Camillo Langone, il Giornale 20/8/2009, 20 agosto 2009
MASCHIO VUOI SOPRAVVIVERE? NON CUCINARE
Cari maschi in ascolto, ecco il libro che fa per noi. Purtroppo nelle librerie italiane ancora non si trova, è un testo americano che verrà tradotto chissà quando e chissà se, ma poco male: adesso ve lo sintetizzo io. Si intitola Catching fire. How cooking made us human (un po’ liberamente: «’Giocando col fuoco”. Come cucinare ci ha fatto diventare umani») e l’autore è Richard Wrangham, professore ad Harvard.
Embè? direte voi. A che cosa può servirci la storia dei fornelli se non siamo cuochi o ristoratori o produttori di pentole? Serve a tutti, datemi retta, serve a tutti. Avete saputo che Umberto Veronesi, il gran scienziato, ha proclamato dalle pagine di Repubblica che l’uomo è finito, biologicamente finito? La donna, che già con l’inseminazione artificiale può figliare senza il fastidio di un amplesso, presto potrà clonare se stessa e a quel punto avrà risolto pure il problema dello sperma. I tradizionali fornitori di seme (noialtri maschietti) saranno così divenuti completamente inutili e senza molte alternative: diventare tutti omosessuali o suicidarsi in massa. Il pensiero femminile è superiore a quello maschile, dice Veronesi che evidentemente giudica il lavoro del proprio cervello come una stupenda eccezione, e gli inferiori che cosa ci stanno a fare a questo mondo? Che ruolo possono ancora ricoprire, subumani che non sono altro? Che dignità pretendono di vedersi riconosciuta, con quei corpi obsoleti che si ritrovano?
Quello dell’ex ministro della Sanità è un discorso allucinante, certo, discriminatorio, eccome, e il film che proietta sugli schermi dell’immaginazione è orwelliano per non dire nazista (con la differenza che per gli hitleriani il discrimine era la razza mentre per i tecnoscienziati è il sesso). Questo però non ci autorizza a prendere la faccenda sottogamba, come fosse il vaneggiamento di un pazzo. Ci sono molti segnali che, al contrario, inducono a pensare che il vero pazzo sia colui che non prende sul serio le parole di Veronesi. La pillola abortiva, appena introdotta in Italia fra gli applausi dei nichilisti di destra e di sinistra, è un ulteriore passo verso l’espulsione dell’uomo dalla scena della procreazione. Il potere di dare la vita (partorire) o di dare la morte (abortire) è ormai tutto in mano alla donna e colui che l’ha fecondata non ha alcuna voce in capitolo, come il fuco con l’ape regina. Anche se l’uomo avesse qualcosa da opinare la legge gli impone di starsene buono e a cuccia.
Non gli restano, non ci restano molte armi: una di queste sembra che sia la cucina, almeno a dar retta al professor Wrangham. Come il cibo ci ha fatto diventare umani così può farci ridiventare uomini. Catching fire spiega che i ruoli si sono differenziati a partire dall’alimentazione, dalla pappa: da una parte l’uomo cacciatore, dall’altra la donna angelo del focolare. Insomma gli antenati se la vedevano coi mammut mentre le antenate badavano ai mocciosi e al pasto.
Questo schema perfetto non si è estinto insieme agli elefanti lanosi, è riuscito a sopravvivere per migliaia di anni e ha tirato le cuoia solo verso la fine del Ventesimo secolo, ucciso dagli anticoncezionali e dal lavoro femminile. Come farlo rivivere? L’autore non ci aiuta molto, appare più forte nella diagnosi che nella terapia e poi, non va dimenticato, è pur sempre un professore di Harvard, l’università americana «che non offrirebbe neanche un caffè a un oratore conservatore» come ha detto Anne Coulter, la bionda amazzone del politicamente scorrettissimo. Wrangham, per intenderci, crede nella superstizione pseudoscientifica che ci considera discendenti dalle scimmie, fa lo stesso, l’importante è che abbia individuato nella cucina il luogo cruciale in cui i generi si differenziano. «Ho scoperto che in ogni società umana è la donna a cucinare per l’uomo. Il che fa della cucina un discrimine molto più del sesso. Una donna che cucina per un uomo che non è il suo compie un tradimento ben più grave dell’atto sessuale». I dongiovanni prendano nota. La preparazione del cibo produce una tale intimità che poi, dopo cena, passare al dunque è un gioco da ragazzi.