano di intervento. Le sue dichiarazioni sono infatti lacunose e sul suo sito, dove si trovano molte informazioni sulle scoperte più recenti, non c´è traccia della questione. Ad alcuni giornalisti che stava accompagnando durante una visita ha detto che almeno le tombe più importanti «presto saranno sostituite da copie», ma non ha specificato se saranno fatte repliche in toto del sepolcro o solo di alcune parti. Pensare a delle copie non è un sacrilegio: la piazza del Campidoglio, a Roma, non è meno bella perché la statua del Marco Aurelio non è l´originale (conservato ai Musei Capitolini), né perde di fascino Piazza della Signoria a Firenze perché il David non è quello scolpito da Michelangelo Buonarroti. In effetti, quanti tra i turisti sarebbero in grado di apprezzare la differenza? Ma una cosa è rimuovere una statua, un´altra sarebbe fare «uno strappo» come si dice in gergo, e asportare le pitture e i bassorilievi che adornano le tombe. E possibile che Hawass pensasse a un´operazione come quella fatta a Lascaux, in Francia. Quando si è trattato di conservare le grotte con le affascinanti testimonianze dell´arte del paleolitico scoperte nel 1940, si è optato per chiudere del tutto le originali e ricrearne una copia fedele. Dal 1983 nessun visitatore può entrare alle grotte, ma è stato costruita Lascaux II, una prodezza tecnologica a soli 200 metri dall´originale, che permette di apprezzare il fascino delle pitture rupestri senza togliere la possibilità anche ai posteri di goderne.
L´Egitto, però, non è la Francia e fa bene Hawass a lanciare di tanto in tanto il suo grido di dolore. Non che sia l´unico, perché la situazione disastrosa dei siti fu evidenti a tutti fin dal 1840, quando l´agenzia di viaggi Cook rese l´Egitto una delle mete di punta per i visitatori europei. Le autorità competenti sono consapevoli del problema, come dimostra l´allarme di Hawass, ma le divergenze su come agire per preservare le tombe senza rendere inaccessibile la valle e la mancanza di fondi, stanno bloccando ogni intervento.