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 2009  agosto 20 Giovedì calendario

PALERMO SI TIENE I SOLDI DEL SUPERENALOTTO


«Hai giocato i numeri?», «Sei passato al tabacchi?», «Mi raccomando non dimenticarti il Superenalotto». Alzi la mano chi, nelle ultime settimane, non è stato travolto dal tormentone dell’estate: la caccia al sei milionario. Anzi. Alzi la mano chi non ha sentito il vicino di ombrellone (per i fortunati), o di scrivania (per gli sfigati) filosofeggiare sui propositi ”bellicosi” (con tanto di ingiurie al capo di turno) su una nuova vita da affrontare con in tasca i 140 milioni messi in palio dalla schedina magica.

La chiamano febbre da gioco. E coinvolgerebbe proprio tutti: chi interpreta i sogni e chi consulta la cabala, chi scommette sulle storie di vita vissuta e chi punta sulle vicende pubbliche, più o meno pruriginose. Tutti, tranne uno. Anzi, due soggetti. Lo Stato, ma questo era arcinoto. L’Erario incassa infatti circa il 49,5% delle giocate, e va da se che al ministero dell’Economia stiano stappando ormai da tempo bottiglie di pregio per festeggiare. E poi la Sicilia. Che mette le mani sul 12,25% delle giocate effettuate in loco. Una liquidità che arriva nelle casse di Palazzo d’Orleans direttamente dalla Sisal, la società che gestisce il Superenalotto.

«La normativa - spiega Salvatore Giglione, dirigente dell’assessorato al bilancio della Regione - risale all’articolo 2 della legge 849 del 1961 ed è stata confermata poi dalla 559 del 1993 (art. 6) e dal decreto dell’11 giugno 2009 (misure per la regolamentazione dei flussi finanziari connessi al gioco Enalotto...ndr)».

Quindi entra nel dettaglio: «Fino al mese di agosto del 2009 abbiamo incassato per i giochi di abilità e concorsi pronostici (Superenalotto, Totocalcio, scommesse ippiche e sportive ndr) 11,1 milioni di euro a fronte dei 12,5 preventivati per tutto l’anno. Alla fine, quindi, dovremo guadagnare qualche milione in più di quanto ci aspettavamo». E dall’analisi dei bilanci pubblicati ieri dal Sole 24 Ore, emerge che di milioni, per i giochi, la Sicilia ne abbia portati a casa addirittura 87, solo negli ultimi tre anni, con il contributo decisivo dei 42 arrivati dal Superenalotto. Tutte cifre ufficiali. Ma Libero ha provato a fare da sè tornando indietro, fino alla nascita del Superenalotto: 3 dicembre 1997. Bene. Secondo le elaborazioni dell’Agicos (azienda giornalistica concorsi e scommesse) al netto del diritto fisso, 0,052 euro per ogni colonna, e dell’aggio delle ricevitorie, l’8% della raccolta, nel solo mese di agosto il governatore Lombardo avrebbe incassato ben 2,7 milioni di euro, a fronte dei 27,2 milioni puntati sul sei dai suoi corregionali. Ma non basta. Perché se l’analisi si allarga all’inizio del 2009, si scopre che i siciliani avrebbe ”tentato” le schede della fortuna per 143 milioni di euro e la Sicilia (intesa come Regione) ne avrebbero ”vinti” addirittura 15,6. Mentre, andando a ritroso fino al dicembre del ”97, il tesoretto da Superenalotto porta sull’isola la bellezza di 184 milioni. Ben più del jackpot dei sogni che sta scatenando la caccia ai numeri degli italiani.

E allora la domanda sorge spontanea. Ma la stessa possibilità vale per tutte le Regioni italiane? O almeno: vale anche per le altre a Statuto Speciale? Niente da fare. Per quanto Libero è riuscito ad apprendere, il famoso 12,25% arriva solo in Sicilia. E non risulta che Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta abbiano lo stesso privilegio. Del resto, la legge del ”93 lo dice chiaramente: «Le riscossioni dei giochi di abilità e dei concorsi pronostici riservati allo Stato... vengono versate dai gestori... al bilancio dello Stato e, per la quota del 12,25% relativa alle giocate effettuate in Sicilia, alla Regione Siciliana». Insomma, pure ieri (niente jackpot per il concorso numero 99) l’unico ”6” è uscito sulla ruota dell’isola. Era già scrtto, bastava giocarsi i numeri di Lombardo.