Rossana Lacala, Novella 2000, n. 34, 20/08/2009, p. 31, 20 agosto 2009
Lamette e mutandine coprono d’oro i calciatori. Si inizia come Andrea Vasa, calciatore del Brera, che è rimasto sei mesi nella vetrina di un flag store milanese, stile Grande Fratello
Lamette e mutandine coprono d’oro i calciatori. Si inizia come Andrea Vasa, calciatore del Brera, che è rimasto sei mesi nella vetrina di un flag store milanese, stile Grande Fratello. E si finisce nella classifica di France Football, celebre magazine francese, fra i calciatori più pagati. E’ scorrendo le cifre del giornale che arriva la sorpresa: i guadagni sudati sul campo, tra ingaggi e premi, sono solo una parte, la più piccola (si fa per dire) del portafoglio atleti. Perché il più arriva dalla pubblicità. David Beckham è il re dei Paperoni con 32, 4 milioni di euro, di cui 26 erogati da Adidas, Armani, Cabo San Roque Resort, Coly, Gillete, GO3 Food, Motorola e Sharpie. In più, conta sugli spiccioli di premi, libri e scuole calcio. Dietro David si attestano l’argentino Lionel Messi con gli 8, 5 milioni dal Barcellona contro i 20 dei contratti pubblicitari. Mentre il brasiliano Ronaldinho, becca 6, 5 milioni dal Milan e ne raccatta 13 in sponsorizzazioni. Gli italiani sono fuori dalla top ten: Fabio Cannavaro, all’undicesimo posto, è il più ricco con 6 milioni che gli arrivano dal Real e gli altri 5, 5 di pubblicità varie. Più in basso nella hit Buffon, Del Piero e Totti. Ma è Alex quello che guadagna di più di sole pubblicità. Però, oggi, anche i club hanno capito l’antifona: il Real Madrid si sta rifacendo della spesa sostenuta per accaparrarsi Cristiano Ronaldo vendendo magliette con la sua faccia (solo nelle prime due ore di vendita ha guadagnato 170 mila euro), mentre Aurelio De Laurentis, patron del Napoli, si è fatto furbo. E ha deciso di gestire i diritti d’immagine dei suoi atleti.