Armando Stella, Corriere della sera 20/8/2009, 20 agosto 2009
«DIVISA PER I TASSISTI DI MILANO» E IL COMUNE CONVOCA GLI STILISTI
Piano dell’assessore alle Attività produttive: facciano da ciceroni per i turisti
MILANO – Al volante, con eleganza, camicia griffata nella stagione primavera-estate e pullover nei mesi freddi: il tassista dev’essere impeccabile, un modello di stile nel traffico, «lo stile Milano». Niente più canotte e stampe fantasia, scordatevele, ma una divisa uguale per tutti, uniformi di taglio sartoriale per la flotta di 5mila auto bianche. la giunta di Letizia Moratti a dettare la moda all’autista. «Chiamerò stilisti e designer per disegnare la nuova immagine del tassista milanese », annuncia l’assessore alle Attività produttive, Giovanni Terzi, convinto che proprio loro, i tassisti, «primo contatto per turisti e uomini d’affari, debbano rappresentare al meglio l’immagine della città».
Il progetto è pronto, a settembre si apre il confronto con i sindacati, poi subito il concorso di idee e nel 2010 le prime livree: «Non ci sarà nessuna imposizione – precisa l’assessore ”; avviamo un dialogo con la categoria per migliorare progressivamente la qualità del servizio fino all’Expo 2015». Che significa: armadio nuovo, certo, ma anche conoscenza obbligatoria dell’inglese, dritte ai passeggeri su eventi e mostre, opuscoli turistici, carta di credito su tutte le vetture, Internet senza fili.
Taxi driver cambia look . una corsa al bon ton che non s’è mai vista né a Londra, né a Parigi, né a New York. C’è il consiglio comunale di Roma che vieta la ciabatta e vota per vestire il tassinaro con camicia, pantalone e mocassino, «un abbigliamento consono alla logica della decenza». E ora Milano rilancia, vuole la divisa, ché la capitale della moda ha «i suoi brand da promuovere, soprattutto con gli stranieri». Ha sentito, signor Franco? «Io guido il taxi da 52 anni e sono sempre stato in ordine, la livrea non mi serve». Franco Cantoni ha 75 anni e ha guidato il taxi verde e nero, poi verniciato di giallo e ora di bianco. Cambiano i toni, Franco ha sempre la camicia a righe e gli basta: «Non sono un dipendente del sindaco, faccio come dico io!». Il suo, peraltro, è un pensiero diffuso nella base: «Dateci più corsie riservate e toglieteci il traffico, queste sono le priorità». Terzi annuisce: «Una cosa non esclude l’altra». E infatti, approva l’uniforme il presidente dell’Unione artigiani, Salvatore Luca: «Va bene tutto ciò che migliora il servizio». I taxi di Milano sono 4.885 e 340 le «licenzine» dei collaboratori al volante dopo la mini-liberalizzazione. Le tariffe sono state ritoccate un anno fa: 3 euro per sedersi in auto (è il costo di «bandiera», sale a 6,10 euro la sera), 0,98 euro ogni chilometro percorso, 85 euro la tariffa fissa da Milano all’aeroporto di Malpensa. Ecco, i costi. «Forse il problema di Milano è questo, più che la giacca: i taxi costano troppo. E le auto sono talvolta insufficienti rispetto alla domanda », commenta il presidente del Touring club italiano, Roberto Ruozi: «Insomma, non complichiamoci la vita. Trasformare i tassisti in guide turistiche, peraltro, mi sembra piuttosto illusorio. Non è il loro mestiere ». Ma in Comune sono ottimisti: «I tassisti sono una risorsa, possono offrire informazioni, indicare i negozi aperti, raccontare la ricchezza delle nostre 60 cascine agricole e il tessuto artigianale della città, tutte eccellenze da far emergere».
Parcheggio del centro, ieri pomeriggio, 35 gradi. Un taxi in attesa. di Gianfranco Rossi, 52 anni, occhiali Ray Ban, bermuda slavati, scarpe da tennis: «Il decoro è fondamentale. La divisa, mah, può essere introdotta, ma non ne vedo la necessità ». Altro parcheggio, sole a picco, c’è in coda Raffaella Piccinni, presidente del sindacato tassiste, ha una reazione vagamente femminista: «Non ci faremo vestire come Barbie, a seconda del gioco del momento». Favorevoli e contrari alla divisa, dunque. Il critico d’arte Philippe Daverio non è contrario, è sconvolto: «Io esco pazzo. Milano ha migliaia di pali inutili, le buche nell’asfalto, zozzeria ovunque; ha trasformato gli elegantissimi vigili in bianco di Totò in comiche da film latino- americani; e ora il Comune fa un concorso per disegnare una divisa ai tassisti? Questa è una città che non sa più dove stanno i problemi veri». E però. «Lo standard di qualità dei taxi può essere migliorato e meglio controllato», interviene Gisella Borioli, fondatrice del Superstudio Più del design e tra i promotori del Fuorisalone del mobile: «Prendiamo a modello il servizio londinese, lì è un piacere prendere in taxi. Auto nuove, coprisedili lindi, riviste per i turisti... ». E lo stile Milano, assessore Terzi? «Farà scuola».